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(Editoriale) Il CONTE MAX e l'o...stile Juventus

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 17-12-2014 - Ore 17:30

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(Editoriale) Il CONTE MAX e l'o...stile Juventus

Roma –Juve. Una sfida che da sempre si è giocata non solo sul campo di calcio. Il 10 maggio dell’81 sancisce l’inizio di una rivalità storica con il gol (annullato) di Turone che nega lo scudetto ai giallorossi e lo consegna ai bianconeri. È l’inizio della 'battaglia' tra Viola e Boniperti, poi nell’estate del 1998 ci pensa Zeman – allora allenatore della Roma – a rincarare la dose che senza troppi giri di parole, se ne esce così: «Molti giocatori in A non sanno rinunciare a certe sostanze. Guardate Vialli e Del Piero, pensavo che quei risultati si potessero raggiungere solo dopo anni di culturismo». È una autentica bufera che si abbatte sul movimento calcio. Sensi-Moggi, liti e dispetti.

Poi, con l’avvento della dirigenza americana, i rapporti tra le società sembrano farsi meno tesi. Una tregua. Almeno, in apparenza.Si, perché da Conte ad Allegri, sembra proprio che nulla sia cambiato. Sarà che la Roma tallona da vicino i bianconeri, e allora Massimiliano Allegri detto Max, successore di Conte, mostra i denti e gioca a fare il duro, imitando un po’ l’attuale ct della Nazionale e un po’ Mourinho e a chi oggi, in conferenza stampa gli chiedeva di Garcia, ha risposto: “Garcia, chi?” .

Che dire, il buon Conte Max si è perfettamente calato nell’ostile Juventus. E pensare che, nell’estate del post Andreazzoli dopo l’amara sconfitta in Coppa Italia, uno dei nomi più caldi era proprio il suo. Sembrava mancasse solo l’annuncio, l’addio al Milan era ormai cosa fatta e il suo approdo in giallorosso questione di ore. Per fortuna che Allegri, che a vent'anni lasciò la fidanzata sull'altare a pochi giorni dal matrimonio, dimostrò una volta ancora che mantenere la parola data non è esattamente il suo forte. Una salvata da niente, se pensate che avrebbe potuto esserci lui sulla panchina giallorossa. Brividi forti.

Il resto è storia recente. Storia di due stili a confronto. Da sempre. Da una parte, l’ arroganza del potere sintetizzata dal “conta solo vincere”, dall’altra chi quel potere prova a combatterlo. Potere contro poesia perché la poesia è sempre un mezzo per opporsi al potere. E soprattutto perché, non credete a chi vi dice che i valori non contano, che il fine giustifica i mezzi, che pur di portare il risultato a casa, nella vita come nel calcio, va bene tutto, vanno bene le gomitate, i falli, le scorrettezze a palla lontana con l’avversario a terra. Cazzate. Non va bene tutto perchè i valori contano nella vita. E contano pure nel calcio. Per questo gli lasciamo volentieri le loro tante vittorie brutte. E noi ci teniamo, altrettanto volentieri, le nostre poche vittorie, ma belle. Gli lasciamo volentieri le proteste, le polemiche, le mezze vittorie spacciate per trionfi.

Noi siamo felici di essere tifosi di questa squadra, proprio di questa, non di un’altra perché la sceglieremmo sempre, al di là delle vittorie. La sceglieremmo con l'amore di chi è scelto da qualcuno ancora prima di poter scegliere. Perchè l'amore, quello vero, non lo scegli. E' lui che sceglie te.

Per questo noi siamo siamo fieri di questa Roma, di questi giocatori e di questo allenatore. Siamo fieri che Rudi Garcia sia il nostro allenatore. E di nessun altro. Garcia chi? Garcia nostro. Con quel senso del possesso tipico dei bambini verso ciò che gli appartiene: "E' mio". Anche se non lo è.

Abbiamo vinto poco, è vero. Del resto, avete mai visto un poeta al potere? No. Ma questo non è mai stato un valido motivo per smettere di credere nella poesia. Noi non ci siamo mai abituati alla tristezza di chi vive col pensiero fisso di dover vincere a tutti i costi. Noi non ci abitueremo mai. Per questo, noi siamo quelli del Ti amo e siamo quelli che nella notte in cui la Roma saluta l’avventura in Champions League, nonostante la delusione, tra la sofferenza e la speranza scelgono la speranza e il futuro. Noi non smetteremo mai di vedere la bellezza anche quando tutto intorno sembra brutto. Perché, caro Massimiliano, noi lo sappiamo che la speranza è sempre una promessa di felicità. Di vittoria. E di futuro.  

 

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Mark Passerini 19/12/2014 - Ore 09:28

E dopo gli sbrillucciconi di Virna Lisi adesso pure quelli di questo editoriale che parla della Magica ROMA........ te possino.... TVB

Massimo 17/12/2014 - Ore 20:55

Immensa Direttrice! Non saremo mai come loro, Forza Roma

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