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Gerini-Capotondi a Insideroma: Amiche giallorosse... Da Morire!

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 14-03-2013 - Ore 16:30

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Gerini-Capotondi a Insideroma: Amiche giallorosse... Da Morire!

Potrebbe essere il titolo del film della loro vita. Amiche lo sono diventate sul set, giallorosse… Da morire lo sono da sempre. Claudia Gerini e Cristiana Capotondi, ora nelle sale con questa black comedy tutta al femminile (“Amiche da morire”), hanno più di qualcosa in comune. Belle, brave e tifosissime della Roma. Ad avercene di amiche così…

(Di Diego Angelino) 

Claudia, come nasce la tua passione per la Roma? 

"La mia famiglia è sempre stata romanista… Nasce quando nasco io!".

 

Quando hai iniziato a seguire le partite? 

"Ero grandicella, avrò avuto 16/17 anni".

 

Te la ricordi la tua prima partita allo stadio?

"Sempre più o meno a quell’età, mi ci porto il mio fidanzatino".

 

Oggi, solitamente, dove vedi le partite della Roma? 

"Generalmente a casa: quando sono serali, c’incontriamo con alcuni amici, come Marco Giallini. Quando giocano di pomeriggio – essendoci le bambine – è più difficile seguirle".

 

Sei una persona sportiva? 

"Sono cintura nera di taekwondo…. Posso sfidare Ibrahimovic, anche lui è cintura nera di taekwondo!! Poi mi piace sciare, andare a cavallo e giocare a tennis".

 

In “Amiche da morire” hai recitato con Cristiana Capotondi, anche lei grande tifosa romanista. Parlavate mai di questa vostra passione?

"Certo… Ma lei è un tecnico! Mi sento in soggezione, fa tutti discorsi tecnici… E’ come parlare con un allenatore!".

 

I tuoi calciatori preferiti del passato e del presente giallorosso? 

"Da bambina ricordo Bruno Conti e Pruzzo. Oggi Totti, De Rossi e poi Osvaldo… Ultimamente sta andando malino, ma gli diamo ancora fiducia".

 

Che ricordi hai degli scudetti del 1983 e del 2001?

"Di quello del 1983 – vissuto da bambina – ricordo un gran casino! Eravamo venuti coi miei cugini a Roma a fare festa – abitavo ad Ostia – per le strade di Testaccio. Quello del 2001 l’ho festeggiato bene, anche se non sono andata troppo in giro perché sembrava – come sempre – lo scoppio della terza guerra mondiale! Mi rammarico di non esser stata al Circo Massimo".

 

Come hai vissuto l’esonero di Zeman?

"A me piaceva, non l’avrei mai mandato via".

 

Facciamo un piccolo gioco: il prossimo anno sulla panchina della Roma chi vedi meglio tra Ancelotti, Mancini e Andreazzoli?

"Mancini. Perché potrebbe dare tanto alla squadra e farci vincere lo scudetto, come ha già fatto da altre parti. Magari riuscirebbe a mettere su una bella squadra".

 

Ora un po’ di fantamercato: Ronaldo, Ibrahimovic o Messi?

"Molto fanta… (ride, ndr)… Scelgo Ibrahimovic, è tecnicamente straordinario, gli ho visto fare delle cose"…

 

Hai particolari riti scaramantici?

"Nessun sms agli amici durante la partita!".

 

Tra Scudetto e Champions League cosa scegli?

"Champions League".

 

Il ruolo delle donne nel calcio è sempre più centrale. Hai mai pensato di poter lavorare in questo ambiente prima di diventare un’attrice?

"No. Quando c’era la Sensi – che incontravo dal parrucchiere – mi raccontava che - oltre alla passione e alla devozione – ci vuole un intuito e uno spirito imprenditoriale… Devi avere doti importanti che non mi sento di avere".

 

Anche nel tuo ultimo film “Amiche da morire” siete tre protagoniste donne. Che esperienza è stata?

"Un’esperienza magica, tra noi si è instaurata una chimica pazzesca. Ci siamo divertite due mesi in Puglia a giocare con questo film, coi nostri ruoli, con queste situazioni a volte così assurde, alleate contro un certo tipo di società maschilista. Con Giorgia Farina (la regista, ndr) si percepiva un grande 'girl power'. E’ un film per tutti, divertentissimo!".

 

  

 (Di Giorgia Rossi)

Cristiana come nasce la tua passione per la Roma?

"Me l’ha trasmessa la mia famiglia. Mio nonno è stato accompagnatore della Roma negli anni ’50 quando c’era Sacerdoti come presidente".

Quando hai iniziato a seguire le partite?

"Quando ero bambina, i Mondiali da quando avevo sei anni, nel ’86 per la precisione, mentre la Roma e dunque i campionati intorno ai 10 anni".

Te la ricordi la tua prima partita allo stadio?

"Sì certo. Era un Roma-Brescia, tra il 90’ e il 92’, non ricordo di preciso. Ho provato una sensazione unica, è’ stato un pomeriggio fantastico".

Oggi, solitamente, dove vedi le partite della Roma?

