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La lupa sul tetto che scotta: la Roma non era sola in vetta alla classifica da 2 anni

condividi su facebook condividi su twitter Di: Lorenzo Imperiale 26-10-2015 - Ore 10:15

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La lupa sul tetto che scotta: la Roma non era sola in vetta alla classifica da 2 anni

Questo campionato senza un padrone, finalmente sembra averlo trovato. Questa volta quello giusto. La Roma, dopo Inter prima e Fiorentina poi, è la 3° squadra in questa stagione ad essere da sola in vetta alla classifica. Sintomo di un torneo più equilibrato degli altri anni, dove c'è stato un monopolio Juve negli ultimi 4 anni. 

L'ULTIMA VOLTA - Rudi Garcia aveva già assaporato l'odore di alta classifica solitaria con i giallorossi Il tecnico francese infatti non era solo lassù dalla stagione dalla 12° gioranata del campionato 2013/2014: era il 10 novembre del 2013 e all'Olimpico arrivava il Sassuolo dell'ex Eusebio Di Francesco. Il match finì male per la Roma, con il pareggio di Berardi arrivato proprio al'ultimo secondo. Il tecnico francese quindi si vide così interrompere dai neroverdi la striscia di 10 vittorie di fila inanellata dalla prima giornata contro il Livorno (record assoluto in Serie A) ma, allo stesso tempo, si appaiava a quota 32, assicurandosi di restare comunque in vetta nonostante il posticipo serale tra Juvenuts e Napoli allo Juventus Stadium, che seguivano rispettivamente a 29 e a 28 (prima del match vinto poi dai bianconeri per 3-0). La domenica successiva poi la Roma dovette cedere il primato ai bianconeri visto lo stop serale per 0-0 grazie ai miracoli del portiere Avramov in casa contro il Cagliari e la vittoria nel pomeriggio degli uomini di Conte all'Armando Picchi contro il Livorno per 0-2.

SALAH SCUDETTO? - In barba alle scaramanzie, una curiosità lega il gol di ieri sera di Mohamed Salah all'ultimo scudetto della Roma: l'ultimo giocatore passato dalla Fiorenitina alla Roma e che poi ha segnato ai viola nel primo match ufficiale in campionato tra le due squadre (la Supercoppa 2000/20001 quindi non viene contata) fu Gabriel Omar Batistuta. Era il 26 novembre 2000 (quasi 1 mese esatto prima dell'incotro di ieri). Si giocava all'Olimpico e non al Franchi. La Curva Sud intonava il coro "ve saluta Batistuta", oggi li saluta l'egiziano. Anche quella era l'8° giornata d'andata, ed anche quel match finì con un gol di scarto segnato da un ex fiorentino. Lo so, lo so, stiamo esagerando.  La cabala e la superstizione solo il sale di questo sport: in principio fu il tecnico Juan Carlos Lorenzo, allenatore del Maiorca negli anni Sessanta, che quando la sua squadra perdeva faceva bruciare tutte le maglie e, mezz'ora prima della partita mandava in fumo un po' d'incenso nello spogliatoio per ingraziarsi la fortuna. Da qui si potrebbe andare avanti all' infinito: dall'inseparabile bambola di pezza di Zamora attaccata in porta, agli amuleti e all'astrologia di Nils Liedholm, per finire al cornetto rosso di Carlos Bianchi.

Anche campioni insospettabili come Karl Heinz Rummenigge era vittima di queste pratiche: sul pullman guai a chi gli rubava il sedile vicino al finestrino della quarta fila di sinistra, prima della gara mangiava tre biscotti e beveva mezza tazza di tè, poi s'infilava per primo la scarpa sinistra fino a quando non perdeva e entrava in campo per ultimo. Diceva: "Per un calciatore è indispensabile essere superstizioso". Se lo è per un giocatore, figuriamoci per un tifoso sognatore come quello romanista. E poi scusate, ma la Roma non è "Magica"? E allora godicamoci questo momento ed affidiamoci ogni tanto anche alla magia che male, di certo, non fa.

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