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ABETE: "Il problema non è la tessera del tifoso"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 13-02-2014 - Ore 15:50

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ABETE:

«Sulla tessera del tifoso non si deve avere un approccio ideologico: il problema non è 'tessera si» o 'tessera nò, ma semplificare gli accessi allo stadio«. Lo ha detto Giancarlo Abete, presidente della Federazione italiana giuoco calcio, a margine del convegno 'Gioco di squadra. Un cantiere aperto per un calcio migliorè, che si è tenuto questa mattina alla Scuola superiore di polizia, a Roma. Il rischio, ha avvertito Abete, è che »per colpa di qualcuno, la tifoseria corretta paghi un prezzo troppo alto«. Il presidente della Federazione ha ricordato nel suo intervento al convegno come »dopo i fatti di Catania del febbraio 2007 in cui ha perso la vita l'ispettore capo Filippo Raciti, molte cose sono state fatte e abbiamo insieme alle istituzioni, Coni e mondo del calcio dato risposte positive per la sicurezza negli stadi. C'è stata grande collaborazione -ha ricordato Abete- con il ministero dell'Interno e le forze dell'ordine, e il lavoro continua perchè il calcio è un momento importante della società. Il cantiere è aperto perchè è legato a miglioramenti sempre possibili: i numeri dicono che dal 2007 gli episodi di violenza sono diminuiti ed è stato dimezzato anche il numero delle forze dell'ordine impiegati negli stadi, ma la prima parte del campionato è stata difficile. C'è preoccupazione e monitoraggio costante, bisogna capire se quello che è avvenuto è collegato a dimensioni ideologiche«. »Non esiste una norma perfetta -ha ricordato il presidente della Figc- perciò bisogna sempre migliorare i comportamenti, e in questo percorso il ruolo della task force delle forze dell'ordine si rivela fondamentale. C'è tanto da fare, purchè si mantenga una dimensione positiva«. »Soprattutto -ha rimarcato Abete- dobbiamo dire no a ideologie nel calcio: bisogna tenere aperta la dimensione del dialogo, non escludendo alcuna tifoseria. E insieme a questo -ha concluso- tenere la barra dritta sulla sicurezza. Si può comunicare meglio e migliorare anche le norme, ma la direzione di marcia è comune e indica che la sicurezza deve essere al primo posto".

Fonte: Adnkronos

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