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Antonio Giuliani: "Sono romanista fin dal primo schiaffo del pediatra!"

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 08-03-2013 - Ore 15:45

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Antonio Giuliani:

Allora Antonio, mi racconti come e quando nasce la tua passione per la Roma?
“La mia passione per la Roma nasce quando nasco io, 46 anni fa. Sono romanista dal primo schiaffo che mi ha dato il pediatra! Ti racconto una cosa personale che fa di me un pessimo padre, (sorride, ndr): ho un figlio di 4 anni e mezzo che sul suo album ha messo tutti i calciatori della Lazio a testa in giù e ogni volta che li vede fa “buuuh”, 1000 volte al giorno. Quando va alla pagina con i giocatori della Roma, si dà prima un bacetto sulla mano, poi un bacetto ai giocatori, bacetto sulla mano, bacetto ai giocatori. Capisci che intendo?!”.


Il più bel ricordo legato ai colori giallorossi.
“Ogni volta che vedo la Roma mi ricordo mio papà che non c’è più dal 2007: è lui che mi ha trasmesso questa fede. Quando, nel 2007, la Roma ha festeggiato i suoi 80 anni ero ospite d’onore e ho fatto un piccolo monologo nel quale dicevo “ringrazio mio padre per avermi dato il gene dell’artista, ma soprattutto per avermi fatto nascere romano e romanista”.

Bacchetta magica: puoi decidere di far rigiocare una partita alla Roma. Quale scegli?
“ La finale di Coppa dei Campioni. Ero in Sud col mio gruppo. Avevo 16 anni. Fu una partita disgraziata, ma la Roma meritava di avere nel suo carnet un trofeo così, era il giusto premio. Dopo la partita sono rimasto lì seduto con i miei amici, avevo gli occhi gonfi, un inserviente dello stadio ci disse “ragazzi dovete uscire”. Tornai a casa, mi misi a letto e non uscii per 4 giorni”.


Ti faccio un breve elenco di nomi: un aggettivo per ciascuno di loro.
Dino Viola: “Il più grande presidente che la Roma abbia avuto, ha portato con grande sacrificio giocatori fantastici a Roma: Falcao, Di Bartolomei, Ancelotti, Conti, Pruzzo e tanti altri.”; Franco Sensi: “Il romanista. Oltre ad essere il presidente era un tifoso come noi. Era verace, veniva a Trigoria, prendeva di petto in senso buono noi tifosi, ci diceva: “che volete, che fischiate”. Il primo tifoso romanista.”; Nils Liedholm: “No vabbè… Lui è il Maestro. Mi ricordo la sua famosa ragnatela: impressionante, la velocità del pallone, passaggi, inserimenti. Ai tempi di Liedholm la Roma faceva paura.”; Francesco Totti: “Il più grande giocatore italiano, uno dei 10 più forti d’Europa, uno dei 15 più forti al mondo, se poi prendiamo il Francesco di 10 anni fa ti dico uno dei primi 5 del mondo. E poi è una persona fantastica, voglio bene a lui e Ilary, sono due ragazzi eccezionali, il successo non li ha cambiati per niente, se non in meglio” ; Daniele De Rossi: “Daniele è un altro pezzo della storia di Roma e della Roma, è un ragazzo fantastico. Viene da un periodo negativo, se ne sono dette tante su di lui in relazione al suo rapporto con Zeman: magari c’erano incomprensioni, ma so che lui era dispiaciuto di non poter dare il suo contributo. È nato a Roma, è tifoso della Roma, soffriva nel non poter scendere in campo”.

Sei presidente della Roma per un giorno e decidi di fare un regalo ai tifosi giallorossi. Puoi portare uno tra Messi e Ronaldo. Chi scegli?
“Sicuramente Messi. Ronaldo è più da tifo romanista, farebbe esplodere la Curva, è fantastico ma Messi…Lui è un marziano”.

Giochino della torre: chi butti giù?
Lazio o Juventus: “Lazio. Sempre”.


“Moratti o Berlusconi?

“Moratti”.


