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Editoriale - Il calciomercato della Roma, i media scettici e Sabatini ai saluti finali

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 01-09-2016 - Ore 16:35

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Editoriale - Il calciomercato della Roma, i media scettici e Sabatini ai saluti finali

GABRIELE NOBILE – Ieri sera alle 23 si è chiuso ufficialmente il calciomercato della Serie A compreso quello della Roma, che ha portato in dote diversi calciatori importanti ed altri meno. Nell’ultimo frenetico giorno, la società giallorossa ha piazzato alcuni colpi in uscita, come Sadiq, Ricci, Torosidis e Vainqueur senza acquisire nuovi giocatori da mettere a disposizione del tecnico Luciano Spalletti.

I MEDIA CATTIVI - Per la maggior parte dei media, il mercato della Roma non è stato soddisfacente: giornali ed esperti operatori di mercato spiegano che quanto fatto dal DS Sabatini sia al limite della sufficienza puntando il dito su alcune operazioni che potevano rinforzare la squadra (Borja Valero in primis) e ponendo il dubbio sulle qualità di alcuni elementi arrivati a Roma in estate, come per esempio l’ex Barça Vermaleen e Juan Jesus preso dall’Inter. Questo probabilmente è l’aspetto più importante da sottolineare, visto che negli ultimi 3 anni la Roma era stata sempre quotata (da tutti) come la regina del mercato estivo. Tutto ciò non aveva prodotto risultati in termini sportivi, poiché a fine stagione la Roma si era sempre trovata non con un pugno di mosche in mano ma con 2 secondi posti nell’era Garcia ed un terzo con Spalletti e relativa non qualificazione diretta in Champions League a discapito dei preliminari persi poi con il Porto a metà agosto. Speriamo che il trend sia diverso, con la Roma non reginetta del mercato estivo ma protagonista assoluta almeno in campionato, poi tra il partecipare per vincere ed alzare qualche trofeo la linea è molto sottile ma l’importante sarà di crederci fino in fondo,  lavorando intensamente su quella che è la dottrina del trainer di Certaldo.

PAGELLE NEGATIVE - Sempre per i fantomatici “espertoni”, la Roma ha fatto un calciomercato in tono minore ponendosi nella condizione oggettiva di rincorrere le altre pretendenti al titolo (sempre se la Juve mollerà qualcosa) come il Napoli e l’Inter che bene hanno fatto in sede di “transfermarkt” ma poi, come al solito, sarà il campo a dirci chi ha fatto bene in termini di programmazione e chi invece verrà rimandato alla prossima stagione. Personalmente riteniamo che la Roma abbia fatto il suo, andando a sistemare il reparto più carente come la difesa con gli ottimi acquisti di Fazio, Vermaleen, Bruno Peres, Jesus, Alisson e Mario Rui, tenendo Manolas (ma come non doveva essere venduto?) e confermando Szczęsny almeno per un’altra stagione. Probabilmente, a centrocampo ed in attacco la coperta è un pochino troppo corta sia a livello numerico che qualitativo vista la partenza di Pjanic ed in attesa dell’esplosione di Gerson; mentre in attacco tutto ruoterà intorno agli umori di Dzeko, Salah (la sua partenza è prevista per metà gennaio 2017 a causa della Coppa D’africa) Perotti, Totti, Iturbe ed El Shaarawy che tanto si erano comportati bene nello scorso campionato, ponendo la Roma stessa al top per quanto riguarda le marcature collettive. In molti hanno sottolineato l’assenza di una vera e propria alternativa a Dzeko, ma spesso erano gli stessi che chiedevano il rinnovo del capitano Francesco Totti, cosa poi avvenuta. Sarà il simbolo di Roma la vera e propria prima alternativa al (speriamo) bomber bosniaco, visto che lo stesso numero 10 giallorosso ha nelle gambe ancora diversi gol  ma soprattutto la voglia di essere ancora protagonista e non una comparsa.

