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Karel Zeman: "Poter allenare in serie A, è una grande opportunità"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 12-05-2014 - Ore 11:20

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Karel Zeman:

Karel Zeman, ha parlato dal calcio danubiano al calcio totale, passando per i successi col Qormi, fino agli auguri per il compleanno di Papà Zdenek.

Karel, tuo padre si è ispirato al calcio danubiano di Ştefan Kovács e al calcio totale olandese degli anni '70, tu a quale calcio ti ispiri?
"Kovács, più che ispiratore di mio padre, è considerato l'ideatore del calcio moderno, quindi dovrebbe essere punto di riferimento per tutti coloro che vogliano davvero "fare calcio". Chiunque di noi allenatori voglia costruire qualcosa sul campo, in minima parte si ispira a Kovács. Io ho trascorso ogni domenica della mia vita a seguire le partite di Zeman, e raramente mi sono annoiato. Quando, negli ultimi anni, ho iniziato a seguire molte altre partite per "aggiornarmi", ho avuto l'ennesima dimostrazione che la preferenza per la filosofia di mio padre non è frutto di amore filiale, ma di un obbligo (soprattutto morale) nei confronti dei veri fruitori del nostro lavoro, cioè il pubblico che segue il calcio e merita di assistere a spettacoli degni di tal nome".

Che differenza c'é fra il tuo calcio e quello di tuo padre?
"Sul campo spero che ci siano meno differenze possibili... mi auguro di far continuare a vivere nel futuro il calcio che mi è stato insegnato. Mio padre ha creato un sistema di gioco che è difficilmente migliorabile, quindi cerco più che altro di ideare esercitazioni sempre più originali per insegnare la stessa filosofia con metodologie diverse, che più appartengono al mio modo di essere".

Il WM dell'Arsenal degli anni '30, del grande Torino degli anni '40 e della grande Ungheria, per quell'epoca, é stato il miglior calcio possibile?
"E' difficile dirlo, per chi non ha vissuto in quell'epoca. Probabilmente il WM era il migliore in base alle conoscenze dell'epoca, ma oggi viene quasi da ridere a pensare ad uno schieramento in cui le fasce laterali siano sprovviste di alcun tipo di copertura".

Il 433 olandese in cosa lo ha superato o in cosa lo ha evoluto?
"Oserei dire in tutto. Ma l'evoluzione più grande è stata senza dubbio la collaborazione tra i reparti. Non a caso si parla di "calcio totale": il calciatore non è mai tale in sè per sè, ma esiste in funzione di un insieme. Di una totalità, appunto. Si vince, si perde, si soffre, si gioisce, insieme. Questo è calcio totale, non solo nel modulo ma anche e soprattutto nella mentalità".

Seconde te quale evoluzione può avere il calcio? Con riferimento al calcio totale e non a quello dei catenacciari. Oltre il 433 cosa ci potrebbe essere? Ovviamente parlo del 433 di stampo zemaniano, con tagli, verticalizzazioni, pressing e sovrapposizioni.
"Il calcio è alla continua ricerca di innovazioni, ma purtroppo la maggior parte delle migliorie riguardano accorgimenti difensivi, tesi a distruggere chi vuole costruire. Per quanto riguarda la fase offensiva, Zeman è considerato insuperabile da ormai troppo tempo: da questo punto di vista ho un bel vantaggio a conoscerne tutti i segreti, ma onestamente devo ammettere che ci sono anche altre metodologie, basate maggiormente sul possesso palla, che risultano molto efficaci ma presuppongono un livello qualitativo superiore agli avversari".

Ora parliamo di te. Karel Zeman, dal 4 gennaio allenatore del Qormi. Come hai accolto la prospettiva di cimentarti nell'esperienza del campionato maltese?
"Poter allenare in serie A, sebbene in un paese considerato minore rispetto al nostro, è una grande opportunità. Credo che a Malta ci sarebbe la possibilità di crescere tantissimo, se solo si eliminassero figure poco chiare che, trovando terreno poco fertile in altri paesi, stanno cercando di saccheggiare e sporcare un territorio calcisticamente ancora poco esplorato. Se Malta-Italia è terminata 0-2 e non 0-10, significa che i due mondi non sono così lontani..."

