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Martina: "Dzeko? Bisogna chiedersi perché uno rende o meno, si deve andare nel profondo. Il suo futuro lo decide la Roma"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 12-03-2016 - Ore 11:52

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Martina:

Il procuratore sportivo Silvano Martina, che nelle vesti di mediatore partecipò alla trattativa per portare Edin Dzeko alla Roma, è stato contatto dalla redazione di Romanews.eu, per parlare del futuro dell'attaccante bosniaco, il quale non sta certamente vivendo uno dei momenti migliori della sua carriera, tra prestazioni deludenti e qualche malumore da parte dei tifosi giallorossi. Queste le sue dichiarazioni: 

A cosa si riferisce quando parla di cattiverie esagerate su Dzeko? 
“Qualsiasi cosa dico succede solo il caos. Queste sono cose che bisogna domandare a Spalletti non a me, è come se lo chiedesse al vicino di casa, non mi compete parlare dell’aspetto tecnico. Quello che posso dire è che ho visto la partita contro il Real, Edin oltre al gol sbagliato, ha dato tre palle gol”.

C’è troppo accanimento nei confronti del calciatore? 
“Si tratta di un accanimento mediatico, ma il calcio è così. Uno segna e diventa un fenomeno, uno sbaglia un gol e diventa un brocco, questa è la nostra mentalità italiana e la portiamo avanti. Finché non cambiamo non ne usciremo mai”.

Qual è il futuro di Edin? 
“Se rispondo chiamano da Roma e dicono di farmi gli affari miei. Il futuro lo decide la società”.

La società però si fa delle domande: l’attaccante come vive tutto questo?  
“Non sto sempre con lui, vengo una volta al mese a trovarlo, ma non è che tutti i giorni sono con la persona e conosco il suo stato d’animo, vivo a Milano. La domanda però non va fatta a me. Se adesso parlo, riportano tutti quello che ho detto, per tre giorni scrivono come se fosse successa la Terza Guerra Mondiale e allora dico, ma chi me lo fa fare. Chi vivrà vedrà. Nel calcio una partita cambia la vita a chiunque”.

L’arrivo di Spalletti ha fatto sperare nel definitivo exploit di Edin qui a Roma, invece sembrano esserci ancora delle difficoltà.
“Ha giocato, ha fatto tre gol in due partite, poi ha avuto la febbre a Empoli e la gara dopo non ha giocato, perché la squadra aveva fatto bene”.

Quello del bosniaco sta diventando un caso. Cosa succederà al termine della stagione?
“Non posso esaminare qualcosa che conosco poco, vediamo. Le somme si tirano alla fine, per tutti, e uno poi può dire: sono contento, sono scontento, posso andar via o no. Qualsiasi giocatore fa queste valutazioni”.

Per il destino del giocatore, se ne parlerà a giugno? 
“Non è un problema che mi riguarda, io ho fatto l’operazione, l’ho portato in Italia. Dzeko è un grande giocatore, su questo non c’è dubbio. Ognuno deve essere intelligente e fare una disamina del campionato, parlando di tutti e non solo del bosniaco. La squadra con Spalletti mi sembra che stia dando dei segnali di risveglio, oggi sta diventando quella che si pensava all’inizio. E di questa situazione ne beneficiano tutti. Per me a Madrid la prestazione di Edin è stata buona, è vero che ha sbagliato un gol, ma ne hanno sbagliati altri quattro, queste cose fanno parte del calcio. Anche Cristiano Ronaldo sul 2-0 l’ha fatto, ha avuto una palla e ha tirato fuori, succede agli attaccanti di fallire certe occasioni. Da ex giocatore dico poi che il portiere gli ha chiuso lo specchio accorciando veloce e sicuramente l’ha messo in difficoltà. In generale non mi va di parlare di determinate situazioni, ma bisogna chiedersi perché uno rende o meno, si deve andare nel profondo. Faccio un esempio: Dzeko fa altri tre, quatto gol, va via e non penso che la Roma faccia fatica a trovargli la squadra. La gente guarda le partite e basta, secondo me un giocatore così non ha problemi, perché sanno tutti che è un calciatore forte. Tolto Higuain gli altri attaccanti sono tutti li”.

Colpa della piazza se Dzeko non dimostra il suo reale valore?
“Prenda per esempio Buffon, che seguo, sta facendo il record d’imbattibilità, queste cose le ottieni con le grandi squadre non con l’Ascoli, uno deve dire perché succede. Il calciatore fa una grande prestazione, i difensori beccano un gol, ecco che diventa un caso. I gol si prendono, quelli che fa la squadra del cuore sono tutti belli, e per quelli che si subiscono ci deve essere per forza un errore. Bisogna vedere la bravura dell’avversario, la difficoltà che puoi avere. Qua si pensa solo a distruggere. Poi la piazza di Roma soffre più delle altre, una vittoria è euforia una sconfitta discussione. Le cose bisogna viverle con più serenità, lo sport è questo. Pensa al campionato della Roma che sembrava non andasse neanche in Europa League e adesso magari arriva seconda, o vince lo scudetto. Bisogna imparare a convivere con questo, sennò non ne usciremo mai, saremo sempre alla ricerca di chi ha sbagliato e di chi ha la colpa. Adesso queste cose non interessano, ma neanche ai tifosi, eppure gli stadi sono pieni, e tutto va bene lo stesso”.

Fonte: Romanews.eu

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