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Moriero: "Slavia Praga? Ancora piango. Bergamo? La squadra deve tornare a insidiare la Juventus, non è ancora finito niente"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-11-2016 - Ore 17:24

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Moriero:

AS ROMA MATCH PROGRAM - RICCARDI - Slavia Praga. Prima del Viktoria Plzen, l’ultimo avversario originario della Repubblica Ceca fu quello. L’incubo di tanti romanisti, grandi e piccoli. Roba e ricordi di venti anni fa. È il 19 marzo del 1996, la Roma di Mazzone viene eliminata in Coppa Uefa dalla seconda squadra di Praga dopo una partita drammatica dei giallorossi di Mazzone. All’andata in trasfertà finì 2-0 per loro, al ritorno 3-1 per la Roma. Ma non bastò per la qualificazione alle semifinali. Francesco Moriero fu grande protagonista del match dell’Olimpico con due gol, ma tutto fu vanificato da tal Jiri Vavra: “Per me quella garà finì 3-0”, dice oggi Moriero con tanta amarezza.

Moriero, l’ha più rivista quella partita?

“Non sono mai arrivato fino alla fine. Ho sempre interrotto la registrazione dopo il gol del 3-0. Non riesco ad andare oltre. È più forte di me. Quella sera piansi negli spogliatoi”.

Versò tante lacrime?

“Sì, non poteva essere altrimenti. Giocammo forse una delle partite più belle della Roma in Europa. Cuore, grinta, carattere, qualità: mettemmo tutto. Meritavamo di passare il turno. Meritavamo noi davanti a un pubblico mai visto”.

Lo stadio era esaurito, vi aiutò tanto la spinta dagli spalti?

“Fu determinante per provare a ribaltare il risultato. Sentivamo il loro soffio a ogni azione, come se ci accompagnassero verso la porta avversaria”.

“Il dodicesimo uomo in campo”, come disse lei stesso in un cd popolare tra i romanisti, “La curva più bella del mondo”. 

“Lo ricordo quel disco, è esattamente così. Quella notte ci fu una simbiosi vera e propria tra noi e la gente romanista”.

Quella cornice non si vede più da un pezzo all’Olimpico.

“Vero, spero che la situazione rientri in qualche modo perché giocare con il supporto della curva è tutta un’altra cosa. Come dicevo, con lo Slavia fu un fattore”.

Lei segnò due reti e l’altra la realizzò Giannini.

“Il gol del Principe resta un momento unico. La punizione di Carboni, il colpo di testa di Giuseppe che fece letteralmente esplodere quello stadio intero pieno di tifosi. La corsa sotto la Sud con la maglietta tolta e Totti che gli corre dietro. Vogliamo parlare pure di Francesco?”.

Parliamone.

“Anche lui fece una grande prestazione. Ispirò il 3-0 che segnai io con un lancio illuminante dalle retrovie. Un tracciante dalla trequarti romanista a quella dello Slavia Praga come solo Francesco sa fare. Quegli anni per Totti sono stati fondamentali nella sua carriera. Imparò tanto da noi e dall’allenatore Mazzone. Si vedeva che sarebbe stato un grande del calcio”.

Del gol di Vavra ha qualche immagine che le è rimasta in mente?

“Quando dico che non ricordo quel momento, è la pura verità. Non esagero. Fu un attimo, una fatalità. Un’azione strana, con un intervento andato male di Aldair, poi il tiro verso la porta di Cervone che finì pian piano in porta. Che peccato”.

Sembra di capire che è rimasto legato alla Roma.

“Assolutamente. Non mi posso considerare un tifoso, ma resto un grande appassionato delle squadre in cui ho giocato e ho allenato. Lecce, Cagliari, Roma, Inter su tutte”.

Su whatsapp la sua foto profilo è con Ronaldo. Non Cristiano, ma Nazario da Lima.

“Ho avuto la fortuna di giocare con tanti grandissimi calciatori, Ronaldo è senza dubbio nel podio. In allenamento faceva cose incredibili. E poi resta un grande amico”.

Attualità, si aspettava la sconfitta della Roma a Bergamo?

“Ho visto la partita, l’Atalanta ha meritato perché in un grande momento di forma. Ma ora la squadra deve guardare avanti e cercare di tornare a insidiare la Juventus. Non è ancora finito il campionato. Non è ancora finito niente”.

Ha più volte dichiarato di apprezzare particolarmente Spalletti come allenatore.

“Quando ho cominciato questa professione ho tratto ispirazione dai suoi concetti. È uno dei migliori in Italia, tra i più preparati in assoluto. Mi piacciono tanto le sue idee sul 4-2-3-1”

Come mai non sta allenando in questo periodo?

“È un momento così. Per ora mancano le condizioni nelle varie squadre di Serie B o Lega Pro per tornare su una panchina. Ma siamo a novembre, c’è ancora tempo. Mi piace tanto lavorare sul campo, speriamo che questa intervista mi porti fortuna…”.

Fonte: As Roma Match Program - Riccardi

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