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Gervinho: "A Roma mi sento a casa. Mi emoziono quando prendo palla e lo stadio si gonfia"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 07-06-2014 - Ore 22:30

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Gervinho:

Il "velocista" della Roma Gervinho ha rilasciato una bella intervista all'inserto della Gazzetta dello Sport - Sportweek, ecco uno stralcio delle dichiarazioni della punta Ivoriana in forza alla Roma di Rudi Garcia

Quando è stata l’ultima volta che hai pianto, e perché?
(sorpreso) ”Nessuno mi aveva mai fatto questa domanda”
Ricorda un’occasione particolare?
Quando ho lasciato l’Africa per diventare un calciatore professionista. Sono partito all’avventura senza nessuno, ed ero spaventato”
E oggi per cosa piange?
Perché la mia squadra ha perso una partita importante. Ma ho appena finito un campionato esaltante per me per il mio club, quindi le mie lacrime oggi sono quasi sempre di gioia”
Cibo preferito?
Se sto a casa mangio africano, se no italiano: carbonara soprattutto”
Ha detto spesso che a Roma si sente come a casa sua. Perché?
Sono stato accolto benissimo e sono tutti molto gentili con me, dentro e fuori dal Club. Sono stato messo su un piedistallo senza averlo chiesto. Mi fanno sentire importante. Ho molto rispetto per questa società. Soprattutto mi emoziona sentire lo stadio che si gonfia ogni volta che prendo la palla e parto verso la porta avversaria. Mi sento come se avessi vinto lo scudetto. Se dovessimo riuscirci davvero, chissà cosa succederebbe…”
Se lo faccia spiegare da Totti che ne ha già vinto uno. A proposito con il capitano parla romanesco o in francese?
Ogni tanto fa qualche battuta in francese per farmi ridere. E’ una persona molto umile: nonostante il suo status, non è arrogante”

Un voto al francese di Totti da 1 a 10?

“Uno!”

Perché Garcia riesce a tirar fuori il meglio di lei? Come segna con lui non segna con nessuno

Perché mi conosce bene dentro e fuori dal campo. Non ha molto da dirmi per prepararmi alla partita. Due o tre parole e io capisco quello che devo fare. A volte bsta uno sguardo”
La gente le chiede di rallentare, davanti alla porta, per sbagliare meno.
“Non ha torto. Dovrei avere più sangue freddo. Ma Garcia mi dice: tu fai quello che sai fare, non preoccuparti del gol”
E’ più veloce lei o Usain Bolt il re dei 100?
“Palla al piede vinco io. Correre con la palla è tutto diverso: i passi che puoi fare con il pallone non sono quelli che fai senza. Specie se hai le leve lunghe come Bolt. Sì, in una sfida potrei batterlo”

La prima immagine che le viene in mente pensando al suo paese?

"E' un luogo di pace e di gioia"

Da uno a Cento quanto è orgoglioso di essere africano?

"Cento"

Invece, cosa le ha dato l'Europa?

"Ho imparato un sacco, Il Belgio, Beveren è stata la mia prima tappa europea, avevo 18 anni, in casa ero da solo e dovevo arrangiarmi.."

Che lavoro faceva suo padre?

" Si è occupato di me, mi ha aiutato a diventare uomo"

Su internet girano un sacco di foto dei suoi capelli e la gente si chiede da quale punto della testa parte l'attaccatura.Insomma li perde oppure no?

"Ho cominciato a farmi le treccine in Belgio, per imitare un compagno di squadra.Adesso provvede una signora, ci vuole tempo, almeno un'ora e mezzo.

Va bene, ma la calvizie?

"Ho cominciato a farmi le treccine in Belgio...per imitare un compagno di squadra."

Ha detto una volta:il calcio ha salvato me e la mia famiglia, in che senso?

"L'esempio è mio padre, grazie al calcio può fare niente e riposare"

Quanti eravate in famiglia?

"Dodici maschi e 6 femmine"

Quando nasce Gervinho calciatore?

"Ad Anyama, il mio villaggio in Costa D'Avorio. Da bambino quando non ero ancora Gervinho. Ne quartiere mi chiamavano petit Kouassi, Gervinho è arrivato dopo, nell'Accademy Asec Abidijan, dove ho iniziato a giocare. Tutti i compagni avevano un soprannome brasiliano e così ne hanno dato anche uno a me, adattando il mio nome di battesimo. Ero magrissimo e correvo veloce come adesso. Ricordo che quando sono entrato all'Accadimia, non mi hanno dato subito le scarpette:prima ho dovuto superare tre livelli."

Addirittura?

"Addirittura.Già il provino per l'iscrizione era stato molto duro..C'erano più di mille ragazzi e io sono stato l'unico del mio villaggio ad essere selezionato. CI hanno fatto giocare 5 contro 5 nudi,ruotando tutti, poi hanno scelto.

 

 

 

 

Fonte: sportweek

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