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Da Szczesny a Dzeko, cinque ragioni per sognare

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 31-08-2015 - Ore 20:31

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Da Szczesny a Dzeko, cinque ragioni per sognare

Una campagna acquisti indovinata, un capitano pronto a dare il suo contributo nel momento del bisogno, un allenatore che ha nel dna la vittoria al terzo anno sulla stessa panchina, un presidente che non vede l'ora di scrivere il suo nome nella storia del club, un ambiente nuovamente entusiasta. Nella Roma, dopo anni di promesse non mantenute, sembra esserci finalmente il giusto mix per puntare al sogno tricolore. A Trigoria la parola 'scudettò non viene pronunciata da nessuno, nemmeno da Rudi Garcia, scottato lo scorso anno dal proclama divenuto boomerang. Eppure, le ragioni per essere ottimisti nella Capitale sono almeno cinque. Innanzitutto, il successo sulla Juventus ha mostrato che Sabatini si è mosso bene sul mercato. Szczesny tra i pali regala sicurezza a tutta la squadra, l'arrivo di Digne sembra aver finalmente colmato la lacuna storica sulla fascia sinistra, Dzeko è il centravanti che tutti sognavano dai tempi di Batistuta, e che assieme a Salah e Iago Falque forma un tridente ben assortito. Insomma, se capitan Totti darà il suo contributo quando chiamato in causa, e se anche il difensore Ruediger e il mediano Vainqueur si inseriranno a dovere nell'ingranaggio romanista, la rosa sarà profonda e ricca di soluzioni. Starà poi a Garcia guidare il gruppo al successo. E alla sua terza stagione sulla panchina giallorossa il francese sogna di ripetere quello storico double (campionato e coppa nazionale) centrato col Lille proprio al terzo anno. A difendere il lavoro di squadra e tecnico c'è poi James Pallotta, che dall'America vigilia a distanza sulla quotidianità di Trigoria continuando a lavorare sodo per garantire alla Roma un ruolo da prima della classe. «Questo è il mio terzo anno da presidente. In estate abbiamo attuato dei cambiamenti, e credo che la differenza già si veda. Abbiamo messo a disposizione di Rudi alcuni ottimi calciatori, gente di carattere, e oggi assistiamo a qualcosa di straordinario - ha spiegato a Roma Radio -. Abbiamo una grande squadra in campo e ottimi ricambi in panchina. Serve soltanto un pò di tempo per amalgamare il tutto. Per il resto, è normale che quando le cose non vanno la colpa vada agli allenatori, o a me, o a Sabatini, è una ruota che gira. Forse in estate è toccato a Rudi, e adesso sarà il turno di qualcun altro». Anche se il successo sulla Juventus ha riportato un entusiasmo generale: «È stata la migliore partita degli ultimi dodici mesi, li abbiamo messi all'angolo. Sono orgoglioso di come la squadra abbia portato a casa la vittoria. Sappiamo di avere una squadra con carattere e con il recupero di un paio di infortunati penso che abbiamo buone possibilità di fare una bella stagione. Tuttavia, è soltanto una partita - ha ricordato Pallotta -. Quando abbiamo preso il gol, devo essere sincero, è subentrato un certo nervosismo. Avevamo dominato la partita ed è bastato un passaggio un pò pigro per riaprire la gara. Poi però ci ha pensato Szczesny con quella parata che per me è stata la giocata della partita». Che però la Curva Sud ha seguito in silenzio: «È un pò frustrante assistere alla gara e vedere lo zoccolo duro della nostra tifoseria non sostenere la squadra, inscenando quella che chiama uno sciopero. Non ho mai detto nulla contro la Curva Sud - ha ribadito il presidente -. Ho semplicemente detto che ci sono alcune mele marce. Non ho detto nulla contro i tifosi della Roma, mi sono rivolto soltanto a una piccolissima frangia che crea problemi alla nostra squadra. È stata una delusione, ma sono stato orgoglioso del comportamento del resto dello stadio. E spero che la maggior parte dei tifosi capisca che stiamo cercando in tutti i modi di mettere una grande squadra in campo. E con il tempo speriamo che possano arrivare titoli. Speriamo possa essere l'inizio di qualcosa di speciale».

Fonte: ansa

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