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Calcio Scommesse: gli inquirenti: “alzare pene frode sportiva” pm di Cremona: “è pozzo senza fondo,scoperta solo fetta corruzione”.

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-04-2013 - Ore 19:14

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Calcio Scommesse: gli inquirenti: “alzare pene frode sportiva” pm di Cremona: “è pozzo senza fondo,scoperta solo fetta corruzione”.

(ANSA) Innalzare le pene previste per la frode sportiva, estendere alle società sportive la disciplina della responsabilità amministrativa delle aziende, prevedere la possibilità di effettuare sequestri e confische. I magistrati che indagano sul mondo del pallone chiedono un intervento legislativo per evitare di veder vanificato il lavoro svolto. E avvertono: quella scoperta finora «è solo una fetta della corruzione» tra i calciatori, il «fenomeno è molto più ampio: è un pozzo senza fondo». L'occasione per lanciare l'allarme la offre il convegno organizzato dalla rivista 'Lex giochì sull' «attacco alla credibilità dello sport» portato dal giro delle scommesse clandestine. Un giro d'affari che vale nel mondo 140 miliardi l'anno e 10 in Italia, su cui ha aperto gli occhi anche l'Europa: Bruxelles, dice l'eurodeputato Salvatore Iacolino, sta lavorando ad un «approccio giuridico comune» per trovare leggi e misure appropriate contro i fenomeni di riciclaggio legati alle scommesse, come sanzioni e fattispecie di reato adeguate. Sono stati proprio i magistrati impegnati in prima linea a sottolineare che qualcosa non funziona nel modo giusto: il procuratore di Cremona Roberto Di Martino - titolare della principale indagine sul calcioscommesse con 160 indagati, un centinaio di partite, anche di A, sotto inchiesta e 200mila telefonate intercettate - e il pm di Bari Ciro Angelillis, che ha condotto l'inchiesta sui rapporti tra calcio e criminalità organizzata barese. «Nessuno può credere - dice il capo della procura di Cremona - che il fenomeno sia limitato a quello che abbiamo scoperto. L'indagine ha messo in mostra solo una piccola fetta della corruzione che c'è nel mondo del calcio». Dunque è necessario «contenere e reprimere» certi atteggiamenti. E invece, sottolinea Di Martino, «c'è una tendenza a comprenderlo senza screditarlo a sufficienza» soprattutto da parte di chi vive nel mondo dello sport e del calcio in particolare. «La cosa che mi ha più preoccupato nei calciatori - spiega - è che quando vengono interrogati sulle partite manipolate nella parte finale del campionato, ritengono che sia un fatto assolutamente veniale. I calciatori ritengono che sia una cosa del tutto lecita manipolare le partite, sia dal punto di vista penale che morale». Ecco perchè è necessario intervenire. Lo dice il procuratore di Cremona e lo conferma Angelillis, entrambi convinti che le attuali norme vadano aggiornate. A partire dal reato di frode sportiva che, così come è oggi, prevede pene irrisorie e, sottolinea il pm di Bari, «non consente neanche di punire tutti qui calciatori che scommettono sulla sconfitta della propria squadra e poi perdono davvero». I magistrati chiedono innanzitutto di innalzare le pene previste per chi si rende responsabile di frode sportiva che, dice Angelillis, «è punito oggi come chi dà del cretino ad una persona». Pene più alte, dunque, dal punto di vista detentivo, affinchè sia possibile disporre le intercettazioni nei confronti degli indagati, e da quello patrimoniale, «prevedendo, come nel caso della corruzione, la possibilità di sequestri e confische preventive». L'altra richiesta che arriva dai pm è l'estensione alle società sportive del decreto legislativo 231 del 2001, il provvedimento che ha introdotto la responsabilità amministrativa delle aziende in base alla quale queste possono essere ritenute responsabili in relazioni ad alcuni reati commessi o tentati dai propri amministratori o dipendenti. Basterebbe inserire il reato di frode sportiva, dicono i magistrati, nell'elenco di quelli previsti dalla 231 e parecchi problemi sarebbero risolti.

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