Breaking News

Calcio assediato:minacce e devastazioni in mezza Italia da Cagliari a Varese, da Roma a Terni; Abodi «noi parte civile»

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-04-2015 - Ore 20:23

|
Calcio assediato:minacce e devastazioni in mezza Italia da Cagliari a Varese, da Roma a Terni; Abodi «noi parte civile»

A quasi un anno dalla tragica morte di Ciro Esposito il mondo del calcio compie l'ennesimo salto all'indietro, prigioniero del tifo violento e del fanatismo estremista. Non bastassero il burrascoso faccia a faccia tra ultrà e giocatori della Roma, o le frasi squallide sugli striscioni durante Roma-Napoli, nelle ultime ore si sono verificati altri episodi allarmanti: prima un blitz nel ritiro del Cagliari, dove gli ultrà hanno fatto irruzione, minacciato e schiaffeggiato alcuni giocatori, poi gli atti vandalici compiuti nella notte nello Stadio 'Franco Ossolà e che ha portato al rinvio di Varese-Avellino, infine l'arresto di un giovane tifoso della Ternana, fermato nei pressi dello stadio dove nel pomeriggio era in programma il derby di B col Perugia, e a casa del quale la polizia ha trovato bastoni per picconi, bombe carta e altri ordigni artigianali. Mentre in uno dei pullman cui i tifosi perugini hanno raggiunto Terni per seguire il derby la polizia ha sequestrato un tirapugni in ferro e decine di bottiglie di vetro. Il tutto mentre il ministro dell' Interno Alfano annunciava l'identificazione dei 4 ultrà ritenuti responsabili degli striscioni contro la madre di Ciro Esposito e Andrea Abodi, anticipava che la Lega di B d'ora in avanti «sarà parte civile in ogni procedimento contro i responsabili di atti che nuocciano agli interessi dei 22 club». James Pallotta si era ribellato a tutto questo, decidendo di non fare ricorso contro la squalifica della Sud, cuore del tifo giallorosso, e giusto pochi giorni fa aveva condannato il comportamento delle frange più estremiste del tifo romanista, col risultato di spaccare in due non solo il popolo giallorosso ma la stessa cultura del tifo. Col senno del poi, quella del presidente americano è sembrata una predica nel deserto, perchè nella serata di venerdì un gruppo di ultrà ha fatto irruzione nel centro sportivo di Assemini, dove il Cagliari era in ritiro, e ha aggredito alcuni giocatori rossoblù, accusati di scarso impegno, e sembra che siano anche volati degli schiaffi. Ciò che resta come testimonianza sono le scritte con lo spray rimaste sui muri del centro sportivo: «sputate sangue sulla maglia mercenari». «Sono cose brutte che si devono eliminare non solo a Cagliari, ma ovunque», l'eloquente commento di Zdenek Zeman che ha parlato di giocatori 'choccatì. Il vicecapo della Polizia, Alessandro Marangoni, da Olbia ha parlato di gravi fatti, annunciando che i responsabili verranno perseguiti. «Quello della violenza negli stadi è un fenomeno che continua e c'è ancora tanto da camminare. I fatti di Cagliari sono gravi, i responsabili saranno perseguiti con la massima severità». Non c'è stato il confronto il vis-a-vis ma non cambia la sostanza spostandosi più a Nord, al 'Franco Ossolà di Varese dove gli ultrà locali, o meglio teppisti, hanno devastato tutto ciò che era possibile: hanno distrutto porte, segato pali e panchine, imbrattato il campo, sradicato zolle e scritto frasi offensive contro la dirigenza sui muri: morale, la partita in programma oggi alle 15 contro l'Avellino è stata rinviata. «Oggi c'è chi utilizza il calcio in maniera distorta, bisogna far fronte comune per ripristinare la normalità - le parole di Damiano Tommasi, presidente dell'Aic - Tutti insieme dobbiamo affrontare il problema, dopo che per anni ci si è assuefatti a questa atmosfera. In Europa sarebbe impensabile quello che accade in Italia, i calciatori sono i primi a volere una normalizzazione dei rapporti con le tifoserie». 

Fonte: ANSA

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

federica 18/04/2015 - Ore 22:41

troppe parole troppi titoliin evidenza INDIFFERENZA!!!!!!!!!!!!!!!

chiudi popup Damicom