In che situazione hai trovato la squadra al momento del tuo subentro in panchina? Ti sentivi scoraggiato o fiducioso?
"Al mio arrivo mi è stato subito chiarito che la squadra non aveva mai svolto un'esercitazione tattica. Il responsabile di tutto era il preparatore Enzo Cestaro, ottimo professionista; Josef Mansueto, coach delle squadre giovanili, si occupava di esercitazioni tecniche. Zero nozioni tattiche, zero attitudine ad ascoltare un "guru", che nell'ottica maltese inizia a suggerire combinazioni di passaggi come se si trattasse di pozioni magiche. La squadra mi ha accolto bene, sentiva la necessità di imparare qualcosa ed avere un allenatore vero... ma lo shock è stato enorme, soprattutto da parte mia, nel dover accorgermi di dover spiegare tutto, come al primo giorno di prima elementare. Proprio per questo, essere riusciti ad iscriverci all'università dopo soli 2 mesi (cioè giocare un bel calcio) da ancora più soddisfazione".

A quale delle categorie del campionato italiano può essere paragonata la premier league maltese? Livello qualitativo delle squadre ed eventuale divario tra squadre di testa e di coda?
"Credo che le prime due squadre potrebbero ben figurare in lega pro. Le altre andrebbero inserite tra lega pro e serie D. Tranne Birkirkara e Valletta, tra le altre non c'è un divario enorme".

Facci un quadro della situazione. Incominciando dalla situazione societaria.
"Nel Qormi la società è gestita da un comitato, eletto di volta in volta. Nessuno ha i soldi necessari per gestire la stagione, per cui ogni giorno si cercano nuovi sponsor... e, siccome i risultati di questa stagione erano deludenti per buona parte della stagione, gli sponsor non arrivavano e nessuno veniva pagato. Questa è stata la difficoltà maggiore: dover chiedere uno sforzo maggiore, di impegno e concentrazione, a ragazzi che non ricevevano il loro compenso e venivano da 8 ore di lavoro nella loro vera occupazione, dato che il calcio per loro è solo una "semi-professione"".

Strutture e impianti (4 stadi per 12 squadre). Sul piano logistico è difficile lavorare nella realtà del calcio maltese?
L'evento domenicale è molto ben curato e strutturato... i 4 stadi sono più che soddisfacenti, forse anche spropositati rispetto ad una popolazione di meno di 400.000 abitanti. Semmai un piccolo problema deriva dal fatto che, non potendo allenare negli orari a noi consueti perchè si devono attendere i "lavoratori", bisogna lavorare dopo le 18 quando capita spesso di dover dividere il campo di allenamento con scuola calcio o formazioni giovanili.

Quanto è seguito dal pubblico la serie A maltese?
"Un minimo di 500 spettatori per le partite tra squadre con poco seguito, la media di 1.000-1.500, ma per le gare di coppa o decisive per il campionato si possono superare i 5.000".

Nel mercato di gennaio sono stati acquistati giocatori per rinforzare la rosa? E se sì, sono state accontentate le tue richieste?
"Non c'erano risorse economiche. Il direttore Domenico Roma ha dovuto operare più con idee e conoscenze che con disponibilità effettive... si è fatto il massimo con quello che si aveva".

Tasso tecnico della squadra, livello di professionismo dei tuoi giocatori. Visto che molti la mattina lavorano e il pomeriggio si allenano... è stato difficile inculcare il tuo programma di lavoro e la tua mentalità?
"La mia squadra non era scarsa, aveva soltanto bisogno di essere guidata. I miei ragazzi erano inizialmente timorosi nel giocare palla a terra, temevano di perdere ogni pallone... appena gli è riuscito la prima volta, non si sono più fermati: laddove non ero riuscito a convincerli io, a farlo è stata l'esperienza positiva. Il professionismo riguarda soltanto gli stranieri: noi abbiamo avuto la fortuna di inserire a febbraio due italiani, come Quintieri e Gianola, e recuperare la punta Jorginho, che ci hanno dato un ottimo aiuto. A quest'esperienza ha partecipato anche Antonio Fischetti, ex portiere del mio Bojano e validissimo preparatore dei portieri".

Ci sono nel campionato maltese giovani interessanti che consiglieresti al campionato italiano?
"Credo che ci siano maltesi che potrebbero ben figurare in Italia, ma credo ancor di più che ci siano già troppi calciatori italiani che meritano una chance e spesso non la ottengono, quindi non è giusto cercare stranieri quando si può farne a meno".

Quali sono le idee di calcio che hai trasmesso ai tuoi calciatori? In che modo e in che lingua?
"Inizialmente ho provato a spiegare in inglese, ma la "colonia italiana" non capiva... quindi ho iniziato a parlare italiano con il mio assistente maltese Josef Mansueto che traduceva all'istante in maltese o in inglese... cercavo di spiegare il più possibile in una mini-riunione di 5-10 minuti prima dell'allenamento, per non avere poi troppi intoppi sul campo con perdite di tempo nella traduzione che spezzano il ritmo del lavoro. Le idee che ho provato a trasmettere erano poche, affinchè fossero chiare. Non volevo generare confusione ed accrescere incertezze, per cui il lavoro è stato molto basilare ma, a conti fatti, credo che non avrei potuto far meglio di così".

