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Il settimo sigillo giallorosso

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 07-10-2013 - Ore 10:00

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Il settimo sigillo giallorosso

(Massimo de Caridi) Luci a San Siro non ne accenderanno più, canta Roberto Vecchioni. Alla settima giornata del girone d’andata, la Roma va a giocare a Milano contro l’Inter e per i nerazzurri è notte fonda. Gli uomini di Rudi Garcia sono alla settima vittoria consecutiva e, contro una delle squadre rivelazioni di questo inizio di stagione, vincono 3-0 con un’autorità impressionante. La fase difensiva giallorossa è sempre molto attenta ed in caso di necessità, i romanisti sanno anche esser duri. In 90’, l’Inter di Mazzarri riesce a tirare solo 2 volte nello specchio della porta di De Sanctis in maniera pericolosa: nella prima occasione è il palo ad impedire a Guarin di pareggiare le sorti della gara; nella seconda, Alvarez colpisce molto bene di testa ma trova il numero 26 giallorosso ben posizionato, che blocca il pallone sulla linea. La squadra di Mazzarri cerca di recuperare lo svantaggio masticando gioco sulla trequarti romanista ma andando a sbattere contro un muro insuperabile formato da De Rossi, che fa da schermo davanti alla difesa e da una coppia centrale in grandissima forma come quella composta da Castan e Benatia.

 

Nella Roma, scesa in campo al Meazza in San Siro, mancava il grande ex della partita: Maicon Douglas, mai troppo rimpianto dalle parti della Milano nerazzurra. Nonostante l’infortunio abbia tenuto fuori il brasiliano per la seconda partita e mezzo consecutiva, Torosidis si è fatto trovare pronto e la Roma non ne ha risentito assolutamente. Dalla sua parte agiva Pereira, che oltre al bel cross per il colpo di testa di Ricky Alvarez, ben poco ha fatto in fase di costruzione e molto male ha agito in fase di contenimento. Suo il fallo che ha causato il rigore (in realtà era punizione dal limite) e che ha permesso ai giallorossi di raddoppiare. Quando Gervinho passava dalla parte di Pereira, il pubblico di fede nerazzurra cominciava a rumoreggiare e saliva sempre più forte il timore che qualcosa potesse accadere da un momento all’altro. Una delle chiavi tattiche della vittoria della Roma contro l’Inter è rappresentata certamente dalla disposizione in campo della squadra giallorossa: in fase di ripiegamento, la Roma aveva 5 centrocampisti, poiché Gervinho e Florenzi aiutavano molto Strootman, Pjanic e De Rossi a non rimanere in inferiorità numerica nella zona nevralgica del campo, mentre sia l’ivoriano che l’ex giocatore del Crotone erano sempre pronti a far ripartire la manovra romanista con estrema facilità ed anche molto rapidamente.

 

La manovra interista, solitamente, è molto avvolgente ma è più fatta di fisico e gli attacchi degli uomini di Mazzarri sono spesso in stile rugbistico: accerchiano l’avversario e lo fanno arretrare sempre di più, sino a colpirlo a volte per stanchezza, a volte per distrazione. Contro la Roma questa tattica non è riuscita, poiché erano loro a cercare di rubar palla ma venivano spesso presi in mezzo e costretti a subire il torello in diverse zone del campo. La Roma ha parecchi ottimi palleggiatori, che fanno circolare il pallone finché non c’è un compagno che si smarca e che viene servito. Nell’azione del primo gol, Balzaretti approfitta di uno svarione difensivo di Ranocchia, cede la sfera a Gervinho, che scarica per capitan Totti, che di esterno destro a giro mette il pallone alla sinistra di Handanovic, a pochi centimetri dal palo, con 3-4 difensori interisti che cercavano di impedirgli visuale e tiro. Altra perla di Francesco Totti a San Siro ed anche questa volta, nonostante la grande rivalità tra giallorossi e nerazzurri, parte del pubblico interista applaude. Il 2-0 arriva dopo le uniche 2 azioni interessanti dell’intera gara dei padroni di casa ed è opera di Gervinho, ribattezzato “Gervinbolt” per la sua impressionante velocità nel breve. L’ivoriano si libera senza problemi di Cambiasso vicino alla bandierina del calcio d’angolo, viene affrontato in maniera eccessivamente irruenta da Pereira, che lo atterra, per l’arbitro e l’assistente di porta è rigore anche se il fallo avviene 20-30 centimetri fuori. Totti trasforma la massima punizione assegnata da Tagliavento in stile mondiali 2006 e mette a segno la sua 50a doppietta personale in ed il 230° gol in campionato. La terza rete porta la firma di Alessandro Florenzi ma tutto parte da una giocata da stropicciarsi gli occhi, indovinate di chi? Esatto, Francesco Totti. Il capitano giallorosso stoppa, addomestica, smista il pallone con uno scavetto per Strootman, che nonostante venga definito “lento”, si fa 40 metri di campo centralmente senza che nessuno riesca a prenderlo e poi scarica per Florenzi, che fa partire un diagonale di esterno destro sul secondo palo imprendibile anche per un grande portiere come Handanovic.

 

Partita finita? Macché. Nella ripresa, l’Inter inserisce prima Icardi e poi Milito per cercare di riaprire l’incontro ma nessuno dei 2 trova lo spunto giusto. La Roma si abbassa forse troppo nella propria metà campo ma quando può, riparte in contropiede e se non fosse per l’estremo difensore interista, la sconfitta poteva esser ben peggiore. Handanovic dice no prima ad una bellissima girata al volo di Florenzi e poi ad un contropiede di Gervinho, che presa palla da centrocampo, se la porta fino all’area di rigore avversaria ed alla fine tira di sinistro un po’ goffamente ma costringendo lo stesso a far compiere a Handanovic un super intervento.

 

Tutti aspettavano la Roma ad un match di cartello per testarne il valore, i giallorossi lo hanno superato a pieni voti: 3-0 e subendo poco la pressione nerazzurra. Le uniche 2 macchie sono state le troppe ammonizioni e l’espulsione a Balzaretti, che salterà la prossima partita, e l’essersi chiusi già ad inizio secondo tempo, nella propria metà campo. Dopo 7 giornate i numeri sono straordinari: 20 gol fatti, 1 subito. La sosta arriva al momento opportuno perché così si potranno ricaricare le batterie ma che sia di 2 sole settimane e che al ritorno si giochi Roma-Napoli. Queste 2 squadre, in questo inizio di stagione, si stanno dimostrando le migliori anche per il gioco espresso, sarebbe il caso di rispettare il calendario e farle giocare allo stadio Olimpico di Roma, come previsto. A quel punto avremo un’idea più chiara su quali potranno essere le ambizioni della Roma in questo campionato.

 

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