"Allo stadio se riesco ad andare. Vivendo a Milano mi vedo solitamente Milan-Roma o Inter-Roma, altrimenti le seguo in tv".

Sei sportiva?

"In generale amo molto lo sport, anche se in questo momento non ho tempo per praticarlo. Comunque quando posso nuoto, corro e vado in bici".

In “Amiche da morire” hai recitato con Claudia Gerini, anche lei grande tifosa romanista. Parlavate mai di questa vostra passione?

Sì, anche perché tutta la troupe era romanista. Quando abbiamo girato il film lo scorso anno c’era Luis Enrique e tutte le conversazioni ruotavano intorno a questo benedetto progetto.

Ti è dispiaciuto che abbia lasciato la Roma?

"No, assolutamente. Mi è dispiaciuto di più per Zeman. Credo che lui abbia una filosofia calcistica molto interessante, anche se il meglio lo da con i giovani. Per me sarebbe fantastico se decidesse di allenare i pulcini, avrebbe la possibilità di partire dalle basi. Con i giocatori che hanno già esperienza per lui è più difficile lavorare perché fanno fatica ad assimilare i suoi metodi. Ed è per questo che oggi non ha funzionato alla Roma. Per rendersene conto basta vedere come il giocatore che più lo ha supportato è stato Totti, un grandissimo campione, il simbolo della Roma. Ma Totti era cresciuto con Zeman e aveva fatto propri i suoi metodi e le sue idee quando ancora non aveva raggiunto la piena maturità calcistica". 

Tra i tuoi calciatori preferiti del passato e del presente giallorosso c’è anche Totti?

"Sì, ovviamente, anche se sono molto affezionata ad Aldair e Candela, due giocatori molto eleganti. Senza dimenticare Bruno Conti. In assoluto, però, il mio idolo rimane Roberto Baggio, che con la Roma purtoppo non ha mai giocato". 

Che ricordi hai dello scudetto del 2001?

"Una serie di emozioni incontrollabili. Non sono potuta andare allo stadio a vedere Roma-Parma perché il giorno dopo avevo un’esame all’università. Ero a casa, ho visto la partita sul divano e poi sono andata a festeggiare con mia sorella. Siamo uscite senza casco, d’altronde per quell’occasione tutto era concesso. Il giorno dopo ho sostenuto l’esame con la maglietta della Roma. Ovviamente sono stata promossa. 

Facciamo un piccolo gioco: il prossimo anno sulla panchina della Roma chi vedi meglio tra Ancelotti, Mancini e Andreazzoli?

"Mancini per me resterà sempre laziale, io direi di aspettare la fine del campionato per avere le idee più chiare. Ancelotti non mi ha mai entusiasmata tanto. Magari si potrebbe dare più tempo ad Andreazzoli anche se io sono una nostalgica di Capello, nonostante la sua fuga notturna da Roma". 

Ora un po’ di fantamercato: Ronaldo, Ibrahimovic o Messi?

"Ibrahimovic no perché non è un uomo squadra, di Messi mi piace troppo la sua favola al Barcellona, non lo porterei via neanche se ce lo regalassero: per esclusione prenderei Cristiano Ronaldo".

Hai particolari riti scaramantici?

"No, però mi ricordo che quando ero più piccola attaccavo la maglietta a maniche lunghe di Candela dietro al televisore prima di ogni partita, poi ho smesso perché ho cambiato casa. Ecco non guardo mai i rigori prima che vengano calciati, questo sì. Non ho visto neanche l’ultimo sbagliato da Osvaldo. Ma il suo atteggiamento proprio non l’ho capito. In quel momento non è stato davvero un uomo squadra. Quel rigore doveva calciarlo Totti anche perché aveva un record da battere". 

Tu conosci bene Joe Tacopina, il vice-presidente della Roma. Lo senti spesso?

Sì, ci scriviamo frequentemente. Ora verrà a vedere la partita contro il Parma. Prima ero un po’ scettica sugli americani. Con Viola e Sensi eravamo abituati ad avere figure paterne all’interno della società, mentre oggi non è così, almeno apparentemente. Poi ho conosciuto Joe, americano figlio di emigranti romani e ho capito che lui sente forte questa appartenenza: questa cosa mi ha rassicurata. 

Il ruolo delle donne nel calcio è sempre più centrale. Tu hai mai pensato di poter lavorare in questo ambiente prima di diventare un’attrice?

"Ci pensavo pochi giorni fa, la mia aspirazione sarebbe quella di diventare un dirigente sportivo (ride, ndr).Mi affascina molto il mondo del calcio ma ormai mi sembra un po’ tardi".

Anche nel tuo ultimo film “Amiche da morire” siete tre protagoniste donne. Che esperienza è stata?

"Divertentissima, perché ho scoperto due amiche. C’è stata molta complicità, sostegno, abbiamo creato davvero una bella squadra".

Tra Scudetto e Champions League cosa scegli?

"Lo scudetto".

In tal caso te la sentiresti di promettere qualcosa?

"Posso solo promettere che proverò quella gioia che appartiene solo ai bambini. Quindi vi prego di vincerlo presto!".

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