Breaking News

MATTEO MARSAGLIA, DNA DA CAMPIONE. Sci ai piedi, Roma nel cuore

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 14-10-2014 - Ore 12:27

|
MATTEO MARSAGLIA, DNA DA CAMPIONE. Sci ai piedi, Roma nel cuore

Romano, classe 1985, si trasferisce a Sansicario sin da bambino per seguire il suo sogno: lo sci. Quando, nel 2012, vince il superG di Beaver Creek, Matteo ha la meglio su due fuoriclasse del Circo Bianco: il norvegese Aksel Lund Svindal e l'austriaco Hannes Reichelt.

Un romano sugli sci.  Strano, ma non impossibile. Un palmares da fare invidia, risultati raggiunti con il lavoro e tanto sacrificio grazie al sostegno di una famiglia tutta di sportivi che l’ha sempre incoraggiato e spinto nella direzione dei suoi sogni, come lo stesso Matteo ci racconta a pochi giorni dalla Coppa del Mondo, appuntamento importantissimo.

Oltre allo sci, un’altra passione: la Roma. Gli sci ai piedi e la Roma nel cuore. In bocca al lupo Matteo, tiferemo per te!

Dal caldo, non solo atmosferico della Capitale al freddo della montagna. Strano connubio, non trovi?

Assolutamente sì, tutte le mattine mi chiedo perché! Quando la sveglia suona alle cinque per andare sottozero... qualche domandina me la faccio (ride, ndr). Giocare a tennis nella capitale sarebbe stato sicuramente meglio, almeno dal punto di vista climatico, ma quando mi trovo in mezzo alle montagne con gli sci ai piedi mi ricordo il perché...

Famiglia di sportivi la tua. Mamma ex tennista, papà allenatore di sci, tua sorella Francesca campionessa anche lei. Difficile che diventassi un impiegato di banca, vero?!

Lo Sport è sempre stato nel nostro DNA, non abbiamo mai potuto farne a meno e mai potremo... Da piccoli abbiamo praticato diverse discipline sportive per poi seguire la passione più grande.

Sul tuo cammino infortuni e difficoltà, ma non ti sei mai arreso... Matteo e la montagna: è stato amore a prima vista?

Direi di sì, Matteo e la natura più in generale, non solo la montagna. Sono sempre stato attratto dagli sport a stretto contatto con essa, come il surf da onda e la barca a vela.

Tu sei la prova che anche il sogno più difficile da raggiungere, diventa possibile col sacrificio e il supporto fondamentale delle persone che credono in te. Spesso non siamo coscienti di quanto duro è il lavoro di chi diventa un Campione. Mi racconti cosa c'è dietro a una medaglia?

Come ho spesso ripetuto, il grazie più grande devo dirlo alla mia famiglia. Senza i loro sacrifici prima ed i miei poi, non mi troverei qui adesso. E ancora tanto c'è da fare, sedersi sugli allori è altamente sconsigliato. Curo molto i dettagli, ogni singolo particolare, l'obiettivo più grande che ho sempre avuto è giungere a fine carriera potendomi guardare indietro senza alcun rimorso.

1 dicembre 2012, Beaver Creek si tinge d'azzurro. Riviviamo insieme a te quella giornata.

Resterà per sempre una delle più belle giornate passate con gli sci ai piedi. Non solo per la vittoria in sé ma per come ho vinto quella gara. Per quanto mi sentissi pronto per fare quest'ultimo gradino, sinceramente facevo ancora fatica anche solo a sognare un risultato del genere. Invece, proprio sulla Birds of Prey, da sempre la mia pista preferita e sicuramente tra le più impegnative e spettacolari del circuito, è arrivata questa prima vittoria in Coppa del Mondo. A Beaver Creek ho finalmente avuto piena consapevolezza di quali fossero le mie potenzialità.

Inevitabile che un tuo punto di riferimento sia Alberto Tomba e come diceva lui: il difficile non è vincere ma rivincere. Manca poco alla prossima Coppa del Mondo. Come arrivi a questo appuntamento?

Ricordo bene la frase di Alberto, mi è tornata in mente al cancelletto di Val Gardena dopo Beaver Creek: non ho vinto, ma il secondo posto su una pista assolutamente non adatta alle mie caratteristiche, è stato per me più di una vittoria. Arrivo da una stagione ricca di infortuni in cui non mi è stata concessa la possibilità di dimostrare il mio valore, un motivo in più per tornare ai livelli che avevo raggiunto e che penso di poter ancora valere. Diciamo che... ho fatto i compiti a casa! Sono soddisfatto della preparazione estiva, ancora un piccolo periodo di rifinitura e poi ci siamo: sarà il cronometro a giudicarmi.

So che sei tifoso della Roma, come tua mamma Roberta, giallorossa doc. Domanda secca: è l'anno giusto per lo scudetto?

Credo proprio di sì, sono convinto che sia arrivato il momento di raccogliere i frutti dello splendido lavoro di Garcia. A fine stagione, non mi dispiacerebbe avere una 'ragione' in più per ritrovarmi nella capitale a festeggiare con qualche vecchio amico romanista... 

 

Si ringrazia Press Office - Feel & Win

 

Fonte: Insideroma.com

Hai apprezzato questo articolo?
Puoi sostenere Insideroma aderendo al progetto di crowdfunding!

Partecipa!

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom