L'avversario della 12°: all'Olimpico torna il "Turbo giallorosso"

Alla Roma dalla stagione '97-'98, Eusebio di Francesco, centrocampista di origini abruzzesi si fa amare da subito dai tifosi per la sua grandissima generosità e i per i chilometri macinati.

E' Zeman che lo vuole e lui lo ripaga con numeri eccezionali per un centrocampista: realizza ben dodici gol nei due campionati sotto la guida del boemo.  Il premio arriva con la convocazione in Nazionale il 5 settembre 1998, in un Galles - Italia 0-2, a dieci anni di distanza dalla sua prima partita nella massima serie, con la maglia dell'Empoli.

E' proprio in Toscana che Eusebio matura: prima nelle giovanili dell'Empoli e poi nella Lucchese.  Gli osservatori del Piacenza se ne accorogno e nel '95 Di Francesco veste la maglia biancorossa degli emiliani.  Poi il grande salto, la capitale, Zeman, le ambizioni di scudetto e la Nazionale, con la quale colleziona dodici presenze e un gol.

Con l'arrivo di Fabio Capello, è ancora titolare. Nell'anno magico dello scudetto giallorosso, reduce da un grave infortunio (rottura dei legamenti crociati del ginocchio) colleziona poche presenze ma il suo nome è legato a quella meravigliosa cavalcata della squadra giallorossa, di cui lui stesso ammette di essere tuttora tifoso. 

Nel 2001 torna a Piacenza dove resta fino al 2003, collezionando 61 presenze e 12 reti. Chiude la carriera da calciatore a Perugia nel 2005 per diventare team manager della Roma. 

Nel 2008 inizia la sua carriera da allenatore con il Lanciano, esperienza che si conclude con un esonero il 27 gennaio del 2009. Nel 2010 diventa allenatore del Pescara al quale regala la promozione in serie B dopo i play-off. 

Nel 2011 sbarca a Lecce, ma viene esonerato il 4 dicembre dopo la sconfitta per 4-2 contro il Napoli. 

Dal 2012 è l'allenatore del Sassuolo col quale conquista la prima storica promozione nella massima serie italiana. 

Ha onorato la maglia della Roma e i tifosi non l'hanno dimenticato, auguriamo a Eusebio e al Sassuolo di salvarsi e di vincere tante partite. A partire dalla prossima.  E chissà, forse, in fondo, se lo augura anche lui che oggi  tornerà nel "suo" Olimpico da avversario, dove ha lasciato un pezzo di cuore.