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Edoardo Leo, talento e successo nel segno di Roma

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 11-03-2013 - Ore 11:00

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Edoardo Leo, talento e successo nel segno di Roma

Romano, romanista, una laurea in Lettere e Filosofia con lode nel cassetto, in cantiere un film con Claudio Amendola..

Il suo maestro è Gigi Proietti. Tanti ruoli come attore in fiction di successo che lo rendono noto al grande pubblico. Poi,  nel 2010, il debutto alla regia con “Diciotto anni dopo” che gli vale la nomination ai David di Donatello e ai Nastri d'argento come Miglior regista esordiente.

Edoardo Leo fa il bis e il 14 marzo torna nelle sale con “Buongiorno papà”, dove recita accanto a Raoul Bova .

 

Edoardo, sei nato a Roma il 21 aprile, guarda caso il giorno del compleanno di Roma. Mi racconti il tuo rapporto con Roma città?

“Sono legatissimo alla città, essere romano è un modo di vivere. Mi piace studiare e fare spettacoli sulla storia di Roma, di cui sono innamorato davvero”. 

Come e quando nasce la tua passione per la Roma?

“Nasce con Bruno Conti…il mio idolo da ragazzino”.

Il più bel ricordo legato ai colori giallorossi.

“Il secondo scudetto. Avevo 10 anni ma me lo ricordo benissimo. Un vero sogno”.

Cosa ti piace e cosa cambieresti della Roma attuale?

“Per motivi lavorativi non sto seguendo le vicende societarie. Roma ha bisogno di cambiare mentalità e di cambiare stadio. Poi ne riparliamo”.

Capitolo Zeman: cosa non ha funzionato?

“Non sono uno zemaniano. Grande ammiratore dell’uomo Zeman, grande rispetto per lui però sono poco fan dell’allenatore Zeman”.

Andreazzoli: destino già segnato da traghettatore oppure ha qualche chances di restare sulla panchina giallorossa anche il prossimo anno?

“Io adoro le sfide e quindi gli darei la possibilità di allenare la Roma anche l’anno prossimo. Potrebbe essere una storia bellissima”.

Macchina del tempo avanti di qualche mese: 19 maggio, il campionato è finito.  Guardiamo la classifica: dove sta la Roma?

“Non so cosa dire…ci devo pensare…secondo me quarta”.

Parliamo di te: una laurea in lettere e filosofia con lode e poi la carriera da attore sulla quale circola una leggenda. Pare che tu fossi destinato a giocare a calcio e poi grazie ad un curriculum falso tu ti sia ritrovato su un set...Verità o bugia?

“Verità, ho finto di aver frequentato delle scuole di recitazione per un po’. Poi ho cominciato a studiare dopo. Un percorso al contrario che non consiglio a nessuno”.

Roma sembra essere nel tuo destino: sei cresciuto a fianco di un grande maestro come Gigi Proietti. Ti abbiamo visto in “Dov’è mia figlia” accanto a Claudio Amendola, con il quale hai lavorato anche ne “I Cesaroni”. Mi racconti qualcosa di ciascuno di loro?

“Gigi è il mio maestro, inarrivabile, un mito e gli devo tantissimo. Claudio è un mio amico. Amicizia nata fuori dal set. E ora stiamo preparando un nuovo progetto insieme. Il suo esordio alla regia di cui sarò protagonista. Una storia che parla di sport e di riscatto”.

Eri nel cast di  “To Rome with Love” (ancora una volta torna Roma) diretto da Woody Allen. Che esperienza è stata?

“Piccola ma me la ricorderò. Recitare con Roberto Benigni diretto da Woody Allen non capita proprio tutti i giorni”.

In Romanzo Criminale eri Nembo Kid. Che soddisfazioni ti ha dato interpretare questo ruolo? Hai mai temuto di rimanere 'schiavo' del personaggio?

“No mai, impossibile dopo solo due serie di una serie cult. Anzi sono orgoglioso di aver partecipato ad un progetto rivoluzionario per la tv italiana”.

Il 14 marzo uscirà nelle sale "Buongiorno papà", il tuo secondo film da regista,  in cui reciti accanto a  Raoul Bova, Marco Giallini, Rosabell Laurenti Sellers e Nicole Grimaudo.Che storia è?

“Una bella commedia romantica che vi consiglio di andare a vedere. Un 40enne scopre di essere padre di un’adolescente. Fa molto ridere e  uno dei ruoli comici c’è proprio Giallini che in Romanzo Criminale era il Terribile”.

3 buoni motivi per andare a vedere il tuo film giovedi, giorno dell'uscita.

“Si ride, ci si commuove e poi non gioca la Roma”.

Ti chiedono di girare un film su un calciatore: chi scegli? E che titolo gli dai?

“Ti dico il titolo che fece il Corriere dello Sport quando morì Di Bartolomei:  Ago. Un colpo al cuore. Un film sul capitano di quando io ero bambino”.

Sull’ultima domanda giochiamo un po’ con la fantasia. Finisce l’intervista, suona il telefono, rispondi e dall’altra parte una voce misteriosa ti annuncia che sta per farti una proposta di lavoro da sogno. Chi è? E cosa ti dice?

“E’  Andreazzoli. E mi dice…”dai che domenica giochi titolare…!”

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cristiancrespina@virgilio.it 11/03/2013 - Ore 14:26

A grandeeee!!!!

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