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MAZZOLA: "Totti e Di Natale sanno inventare il calcio"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-02-2014 - Ore 20:30

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MAZZOLA:

Sandro Mazzola contattato dalla redazione di Tuttomercatoweb.com ha rilasciato un’ampia intervista in cui ha affrontato molti argomenti.

Eccone una parte:

 

E’ cresciuto veramente giocando per strada, poi l’ha scoperto Meazza e da lì è nata la sua carriera nell’Inter, perchè ora i ragazzi non giocano più nei campi di periferia e negli oratori?
“Perché ci sono tante altre cose che li attirano, e poi forse siamo noi che non sappiamo fargli capire la bellezza di questo gioco, perché noi abbiamo voluto farli diventare degli atleti, non dei calciatori. Devono essere forti fisicamente, devono correre, gli abbiamo tolto l’inventiva. Se andiamo a vedere nel nostro campionato quanti giocatori ci sono che sanno inventare il calcio, io dico subito Totti, Di Natale e poi? Una volta anche le piccole squadre aveva due o tre come questi, magari meno bravi, ma che inventavano calcio. Se tu fin da bambino gli dici non dribblare, palla facile, palla indientro e laterale, il bambino lo fa e capisce che il calcio è un altra cosa, non gli piace più e non inventa”.

“Secondo me i giocatori di ora sono meno validi di quelli del passato, il fatto dei guadagni…il mondo di oggi è questo, fanno bene a farseli dare, oggi ci sono i procuratori. pensate che quando io avevo 19 anni andavo a fare il mio ingaggio alla sede dell’Inter”.

Su chi punta per il Mondiale? Chi bisogna portare assolutamente?

“Totti, io lo porto sempre, quello che ti inventa lui non lo fa nessuno”.

Balotelli è uno degli uomini che potrebbero far fare il salto di qualità, è un campione?

“Da un punto di vista tecnico è un campione, ha tutto, perché ha capacità di tiro, dribbling, forza fisica, non gli manca niente, bisogna allenargli bene la testa. Con queste qualità può essere un numero uno al mondo”.

 

La Juve perché è così forte in Italia e fa fatica all’estero?
“In Italia, perché è la squadra più organizzata, è quella che ha saputo capire bene come bisognava lavorare. All’estero o decidi di andare a comprare tre o quattro fenomeni, che non ti vendono e che qui non arrivano, oppure è un battaglia per sperare. In alcuni paesi è un altro mondo, soprattutto per gli stadi”.

 

Fonte: tuttomercatoweb.com

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