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Futuro e strategia della Roma di Monchi

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 28-03-2017 - Ore 12:06

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Futuro e strategia della Roma di Monchi

PAOLO VALENTI - La scelta di Monchi come prossimo direttore sportivo della Roma dovrebbe aiutare a capire quale sarà l’impronta tecnica che seguirà la squadra giallorossa nell’immediato futuro. Pallotta ha deciso di muoversi dando seguito all’impostazione che già con la precedente scelta di Sabatini aveva dimostrato di apprezzare di più: il player trading come strategia per finanziare la società e, possibilmente, ottenere anche risultati sportivi di rilievo. Negli ultimi anni però, più precisamente dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia del 2013, quest’ultima necessità aveva fatto virare le scelte della campagna acquisti su un maggior numero di giocatori già formati, capaci di dare subito alla squadra un apporto tecnico e di personalità utile per essere immediatamente competitivi in una piazza difficile come Roma, che da tempo chiede ad ogni inizio di stagione la vittoria di un trofeo. Questo ha pesato sulle casse della società, che è dovuta ricorrere ai prestiti delle banche per sostenere una situazione finanziaria che tra acquisti più costosi, ingaggi incrementati, minori introiti da plusvalenze e, quest’anno, mancata partecipazione alla Champions League, ha consuntivato un passivo a bilancio che costringerà la Roma a vendere un top player a giugno (Manolas?) e a cercare a tutti i costi la qualificazione diretta alla massima competizione europea onde non dover ulteriormente depauperare l’attuale tasso tecnico della squadra.
La scelta di Monchi è la conferma di un’esigenza propria della Roma fino a quando non disporrà del nuovo stadio: quella di avere un saldo ampiamente positivo al termine di ogni campagna acquisti, mantenendo un livello di competitività elevato almeno in Italia. Essendo questa la direttrice sulla quale si muoveranno i dirigenti a Trigoria, rimane da capire quanto la ricerca di questo difficile equilibrio tenderà più a garantire l’aspetto economico (generare grandi plusvalenze) o quello competitivo (ottenere buoni risultati sportivi). In questo momento non è semplice capirlo ma un buon banco di prova potrebbe risultare la scelta di Spalletti di confermare o meno la sua presenza a Trigoria anche nella prossima stagione. Al netto di considerazioni riguardanti le proposte alternative che il tecnico toscano avrà la possibilità di vagliare, un suo rinnovo del contratto potrebbe significare che la società è comunque pronta a garantire una rosa di qualità che, seppur aperta ai giovani, sarà in grado di sostenere il confronto con Juventus, Napoli e le milanesi in risalita. L’eventuale acquisto di Kessiè sarebbe una mossa in tal senso. Diversamente, un addio di Spalletti potrebbe lasciar pensare a una nuova fase di ricostruzione delle basi tecniche di una squadra che, in attesa del nuovo stadio, mirerebbe a costruire uno zoccolo duro di quattro, cinque giocatori da far crescere e consolidare come piattaforma identitaria per la Roma del futuro. Ma con molte incognite in merito alla capacità di garantire risultati nell’immediato.
Non manca molto: difficile pensare che nella cena della scorsa settimana Pallotta non abbia chiesto a Spalletti una risposta definitiva nel giro di due-tre settimane. Già dopo Pasqua il futuro prossimo della Roma sarà più semplice da codificare.

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