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Ecco l'imprenditore cinese che vuole la Roma, si chiama Chen Feng

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-11-2013 - Ore 15:44

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Ecco l'imprenditore cinese che vuole la Roma, si chiama Chen Feng

Da Picasso a Budda. Senza però, al momento, approdare a Totti. Nelle febbrili dodici ore seguite alla rivelazione del «Sole24ore» sul possibile ingresso nella As Roma di un miliardario cinese, si è passati da un sicuro acquirente, mister Wang Jianlin (così lo aveva indicato il quotidiano della Confindustria), a un inquietante personaggio, il faccendiere Kenneth Huang, per arrivare al possibile socio, il buddista Feng. 

IL CANDIDATO - Tolto il nome di mezzo, diventato famoso per aver cercato di rifilare a Moratti un’improbabile cordata, il primo e l’ultimo avrebbero qualcosa di così fortemente esotico da far sognare in grande i tifosi: il patrimonio personale. La rivista finanziariaForbes indicava Wang Jianlin, 59 anni, come il più ricco della Cina, con un patrimonio di 14 miliardi di dollari, capace di comprare, solo due settimane fa, un Picasso per 28 milioni di dollari, tre volte la cifra della base d’asta. Ma poi, nel corso della giornata, il suo nome ha cominciato a perdere quota per una serie di ragionevoli motivi: Wang non ha bisogno di pubblicità e non sogna di investire in Italia dove c’è troppa burocrazia, al massimo - dicono in Cina - potrebbe stringere un accordo per accogliere giovani calciatori cinesi, come ha fatto in Spagna con l’Atletico Madrid. Il candidato a entrare nella Roma, rilevando il trenta per cento di quote Unicredit, sarebbe un altro signore, anche lui con le spalle coperte: Chen Feng, 60 anni, fondatore della HNA Group, un conglomerato attivo nell’aviazione, l’edilizia e il turismo, una catena alberghiera a cinque stelle, hotel anche in Italia, a Napoli e Amalfi, un patrimonio globale di 58 miliardi di dollari e 120 mila dipendenti. 

IL BUDDISTA - Feng, ritratto in alcune foto da cityman e in altre col vestito attillato da comitato centrale, in realtà pratica il Buddismo, segue i precetti di Confucio e sembra nato per gli affari: ex ufficiale d’aviazione, Feng ha fondato una compagnia aerea, la Hainan Airlines, con un capitale di appena 10 milioni di yuan, circa 1,6 milioni di dollari, cifra neanche sufficiente a comprare l’ala di un Boeing 737. Senza perdersi d’animo, Feng ha aggirato il problema, noleggiando due 737 negli Stati Uniti e sfidando il mercato, fino a quando non è arrivato il momento chiave della sua carriera: l’incontro, negli Stati Uniti, con quello che diventerà il suo investitore principale, George Soros, il miliardario ungherese il cui nome venne accostato alla Roma nel 2008. Il fondo di investimento Soros rilevò il 25 per cento delle quote della compagnia, salvando la Hainan dal fallimento. Da quel momento, oltre a espandersi nel settore del turismo, la compagnia di Chen Feng - grazie anche a solidi agganci politici - è diventata tra le prime in Cina, passando poi, come in un Risiko industriale, all’acquisizione di altre compagnie low cost, in Turchia, Francia e Russia. L’obiettivo dichiarato è diventare un brand mondiale e sfondare in Europa. Il nome di questo miliardario, possibile socio in un’inedita joint venture cinoamericana, potrebbe essere spiegabile solo con l’idea di lanciare il proprio nome anche in Italia, magari mettendo il nome Hainan nel futuro stadio. Ieri ambienti vicino a Unicredit hanno parlato di «trattativa avanzata», aumentando la fibrillazione tra i tifosi. E tutto questo dopo una notizia di giornale, poi sparita in serata dal sito online, e il comunicato di Unicredit che, in realtà, non ha mai parlato di trattativa ma di «disponibilità a valutare eventuali opportunità di valorizzazione» . Cioè, tutto e niente. Ma in una città che ha visto passare improbabili miliardari russi e finti sceicchi, è stato sufficiente per sognare.

Fonte: Corriere dello Sport

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