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Pari amaro ma la Roma c'è

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-12-2013 - Ore 08:14

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Pari amaro ma la Roma c'è

(Massimo De Caridi) La Roma pareggia contro il Milan facendosi rimontare 2 volte. I giallorossi hanno cominciato il match senza capitan Totti ma con 2 esterni molto tecnici ed in grado di impensierire la difesa milanista come Ljajic e Gervinho ed il vero finalizzatore, Destro, che tanto era mancato nei primi 4 incontri pareggiati dalla Roma. Tante le occasioni non concretizzate dai romanisti, che sotto porta sono sembrati troppo leziosi e poco cattivi. Gervinho, Ljajic, De Rossi, Bradley, Maicon hanno cercato tutti di entrare in area con il pallone tra i piedi e ripetere la meravigliosa azione che ha portato al primo vantaggio giallorosso ma probabilmente era il caso di fare meno fronzoli ed esser più cinici davanti ad Abbiati nel primo tempo e soprattutto ad un insicuro Gabriel nella ripresa. Splendida prova di Kevin Strootman, autore di un assist per il secondo gol in 2 gare di Mattia Destro e della trasformazione di un rigore, assegnato ai giallorossi per un evidente ed ingenuo fallo di Gabriel su Gervinho ad inizio ripresa. La Roma a San Siro ha subito una netta trasformazione dall’epoca di Luciano Spalletti in poi: se prima era uno stadio quasi inespugnabile, negli ultimi anni è diventato terra di conquista e quando non si vince il rammarico è tanto. I calciatori della Roma, però, stanno dando grande gioia ai propri tifosi con un gioco di alto livello, una grinta ed una determinazione infinita e che magari per quest’anno non regalerà successi e trofei ma che ha riportato qualcosa di ancora più importante: l’orgoglio di vederla giocare a testa alta contro ogni avversario. Analizzando la partita, si può dire che in fase difensiva le cose sono andate meno bene del solito, soprattutto dopo l’uscita di Castan, che con Benatia forma la miglior coppia difensiva del campionato. Sull’azione del gol dell1-1, Muntari prima e Zapata poi, hanno la possibilità di colpire il pallone di testa completamente indisturbati. Il ghanese anticipa nettamente Maicon ed il colombiano è completamente libero di schiacciarsi il pallone dalla testa al ginocchio per il più strano dei gol. L’azione del 2-2 è viziata da un doppio errore difensivo: prima Burdisso è troppo lento nell’impedire a Balotelli di controllare la sfera e poi di servirla a Muntari, infine Dodò si perde il ghanese per andare in un improbabile raddoppio su Balotelli e permette così a Muntari di aggiustarsi il pallone e di indirizzarlo di destro sul primo palo. Il tiro era certamente molto preciso e forte e di difficile lettura per De Sanctis, che forse poteva esser più reattivo, anche se parando questo tiro, avrebbe compiuto un autentico miracolo, migliore anche di quello compiuto nella scorsa giornata con la Fiorentina. A differenza dei precedenti 15 incontri, stavolta la fase difensiva non ha funzionato a dovere. De Rossi non era il solito frangiflutti davanti alla difesa poiché il dolore all’alluce non lo fa rendere al 100% e Kakà lo ha superato diverse volte, costringendo il centrocampista di Ostia anche a stenderlo e rimediando l’ammonizione che gli farà saltare l’ultima gara del 2013, in casa contro il Catania. Oltre al già citato Kevin Strootman, anche lui ammonito e diffidato e che quindi non ci sarà contro gli etnei, benissimo Benatia in difesa e soprattutto Gervinho, autentico mattatore in avanti. Il marocchino non ha responsabilità su nessuno dei 2 gol incassati contro il Milan ma visto che per la prima volta in stagione i giallorossi hanno preso più di 1 rete in un match, non può esser il migliore un difensore. Questo onore a mio avviso spetta all’olandese che gioca con la maglia numero 6 ma anche all’ivoriano Gervinho che da solo riesce ad impensierire qualunque difesa italiana, in particolare una delle più perforate come quella del Milan. Molti hanno apprezzato la prova di Dodò, autore di alcuni buoni anticipi in difesa e di qualche chiusura assolutamente convincente ma ogni volta che si è proposto davanti, non è mai stato pericoloso e grava su di lui anche l’errore di concetto e di posizionamento sul secondo pareggio milanista. Altro calciatore che non ha soddisfatto le attese è stato Bradley: l’americano in fase di interdizione è un buon giocatore, utile alla manovra giallorossa per recuperare molti palloni ma in assenza di Pjanic e finché non è entrato Totti, non sapeva a chi doveva consegnare il pallone e cosa doverci fare, ha anche avuto sui piedi e sulla sua testa palloni invitanti per far gol ma non è mai riuscito ad incidere. A 2 facce la prova di Ljajic: più che sufficiente la sua prova nella prima parte di gara, poi si è spento nella ripresa fino ad esser sostituito da Florenzi. Peccato perché anche oggi ha mostrato di aver grandi doti tecniche ma preferisce più fare la giocata ad effetto che esser concreto sotto porta. Quando riuscirà a migliorare sotto questo aspetto, sarà un grande giocatore. La speranza è che segnali di miglioramento da questo punto di vista arrivino quanto prima. Va detto che la Roma ha incontrato il peggior Milan degli ultimi 10-15 anni come organico ma forse nel miglior momento a livello psicologico, visto che è l’unica italiana ad aver superato il turno di Champions League e quando sono stati punti nel vivo, hanno reagito più di carattere che con il gioco. Per la lotta al vertice bisogna partire da un presupposto: la Juventus, in questo momento, è distante 5 punti ed il Napoli è tornato a sole 3 lunghezze di vantaggio. Il secondo posto va difeso sino al termine della stagione e se ci sarà un calo dei bianconeri, gli uomini di Garcia dovranno esser pronti ad approfittarne. La nota più positiva, oltre all’imbattibilità, è che nell’ambiente romanista si respira un’atmosfera positiva ed un ritrovato orgoglio. 

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