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Editoriale - Le mosse di Garcia e il sogno di una notte di mezza estate...

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 09-08-2013 - Ore 22:45

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Editoriale - Le mosse di Garcia e il sogno di una notte di mezza estate...

Diciamo la verità, quando la Roma ha annunciato di avere scelto Rudi Garcia come tecnico per la prossima stagione, dopo aver incassato il no di Mazzarri e archivato il ridicolo tira e molla con Max Allegri, in tanti hanno storto la bocca. 

Fatto sta che il neo tecnico giallorosso,  nato a due passi dal castello di Nemours, in piena Île-de-France, è arrivato a Roma, piazza che si è guadagnata la palma di club "mangia allenatori" , in sordina e senza il clamore che si porta dietro il grande nome.

GRINTA E CONVINZIONE - Le ha mostrate sin dalla prima conferenza stampa di presentazione a New York, accanto al presidente Pallotta  e allo stato maggiore della società capitolina

INCOSCIENZA - Quando a Brunico non ha esitato a definire laziali i contestatori della squadra ha lasciato tutti a bocca aperta

IDEE CHIARE - FILOSOCIETARIO A CHI? -  Tanti temevano che avrebbe avallato cessioni illustri senza battere ciglio. Invece ha blindato Pjanic e De Rossi. Ha chiesto (e ottenuto) Gervinho, suo pupillo. 

COCCOLE: Sì, perchè Garcia se li coccola i suoi giocatori. Pjanic? "Fondamentale", Bradley? Non è solo un grande giocatore, ma anche un grande uomoDe Rossi: Daniele sa fare tutto"

LA FORZA DI SENTIRSI GRUPPO - «Educo come alleno. Discuto, correggo, offro riferimenti. Non dirigo, accompagno». Garcia lo racconta così il suo modo di allenare. Fa sentire tutti i suoi giocatori parte del progetto. Gli piacciono i suoi giocatori. E lui piace a loro: "Siamo felici", lo dice Castan e pure Dodò. Poi è la volta di Bradley e quella di Pjanic. Ciascuno, a modo suo, lancia parole al miele per il neotecnico giallorosso. 

IL GIOCO - Il nuovo allenatore della Roma gioca con un 4-3-3 che si ispira alle virtù di scuola Barcellona. Tanta velocità, pressing, voglia di fare la partita e dominare l'avversario. Il 4-1 della Roma in Canada sul campo del Toronto non lo soddisfa a pieno, ma gli regala, oltre alla certezza di avere un grande Pjanic, la consapevolezza di essere sulla strada giusta. 

Doveva essere Max Allegri. Doveva essere Walter Mazzarri. Doveva essere Laurent Blanc. Doveva essere Marcelo Bielsa. Doveva essere certezza. Doveva essere un grande nome. 

Alla fine è stato Rudi Garcia, la scommessa. Rudi Garcia non il grande nome ma un nome che speriamo diventi grande qui a Roma, con la Roma.

Sin qui è solo calcio d'estate. Da prendere, in questo senso, assolutamente con le molle. Ma teniamocela stretta stretta la speranza di queste notti di mezza estate - notti calde e sveglie e un po' magiche a guardare la Roma targata USA - che, tutti ci auguriamo, diventi la certezza del futuro. 

Buon lavoro mister. 

 

 

Fonte: garcia

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