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Garcia: "Costruire sulle ceneri è facile, confermarsi è più difficile. Le critiche dello scorso anno le ho trovate ingiuste"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-11-2015 - Ore 14:11

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Garcia:

Rudi Garcia, tecnico della Roma, è stato intervistato dal quotidiano francese, L'Equipe. Queste le sue dichiarazioni:

Dopo la prima stagione, hai subito critiche nella scorsa annata...
"Non siamo mai stati sotto il secondo posto tranne una giornata. Le 10 vittorie di fila e il record societario di punti sono state cose fantastiche il primo anno ma arrivavo sulle ceneri. Costruire qualcosa è facile, confermarsi è più difficile. E per me ha più valore".

In questa stagione, siete tornati a un gioco più spettacolare.
"Lo scorso anno ci siamo dovuti adattare per obblighi a causa di infortuni e assenze che ci hanno penalizzato tra gennaio e marzo. In questa stagione, abbiamo fatto un mercato che ci ha permesso di riprendere una filosofia offensiva".

Come è percepito questo in Italia, la patria del catenaccio?
"Qui si tende a enfatizzare i gol subiti. La mia squadra si espone e non è sempre facile per i difensori. Ma questo ci permette di essere il migliore attacco del campionato e aver segnato 10 gol in Champions League".

Come avete vissuto le critiche feroci della scorsa stagione?
"Le abbiamo trovate un po' ingiuste. È complicato quando vanno oltre la loro funzione. Ma non mi interessa, vado avanti per la mia strada. Finché starò con i miei dirigenti e i miei giocatori potrò lavorare come voglio... in ogni caso ci siamo qualificati per la Champions League. Non ne faccio un momento di gloria perché non è un titolo, che resta il mio obiettivo con la Roma".

Non andrai via prima di aver vinto qualcosa?
"Certo che no, sto in un grande club e il proprietario americano sta facendo di tutto per farlo diventare un grande club in Europa. C'è il progetto del nuovo stadio che arriverà presto, spero, ma il sogno è vincere il titolo prima, all'Olimpico".

Dici che la Roma è un grande club ma il palmares non è molto fornito. L'attesa non può essere una difficoltà?
"Sì, è dura... la Roma ha vinto 3 scudetti in 90 anni, è frustrante. Penso che saremo più forti se tutti spingeranno nella stessa direzione".

Stai dicendo che tifosi e media mettono troppa pressione?
"Le reazioni sono spesso eccessive. Si finisce rapidamente nel catastrofismo se i risultati non sono buoni. Non ci fa bene, ma il mio ruolo è assicurarmi che tutti stiano misurati, obiettivi e rispettosi".

Ci sono stati momenti in cui ti sei sentito scaricato?
"Mai. Con Sabatini lavoriamo a stretto contatto, un esempio è Digne. Quando Sabatini me lo ha proposto, gli ho detto di prenderlo ad occhi chiusi ma non voglio che sia catalogato come mio acquisto, così come Gervinho".

Il tuo proprietario voleva fare di te il Ferguson della Roma. Rimarresti 25 anni qui?
"Ci ho pensato. Ma nel calcio è complicato. Lavoro qui come se dovessi finire qui la carriera, 24 ore al giorno".

Tornare un giorno in Francia, magari al Psg...
"Non mi pongo la questione. Sto bene alla Roma. Non mi vedo in nessun altro club che questo. Avrò sempre tempo per pensarci".

Pensa anche a un ruolo da ct?
"Ne ho potuto parlare con Deschamps quando ha preso la nazionale francese. Il lavoro è diverso. Non è semplice creare un’identità di gioco. Non sono pronto, ho ancora bisogno della presenza dei miei giocatori nel quotidiano. Ma questo mestiere ti mangia, anche fisicamente. Quindi, se un giorno avrò bisogno di un ritmo meno stressante, perchè no?".

Fonte: L'Equipe

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