La Festa dei Nonni
Oggi è il giorno dei Nonni, quelli con la "N" maiuscola, quelli che il loro amore incondizionato investe i nipotini, che saranno sempre -ini, anche quando saranno più alti di loro, avranno un lavoro e abiteranno da soli.
Mi viene in mente subito l'abbraccio che Alessandro Florenzi ha dedicato alla nonna che sedeva sugli spalti. Era la prima volta che lo andava a vedere. "Se segni, vienimi a salutare", gli aveva detto lei. E lui, fatalità oppure no, ha segnato. E lei, fatalità o no, era lì a guardarlo.
La corsa che Alessandro ha fatto con il cuore in gola e l'emozione negli occhi, ecco, quella corsa, per darle quell'abbraccio tanto promesso, ha commosso tutti noi.
Quello è l'abbraccio che molti di noi non possono più dare. E' la corsa verso qualcuno che, ormai, per molti di noi, non c'è più e vive in una stella. Vive nel nostro cuore e nei nostri ricordi.
E' un abbraccio che sa di aroma di pizza appena sfornata, di biscotti e sugo fatto in casa. Sa dei pranzi della domenica con tanta gente stretta stretta a tavola, magari in poco spazio. Ma felice, perché l'importante è stare lì tutti insieme. Sa di pane e olio per merenda dopo che hai giocato in giardino, sa di una carezza e di favole della buonanotte.
Profuma di un ricordo, di coperte rimboccate, di cura amorevole. Di tradizione. Di famiglia.
I Nonni sono i Nonni, sono Amore.
Ed è bello aver visto che un giocatore di Serie A, che nonostante la giovane età è famoso, ma non si è montato la testa. E' bello vedere che un valore genuino come l'amore per la famiglia non sia stato seppellito da frivolezze come il successo e il denaro.
Ha rappresentato tutti i nipoti che quando hanno una vittoria nella vita, la prima cosa a cui pensano è che non vedono l'ora, non stanno più nella pelle, di correre tra le braccia di nonno o di nonna, per urlargli: "Nonna! Nonna! Ho vinto! Ho fatto gol!", "Sono stato promosso!", "Ho passato l'esame!", "Ho trovato l'amore!", "Ho imparato a guidare!". Per leggere chiaro l'orgoglio e la fierezza nei loro occhi.
E quell'abbraccio è un rifugio in un porto sicuro, è il tocco delicato di mani ormai tremanti ma sagge e mai stanche di amare.
Grazie Ale, perché hai fatto rivivere un ricordo d'amore in chi non può più farlo e hai fatto venire la fretta di farlo, in chi ancora ha la fortuna di poterle ancora stringere forte, quelle mani. Di poterlo ancora incontrare, quello sguardo. Di poter ancora godere del suono di quella risata.
Corriamo ad abbracciare i nostri nonni. O il loro ricordo. Perché tanto, dovunque siano, l'amore che è per loro non andrà mai perduto.
E mi ritrovo a sorridere, tra nostalgia e commozione. Mentre una lacrima mi riga le guance.
Lo sapevo che finiva così, quando ho iniziato a scrivere questo pezzo.. Sentimentale inguaribile, come te. E guardo il cielo. Ma sorrido di nuovo.
AUGURI A TUTTI I NONNI E LE NONNE DEL MONDO, PASSATI E PRESENTI.
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