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(EDITORIALE) Senza onore, senza orgoglio e senza amore: giocatori, basta alibi

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 20-03-2015 - Ore 10:00

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(EDITORIALE) Senza onore, senza orgoglio e senza amore: giocatori, basta alibi

Come neve al sole. La favola bella della Roma di Garcia che lo scorso anno aveva meravigliato e stupito tutti, guadagnandosi le prime pagine di tutti i giornali sportivi nazionali e all'estero, regalando l'illusione di un ciclo appena iniziato che ci avrebbe portato sul tetto del mondo calcistico, finisce qua, in una sera di marzo. Da stasera non c'è più.

Bastano appena 20 minuti alla Fiorentina dell'ex Montella per affondare una squadra che toppa pure la partita più importante dell'anno dopo aver ceduto le armi e lo scudetto alla Juventus con qualche mese d'anticipo. I tifosi lasciano la Curva in un clima surreale. Insomma, più che una partita un'agonia.

"Non può essere", "è un incubo" solo alcune delle frasi che ancora una volta, l'ennesima, i tifosi giallorossi si sono ripetuti davanti a un film visto troppe volte.

In serate come queste c'è solo una domanda che passa nella testa di chi, come me, fa questo mestiere. Che puoi dire ai tifosi? Cosa puoi dire a chi, e non veniteci a parlare di retorica, magari non arriva a fine mese eppure, a fronte di un sacrificio economico importante, ogni maledetta domenica non manca di sostenere un gruppetto di miliardari viziati. Si, perché siete miliardari e pure viziati. Ed è ora che qualcuno ve lo dica. E allora iniziamo da stasera.

Sì, perché siete miliardari e viziati e siete pure strafortunati perché non vi rendete nemmeno conto che siete profumatamente pagati per dare un calcio a un pallone, per allenarvi qualche ora al giorno, per giocare al gioco più bello del mondo. La maggior parte di noi lo farebbe gratis. Figuriamoci quanto impegno ci metterebbe a pagamento.

Perché poi non è che non si può perdere. Ci mancherebbe altro.

A questa squadra nessuno ha mai chiesto di vincere, vincere e basta, vincere a tutti i costi. No, a questa squadra si è chiesto semplicemente di scendere in campo mettendoci onore e amore. Basterebbe ricordare Roma-Bayern 1-7, dopo la valanga tedesca all'Olimpico, a fine gara i giocatori furono chiamati a ricevere gli applausi del pubblico. Sì, avete capito bene, gli applausi. Conoscete altri tifosi, in qualsiasi parte del mondo, a qualsiasi latitudine, che dopo una sconfitta che sa di umiliazione avrebbero riservato applausi e cori di incitamento? Li conosciamo sì, sono i tifosi della Roma, perché come diceva il nostro immenso Ago (e mai come questa sera abbiamo bisogno di aggrapparci al ricordo di chi questa maglia l'ha onorata e amata): "Ci sono i tifosi di calcio e poi ci sono i tifosi della Roma".

Perché in questa piazza succede pure che perdi 7-1 ma il tuo pubblico ti applaude perché non è solo tifo. E' amore. E l'amore di questi tifosi per questa squadra va oltre. Oltre la ragione.

A pagare sarà per l'ennesima volta l'allenatore, colpevole anche lui, ma il meno colpevole di tutti.

Arriverà pure il giorno in cui ci metteremo seriamente a ragionare e ci domanderemo il perché di questo fuggi fuggi generale: Ranieri, Spalletti Luis Enrique, sì, il "pazzo" spagnolo ora alla guida del Barcellona (il Barcellona sì, non il Frosinone con tutto il rispetto per la pur valente squadra, ma avete capito bene, colui che qui a Roma è stato definito un visionario che poi è stato chiamato ad allenare una delle squadre più blasonate del mondo. Ma questo è un altro discorso o forse anche no) che proprio ieri in Champions League ha eliminato il City. Insomma, facciamola breve: da qui sono scappati tutti a gambe levate. Da qui scapperanno tutti.

Ne arriverà un altro e scapperà a gambe levate pure lui, scommettiamo? Quanto vorremmo che stavolta andasse diversamente, che stasera stessa la società confermasse la fiducia a Garcia e annunciasse il rinnovo decennale al francese. Come dire, stavolta la rivoluzione si fa al contrario. Ma non succederà, lo sappiamo.

Dispiace per Francesco Totti che avrebbe meritato di alzare un trofeo con questa maglia, con questa squadra. Dispiace per Florenzi che è l'unico a dannarsi l'anima fino all'ultimo.

Dispiace, più di tutti, per i tifosi della Roma che sono rimasti a fianco di questa squadra sempre, che questa squadra non l'hanno mai lasciata sola.

Peccato, che sia stata la squadra a aver lasciato soli i tifosi. E così, di tutti gli obiettivi sbandierati ai quattro venti a inizio anno, stasera resta solo un secondo posto da difendere, ma più ancora resta da difendere l'onore e l'orgoglio. Peccato che per difendere qualcosa bisognerebbe averlo. Stasera all'Olimpico più del gioco, è mancato l'orgoglio. E l'onore. Quello che noi non perderemo mai. L'orgoglio e l'onore di tifare questi colori, questa maglia che ameremo sempre e comunque. Di certo, non questi giocatori.

Al di là di ogni risultato, quello tra la Roma e i suoi tifosi resterà per sempre un amore che si tramanda, più forte di prima, di padre in figlio, anche e soprattutto nella notte sfortunata della Festa del papà.

Forza Roma NOSTRA alè alè.

Fonte: InsideRoma

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Marco 20/03/2015 - Ore 00:32

L'unica amara considerazione che mi viene da fare è che forse è proprio il troppo amore che diamo a questi giocatori porta a queste situazioni, forse non avremmo dovuto applaudire dopo essere stati umiliati dal Bayer e averli fatti sentire degli eroi dopo un secondo posto a 17 punti dalla prima a questo punto mi viene da dire sia stato un errore.

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