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L'elefante alla fine partorì il topolino

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 11-06-2013 - Ore 11:15

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L'elefante alla fine partorì il topolino

di Marzio Gestra -  Alla fine sembra ormai questione di ore e finalmente l’elefante partorirà il tanto agognato topolino. Sembra infatti cosa fatta l’accordo tra Rudi Garcia e il D.S. Walter Sabatini ormai plenipotenziario dirigente giallorosso e sempre più figura forte della Roma americana.

Il buon Sabatini non si è davvero lesinato nella scelta dell’allenatore che verrà, ha girato in lungo ed in largo. Addirittura si è parlato di allenatori provenienti dall’altra parte dell’oceano. Ha scandagliato il mercato, memore delle ultime figuracce, aveva garantito sullo spessore sia tecnico che internazionale del nuovo mister della Roma. Lasciati sulla strada prima Mazzarri e poi Allegri i dolori del giovane Walter sembravano infiniti, sballottato da Milano a Londra poi a New York. Ma lui non si è demoralizzato, e dopo i primi scivoloni si è rialzato. Tracciato l’identikit del nuovo allenatore sembrava chiaro che il mister cercato, oltre ad avere una affidabilità tecnica e soprattutto gestionale, sarebbe dovuto essere un uomo forte in grado di tenere ben salde le redini di questa compagnia che fa troppe bizze.

Un profondo conoscitore del calcio italiano, uno insomma che non avrebbe avuto bisogno di adattamento. La piazza fremeva, i nomi si rincorrevano e la fantasia non aveva più limiti. Allora si è passati dai Bielsa e i Blanc, ai Mancini e qualcuno (i più folli) sperava che si decidesse di dare un segnale forte, anzi fortissimo e si sarebbe riportato a Roma uno come Ancelotti. L’unico a cui stava a pennello quel vestito tagliato e cucito da Sabatini.

Invece è di queste ore la notizia che in volo per New York per firmare il contratto da nuovo allenatore della Roma ci stia andando proprio Rudi Garcia. Il nome meno blasonato, anzi semi sconosciuto per gli addetti ai lavori, ignoto per lo più al popolo romanista. Sembrerebbe una scommessa, aggiungerei un’altra scommessa. Di questi tempi però si sa è meglio non giocare tropo dalle parti di Trigoria. Nel calcio comunque se vinci hai sempre ragione, quindi potremmo aspettare per giudicare il nuovo arrivato. Potremmo è vero, ma il problema è che la gente romanista non ha nulla nei confronti del signor Garcia è che non lo conosce proprio. Se consideriamo che la squadra non ha  mai digerito ne Zeman nè i suoi metodi, che  Luis Enrique è stato più un brav’uomo che altro, sono più di due anni che da queste parti non ci sia un allenatore di spessore che la squadra segua ciecamente.

Per questo ci si aspettava un uomo col polso forte, Garcia dopo le sedute tattiche suona la chitarra, speriamo almeno che conosca qualche bello stornello romanesco. 

Il signor Rudi Garcia non ce ne voglia, ma ad oggi la sua scelta non entusiasma molti. Anzi per ora non entusiasma proprio nessuno, più  che una svolta sembra una decisione sulla falsa riga di quella fatta con Luis Errique. Si diche che Garcia sia un ottimo comunicatore, uno che predilige la linea morbida nello spogliatoio, il contrario di quello che la gente si aspettava e soprattutto sperava. Ma sembra che i caratteri forti non si sposino molto con quello del direttore sportivo giallorosso. Garcia è un allenatore che ama il dialogo con i suoi, ma sa con chi deve venire a combattere? Speriamo poi che la gente non lo metta alla gogna dopo un paio di sconfitte consecutive. Comunque, alle brutte, se con la chitarra è bravo a Roma un posto dove suonare si trova sempre. Porompompero,

 

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Roberto Iacoella 11/06/2013 - Ore 17:04

Ottimo articolo. Complimenti all'autore, che ci culla dolcemente tra la giusta dose di ironia e di (fondamentale) cronaca...

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