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Garcia: "Da piccolo sono caduto nel calderone come Obelix. Totti? Il piano è vincere la Champions con lui"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 20-10-2014 - Ore 12:47

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Garcia:

"Da ragazzo sono caduto come Obelix nel calderone con la pozione magica, da allora il calcio ha determinato la mia vita. L'allenatore è un bel lavoro ma è fragile come un castello di carte. Anche dopo un anno di successo si può essere licenziati, come è accaduto a me a Lille. Ecco perchè ho sempre una valigia pronta vicino alla porta". Alla vigilia dell'affascinante sfida in Champions League col Bayern Monaco, Rudi Garcia si racconta al magazine tedesco Kicker senza nascondere i traguardi professionali che ha intenzione di tagliare a breve termine con la Roma, la sua idea di gioco, e la stima che nutre nei confronti del collega Pep Guardiola. "So come funziona il business del calcio. Preferisco vivere nel presente e cercare di raggiungere i miei obiettivi a Roma - spiega il francese -. Quali sono? In questa stagione vinciamo il campionato, sono sicuro. Il piano è condurre la Roma nell'elite europea e meglio ancora vincere con Francesco Totti la Champions League, lo merita davvero con la sua fantastica carriera". "Un 'double nel 2015? No, è sicuramente troppo presto. Sarebbe già un enorme successo superare il difficile girone in cui siamo capitati - ammette -, ma le due sfide col Bayern Monaco sono un ottimo banco di prova per vedere a che punto siamo". E magari anche per cancellare quello "schiaffo in faccia" rimediato all'Allianz Arena il 7 novembre del 2012 quando il suo Lille fu umiliato per 6-1 dai bavaresi. Che oggi sono allenati da Guardiola: "È stato incredibile a Barcellona, e coraggioso ad accettare il Bayern dopo i successi di Heynckes. Inoltre, è una persona equilibrata, che non fa mai polemiche inutili, un grande allenatore con stile e classe". In quanto a stile, però, anche Garcia non difetta. "Il mio credo è vincere e convincere. Sono un maniaco dei dettagli, ma so che la perfezione è impossibile - aggiunge -. Ho un debole più per chi fornisce assist che per i marcatori. Ovviamente avere Messi o Cristiano Ronaldo aiuta. A Roma, ci sono un sacco di marcatori, questo mi piace. E chiaramente mi piacerebbe un attaccante che segna 25 gol a stagione. Tuttavia, è più sicuro distribuirli su più giocatori e non dipendere da uno soltanto. Se si fa male per tre mesi, la tua stagione è finita. La stella deve essere la squadra". Più facile a dirsi che a farsi con Totti in squadra. "Naturalmente, Francesco è il re di Roma e un genio unico - sottolinea Garcia -. Ma è umile, altruista e mette il bene della Roma prima dei record personali. Questo è ciò che rende un giocatore di classe mondiale".

Fonte: Kicker

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