Modulo tattico 433.... Superfluo chiedertelo, immagino!! E allora ti chiedo se la squadra aveva le caratteristiche sufficientemente soddisfacenti per il tuo credo tattico.
"Non aveva caratteristiche adatte al 4-3-3, ma lavorando si riesce a far tutto. A Malta basta poco, tatticamente, per fare la differenza. In poche settimane Leighton Grech, appena ha imparato a muoversi verso la porta anziché fare avanti e indietro sulla linea laterale, ha raggiunto la nazionale. E Triston Caruana, che inizialmente sembrava lento e spaesato, poi calato in un contesto di gioco diverso, è diventato dominatore del centrocampo".

Nelle ultime partite del campionato ti ho visto schierare gli otto sulla linea di centrocampo al calcio di inizio!!
"In realtà era un mio grande cruccio non averlo potuto fare fin dall'inizio... appena ho visto che la squadra era diventata più sfrontata e consapevole, ci ho provato... ed alla prima volta abbiamo sfiorato il gol dopo 7 secondi di gioco!"

Dopo la prima fase del campionato in cui i ragazzi cercavano di assimilare il tuo gioco, nella seconda fase, la relegation pool, è apparso evidente il livello di crescita della tua squadra, 6 vittorie (un paio di 5-1), 0 pareggi, 4 sconfitte, gol fatti 23, gol subiti 17, differenza reti +6. Onestamente senti di aver fatto un piccolo miracolo?
"Non sento di aver fatto un miracolo, ma di aver lavorato bene. Sinceramente credo che i meriti del Qormi vadano ben oltre questi numeri... Già nelle prime partite abbiamo sempre giocato meglio degli avversari, e si è creata un'atmosfera di fiducia che ci ha portato ad essere vincenti nella relegation pool. Dopo la salvezza matematica, purtroppo i ragazzi hanno mollato la presa e sono arrivate le due sconfitte finali, che rendono i dati meno eclatanti di quanto abbiamo seminato".

Ma un piccolo miracolo lo hai fatto certamente in Coppa di Malta. Il Qormi, unica squadra della relegation pool ad aver giocato le fasi finali della coppa contro squadre del girone play off. Con te il Qormi è arrivato a giocare la semifinale... è più la soddisfazione per essere arrivati in semifinale o più il rimpianto per averla persa per 1-0 al 90'?!
"Vincere la semifinale avrebbe significato partecipare ai preliminari di Europa League... è ovvio che quella sconfitta all'ultimo minuto, dopo aver giocato meglio degli avversari, sia il più grande rimpianto. Con un pizzico di fortuna ci sarebbe stata una grande svolta sia per la mia carriera che per la storia dell'FC Qormi, che voglio ringraziare per l'affetto che mi ha fatto ricevere dai numerosi supporters".

Pensi che gli addetti ai lavori del calcio italiano si siano accorti dei tuoi ottimi risultati col Qormi?
"Questo non posso dirlo... posso solo dire che mi dispiace dovermi allontanare dal mio paese e dai miei affetti per dimostrare di saper lavorare. Da una parte è vero che siamo in migliaia ad avere il patentino e voler allenare... ma credo che, per una società che voglia fare vero calcio, basti una telefonata a Coverciano per chiedere chi ha ottenuto il patentino solo per aver accumulato punteggio in quanto ex calciatore, e chi lo ha ottenuto perchè può insegnare calcio..."

Nel tuo prossimo futuro ci sarà ancora il campionato maltese o conti di tornare ad allenare in Italia?
"Sono pronto a qualsiasi soluzione, purchè sia in un contesto serio ed in cui si possa lavorare tranquillamente per 11 mesi. Scegliere un allenatore e metterlo in discussione è la mossa più stupida delle odierne società di calcio, ma sembra anche una moda ormai inevitabile. Mi piacerà iniziare a lavorare (a Malta, in Italia o altrove) per chi si fiderà maggiormente di me".

Il 12 maggio è il compleanno di Tuo Padre. Questo l'augurio attraverso il portale supremoboemo.it!

Gli anni cominciano ad essere tanti, soprattutto perché nei tuoi confronti mi sento sempre un bel bambino biondo tra le braccia del papà giovane e muscoloso. Sono andati via i miei capelli ed i tuoi muscoli, ma siamo rimasti uguali. La buona salute è ovviamente ciò che spero ogni giorno per te, ed è l'unico augurio serio... l'altro augurio è che laddove gli "eventi" e le "persone" ti hanno privato di ulteriori successi sportivi, io possa essere capace di farcela e renderti orgoglioso di me.

Fonte: TMW - supremoboemo.it

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