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BiancoNeri per caso

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 04-01-2014 - Ore 15:42

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BiancoNeri per caso

Doppio ex. Alla Roma 7 anni e il tricolore conquistato nel 2001. Alla Juventus 2 stagioni e altrettanti campionati vinti: 2005 e 2006, quelli che la sentenza Calciopoli annullò, “ma noi quei successi li sentiamo nostri”. Oggi Massimo Neri, 56 anni, è preparatore atletico della nazionale russa allenata da Fabio Capello, “ma in giallorosso e in bianconero ho vissuto i migliori anni”.

Prima Roma e poi Torino, che ricordi si porta dietro?

“I più belli del mio passato. Nella Capitale 7 anni: 3 con Mazzone, 4 con Capello. Lo scudetto nel 2001, una soddisfazione grandissima. A Torino altri 2 scudetti, di cui conoscete la storia, ma quei titoli li sentiamo nostri perché li abbiamo vinti sul campo”.

Quello che l’ha emozionata di più?

“Beh, a Roma fu il primo della mia carriera. Senza dubbio ebbe un sapore diverso, anche per l’atmosfera che si creò in città”.

Una soddisfazione, quella, arrivata con Capello allenatore. Proprio Capello di recente ha parlato della sua esperienza nella Capitale, raccontando che quando arrivò a Trigoria non trovò una grande organizzazione. È vero?

“Credo che Fabio abbia portato nella Roma regole e disciplina come mai in passato. Doveva funzionare tutto: dal giardiniere allo staff tecnico. Ha cambiato il modo di pensare e, guarda caso, la squadra è rimasta ai vertici del calcio italiano anche dopo il suo addio”.

De Rossi ha paragonato Garcia a Capello.

“Ci può stare, mi risulta che anche Garcia come Fabio sia attento all’aspetto organizzativo e disciplinare”.

Il passaggio alla Juventus del vostro staff fu mal digerito dall’ambiente romanista. Che effetto le fa ripensare a quei giorni?

“Fu clamoroso e inaspettato. Seppi del trasferimento tardi, quando tutto era già compiuto. Lasciare la Roma poteva rappresentare un trauma, soprattutto per andare alla Juve, ma l’alternativa era restare a casa e cambiare lavoro. Noi siamo professionisti e se si ha una possibilità bisogna coglierla e fare del proprio meglio. Certo, non sono diventato un tifoso bianconero”.

Ha allenato due campioni come Totti e Del Piero. Differenze tra uno e l’altro dal punto di vista fisico?

“Io ho avuto la fortuna di allenare Francesco nel suo momento migliore, sia fisicamente che tecnicamente. Del Piero è venuto in un momento un po’ particolare, dopo una serie di infortuni importanti: era già un pelino in ribasso rispetto al Del Piero dei tempi migliori. In ogni caso, stiamo parlando di due protagonisti unici del nostro calcio”.

In assoluto, l’atleta migliore con cui ha avuto a che fare?

“Il primo nome che mi viene in mente è Ibrahimovic. Impressionante, il prototipo del calciatore moderno. Subito dopo dico Nedved, Roberto Carlos, Batistuta e Tommasi”.

Tommasi?

“Damiano era un’atleta stupendo. Andava sempre a cento all’ora. Pur non disponendo di qualità tecniche eccelse, aveva una forza fisica incredibile”.

Conosce Febbrari, il preparatore atletico giallorosso?

“Lo conosco bene. Febbrari, Pincolini, Carminati, Ventrone, il sottoscritto appartengono a quella categoria di preparatori che hanno aperto una nuova strada. È un ottimo professionista, so come lavora, la Roma è in buone mani”.

Juventus-Roma: che partita sarà?

“Spero che sia bella, sotto ogni punto di vista. Previsioni è difficile farne, è una gara da tripla”.

La Roma è da titolo?

“Sicuramente lo è. Se non lo è la Roma con quel potenziale tecnico, lasciamo perdere. È vero, la Juventus di Conte è forte forte, ma con gli impegni europei può lasciare punti per strada e favorire gli avversari. La corsa al vertice è appena iniziata, tutto può succedere”.

Fonte: AS Roma Membership (Tiziano Riccardi)

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