FUTURO - Questa è la cronaca commentata del calciomercato romanista che si è chiuso ieri, fino alla prova del campo, il giudizio dovrà rimanere sospeso. Certamente, l’inizio non è stato assolutamente confortante con l’eliminazione dalla Champions League nel doppio confronto scellerato contro il Porto, oltre al passo falso in campionato contro il Cagliari. Diverso è il soffermarsi ed analizzare quanto successo in questi ultimi tre mesi estivi che inevitabilmente pesano in un giudizio generale. La Roma si è trovata ad operare in questo ultimo calciomercato con Walter Sabatini dimissionario, aldilà di quanto raccontato ufficialmente. il DS romanista ha operato in tono minore, spesso in contrasto con altri manager di piazzale Dino Viola, tant’è che è ritornata forte la figura di Franco Baldini che in qualità di “consulente esternoha guidato il presidente Pallotta in alcune operazioni di mercato poi realizzate. Il fatto è che la Roma ha un presidente che teleguida la società da Boston, un consulente che gestisce (o consiglia) il mercato da Londra, senza dimenticarci che almeno tre figure importanti per la stessa Roma sono in scadenza di contratto a giugno 2017: il tecnico Luciano Spalletti,  capitan Francesco Totti ed il suo vice (forse!) Daniele De Rossi. Questa è da ritenersi un’anomalia che in qualche modo potrà determinare l’esito della stagione. Il fatto stesso che Sabatini abbia più di una volta paventato le dimissioni a fine mercato estivo 2016 e con una programmazione che di certo non si ferma a fine agosto ma che inizia proprio il giorno nel quale si stoppa ufficialmente il calciomercato, è sinonimo di come il club giallorosso debba seriamente pensare di cambiare marcia e sostenere in maniera chiara ed inequivocabile quelle che saranno le linee guida (parliamo del dipartimento sportivo) per il futuro e, derogando da quello che spesso viene tirato in ballo come “segreto industriale”, sarebbe il caso che qualcuno poi lo spiegasse anche ai media.

Dopo 5 anni in società, sono cambiati molti top manager, Pallotta su questo argomento si è dimostrato molto sensibile, in perfetto stile Yankee, tranne Sabatini e Baldissoni tutti gli altri sono stati sostituiti. Con il Direttore Generale fresco di rinnovo per un altro triennio e con il molto probabile arrivo di una figura di alto livello come quella di Umberto Gandini, ex manager del Milan ed amministratore delegato in pectore per i giallorossi, sarebbe il caso di lavorare intensamente su quella che sarà la nuova figura centrale per un club di calcio, ovvero il Direttore Sportivo.

Walter Sabatini ha fatto sicuramente un buon lavoro nel complesso, creando un patrimonio importante per la società, valorizzando il parco giocatori, ma il suo metodo non ha portato neanche un risultato in termini di trofei alla società che invece grazie al suo “Player Trading”, spesso eccessivo, ha posto il club di Trigoria in cima alla classifica di rendimento per quanto riguarda le plusvalenze, aiutando di fatto la prima fase di crescita della società stessa.  Adesso, però, tutto questo non serve, o quanto meno speriamo che non debba servire per il futuro prossimo, nel quale la Roma dovrà dimostrare seriamente di sedersi al tavolo dei grandi club, sia in Italia che in Europa. Servirà un DS meno istrionico e più incisivo nel creare un gruppo compatto di giocatori dando alla rosa stessa una sorta di continuità, reparto per reparto, senza la ricerca ossessiva di stravolgere intere sezioni della squadra, come successo quest’anno con la difesa.

Se le regole del calcio moderno saranno ancora influenzate da quanto richiesto dal Fair Play Finanziario in termini di equilibrio dei bilanci, ci sarà ancora uno spazio di manovra importante per chi sarà delegato al mercato giallorosso, ma ripetiamo c’è da invertire il metodo, quello con Sabatini al comando ha generato interessanti successi finanziari ma non una cura definitiva al male della Roma stessa, vincere.

 

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