Capello o Ancelotti :

“Capello”.


Parliamo della Roma di oggi. Cosa ti piace e cosa cambieresti?
“Mi piace che è una squadra di giovani: la speranza è che sia pronta a vincere tra due-tre anni. Io ho giocato a pallone e in campo vanno i giocatori perciò, se dovessi cambiare qualcosa, lascerei stare la dirigenza, toccherei la squadra.

Capitolo Zeman: grande entusiasmo iniziale, c'erano tutti gli ingredienti per sperare nel lieto fine e, invece, l'avventura del boemo è durata solo 7 mesi. Cosa, secondo te, non ha funzionato?
“Credo che sia finita per il suo metodo di lavoro. Se tu non fai quello che ti dice, giustamente fa giocare qualcun altro, ma c’è un però. Se t’impunti con Daniele (De Rossi, ndr) e fai giocare Tachsidis, io di primo impatto penso:“è un uomo che ha le palle”. Ma se poi le partite dimostrano che Tachsidis è 164 volte più scarso di De Rossi….Tu puoi mettere Daniele in panchina per carità, ci stanno Lampard, Gerrard, quindi non è quello il problema. Ma puoi farlo se tutte le domeniche vinci come hai fatto contro Fiorentina e Milan. Sì, lì la Roma mi è piaciuta, ma sono le uniche due partite. Le altre…Coronarie a rischio…”.

Andreazzoli: poche ancora le partite, ma ad oggi è una piacevole sorpresa. Destino già scritto da traghettatore oppure gli dai qualche chance di restare anche l'anno prossimo?
“Sono molto schietto: con tutto il rispetto per Andreazzoli, questa è una squadra che mi pare sia autogestita. Venivamo da partite catastrofiche, il Cagliari ci ha fatto 4 gol e poi, di colpo, una Roma quadrata che vince con la Juve dopo una settimana? Allora ti dico: o sei Andreazzoli o sei Harry Potter. Allora sì, se sei Harry Potter me lo dici, io vengo là, ti togli la maschera e ti chiedo pure l’autografo! Diciamo che si sono amalgamate le due cose: Andreazzoli ha riportato serenità, i giocatori hanno ripreso a giocare come sapevano fare e adesso abbiamo una squadra di calcio”.

Giochiamo un po' con i pronostici: Milan o Barca, chi passa ai quarti di Champions?
“Credo passerà il Barca, il Milan ha fatto una grandissima partita all’andata ma il Barca in casa può farti 3 gol in 10 minuti”.


La Coppa Italia la vince?

“La Coppa Italia la vince la Roma, se non siamo stupidi, intendo calcisticamente. L’andata con l’Inter ha dimostrato che abbiamo le carte per passare il turno e poi ci sarebbe la finale con la Lazio. Beh, un’occasione così non ti capita più Se la Roma arriva in finale ha una sola strada: sei all’Olimpico, sotto le stelle, a casa tua, puoi solo vincere”.


19 maggio, il campionato è finito. Guardiamo la classifica: la Roma dove sta?


“La Roma sta dove deve stare. È una squadra nuova, specie in difesa, questo pesa. Per me arriveremo più su dell’Inter, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo tanti giocatori nuovi e giovani. E questo lo paghi”.

Per l'ultima "approfitto" del comico: ci sono un italiano, un americano e uno sceicco arabo… Continui tu la storiella?

“Se l’italiano ci mette l’intelligenza, l’arabo i soldi e l’americano il controllo su soldi e intelligenza costruiresti una macchina da guerra”.

L'intervista è finita, ho smesso di registrare, Antonio mi saluta così: “Forza Roma, sempre, siamo la Roma, daje!”.

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marco del bar di monte del gal 29/08/2013 - Ore 17:47

Sei grande antonio....te seguo da 20 anni e domenica sera sarò al tuo spettacolo...ehi gente fidatevi di quello che dico che ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona , è simpatico,ironico,semplice,bello(non tantissimo)ma soprattutto è della ROMA.............tvb anto' sei un GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE.....ciao marco

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