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Calenda (ag.Dodò): "A Roma c'è stata diffidenza verso di lui. Il calcio lì è vissuto in maniera esasperante"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-09-2014 - Ore 18:55

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Calenda (ag.Dodò):
Lì a Campinas, Brasile, c’era una ragazzino dai capelli ricci e folti. L’aria simpatica, il nome buffo. Si chiamava Dodò. Quando correva col pallone tra i piedi sembrava un levriero. Il Corinthians sembrava volerselo tenere stretto, fin quando se lo fece scappare. In agguato c’era la Roma, che lo prese a parametro zero. Un’annata difficile, anche sfortunata. Poi quel giovanotto dai capelli ricci divenne il desiderio dell’Inter. Dalla capitale a Milano, una storia appena cominciata ma già diversa. Dodò impressiona, a sinistra sembra un veterano. Incisivo il suo precampionato, spettacolare col Sassuolo. E siamo appena alla seconda giornata. Le difficoltà in giallorosso un ricordo, neanche troppo amaro. “Il calcio a Roma è vissuto in maniera esasperante – confessa a gianlucadimarzio.com il suo agente, Roberto CalendaNon è stata un’annata facile, ma anche in giallorosso Dodò ha dimostrato il suo valore”.
 
Fu accolto con una certa diffidenza, poi i problemi fisici: “Non sempre tutti i fattori si incastrano alla perfezione – prosegue Calenda – la Roma lo prese perché ne capì le qualità, ma in effetti l’ambiente fu un po’ ostile, soprattutto all’inizio. C’era un po’ di diffidenza. Ma nelle poche partite giocate ha fatto vedere le sue doti”. Quelle che Mazzarri ha subito apprezzato: lo ha accolto all’Inter con gioia, facendolo giocare subito: “L’esasperazione tattica di questo allenatore, la sua continua ricerca di miglioramenti e di stimoli è stata positiva per Dodò. Non solo per lui, ma anche per Juan Jesus (altro assistito di Calenda, ndr). Jesus è cresciuto, è una forza della natura. Lo dimostrerà. Dodò invece migliora, si sta ambientando bene ed è contento di questa avventura”. Allora non è vero che Mazzarri non sa lavorare coi giovani… “Dodò si trova bene con lui. Mazzarri sa stare dietro ai suoi giocatori, li segue con grande attenzione. Con Jesus ha fatto un ottimo lavoro. La strada è positiva. La stagione è appena cominciata, è vero, ma Dodò ha dimostrato cosa può fare. Essere il titolare dell’Inter è possibile. Lui è giovane, ha dei margini enormi e intorno a lui sente fiducia e stima”.
 
Calenda ha portato in Italia, oltre Dodò e Juan Jesus, anche un certo Marquinhos. Arrivati come giovani totalmente sconosciuti e oggi sulla strada buona per diventare dei campioni: “Non sempre si riesce, ma giovani interessanti ci sono sempre. Su molti di loro vale la pena puntare. A volte va bene, altre meno. Per il futuro è possibile vedere qualche volto nuovo… Ci stiamo lavorando”. Mercato brasiliano diventato difficile e costoso, almeno questa è la sensazione: “In effetti si è creato un movimento inverso. In Europa c’è la crisi e in Brasile girano più soldi. I costi dei cartellini sono lievitati. Spesso è necessario investire non poco. Ma il vero inghippo, a mio parere, è il limite imposto al tesseramento di extracomunitari nel calcio italiano. Questo aspetto frena la possibilità di portare giovani interessanti, anche a costo zero”. Giovanotti con una valigia, una speranza e un bagaglio di sogni: la caccia ai nuovi talenti. Dal Brasile all’Italia la strada non è poi così lunga.

Fonte: gianlucadimarzio.com

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