(EDITORIALE) JUVENTUS E ROMA: la differenza tra ME e TE
In serate come questa mi piace raccontare e ricordare una breve storia di sport, forse sconosciuta ai più.
Olimpiadi di Los Angeles – 1984: provate a cercare su youtube il video della maratoneta Gabriella Andersen, vi troverete davanti una bellissima scena di sport che diventa anche una lezione di vita.
Gabriella entra nello stadio stremata dalla fatica, non ci sono più in palio medaglie né piazzamenti d’onore, non sta sulle gambe, ma lei continua, non accetta l’aiuto dei barellieri che le fanno segno di smettere. Il pubblico del Los Angeles Colisseum si alza in piedi per lei. La Andersen taglia il traguardo e conclude al 37simo posto. Non vince ma entra nella storia.
Si può vincere anche senza arrivare primi? Sì, perché la vittoria ha molte facce.
Ha, per esempio, la faccia di Benatia che ieri nel post partita è sì felice del risultato, ma più ancora è arrabbiato con se stesso e con i compagni perchè "non è stato tutto perfetto".
Ha la faccia di chi vuole migliorare. Di chi, più ancora, crede in qualcosa. Di chi lotta per qualcosa e vuole ottenerlo con l'impegno, il lavoro, il sacrificio. Partita dopo partita sul campo.
La Roma batte il Bologna grazie al primo gol in maglia giallorossa di Nainggolan. Colpo su colpo risponde alla Juve, attesa dal derby contro il Torino.
I bianconeri passano in vantaggio con Tevez, poi Pirlo in area sgambetta El Kaddouri, Rizzoli lascia proseguire tra le proteste. Come da copione.
La classifica dice Juventus 66, Roma 57.
Io dico che la grande bellezza (nostra) batte e sempre batterà la grande bruttezza.
La bellezza è tante cose. Ed è nostra. Tutta nostra. Solo nostra. I campioni, comunque andrà, siamo noi.
Siamo campioni di bellezza. Di onestà. Di valori. Che contano nella vita. E contano pure nel calcio.
La bruttezza la lasciamo volentieri agli altri. Gli lasciamo le proteste, le polemiche, le mezze vittorie spacciate per trionfi.
Noi la nostra grande bellezza ce la teniamo stretta. Ce la coccoliamo perchè la bellezza è sempre una promessa di felicità. E noi, stasera più che mai, siamo felici di essere tifosi della Roma. Cosi felici che solo a dirlo ci riempiamo la bocca e il cuore. Cosi felici come si è felici quando si va fieri di qualcosa. Di qualcuno. Noi siamo tifosi fieri, fierissimi di questa Roma. Siamo noi i tifosi di questa squadra bella, di questi giocatori, di questo allenatore. Siamo fieri di voi.
Abbiamo vinto poco, vero. Ma che importa? Che importa se il prezzo da pagare per vincere era perdere la bellezza? Noi, a differenza degli altri, non ci siamo mai abituati alla bruttezza. Noi non abbiamo mai smesso di guardarci intorno, non abbiamo mai smesso di cercare, non abbiamo mai smesso di vedere la bellezza anche quando tutto intorno era brutto.
Abbiamo vinto noi. Tutte le volte. Senza rendercene conto. Abbiamo sempre vinto noi. Campioni di un'eleganza morale che non conosce e mai conoscerà sconfitta.
FORZA ROMA, crediamoci. Fino alla fine.
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