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“Pochi stimoli nel Psg, il cuore di Zlatan è in Italia”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 30-12-2014 - Ore 10:51

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“Pochi stimoli nel Psg, il cuore di Zlatan è in Italia”

Jennifer Wegerup, giornalista del quotidiano svedese Aftonbladet, conosce Ibrahimovic da 11 anni: “Era un ragazzino, io venivo dalla cronaca nera quindi ero abituata a trattare con ben altri personaggi. L’ho affrontato con personalità così si deve fare con Zlatan Ibrahimovic. Da lì è nato un bel rapporto, onesto, fatto anche di discussioni”. Ieri Jennifer ha pubblicato un commento che ha infiammato una tifoseria. Anzi, una città: «Ibra, vai alla Roma» era il senso dell’articolo. Oggi racconta tutto al quotidiano sportivo:

Facciamo due più due: Ibrahimovic sta davvero pensando di andare alla Roma?
«Premesso che la mia era un’opinione personale, posso dire che a Zlatan farebbe bene cambiare».

Ma perché? Nel Paris Saint-Germain non si sta così male…
«Ibrahimovic ha lasciato il cuore in Italia. I suoi figli sono cresciuti lì. E l’atmosfera nello spogliatoio a Parigi non è serena in questo momento. Dopo tre anni, per lui è tempo di cambiare. E’ successo lo stesso all’Ajax e all’Inter».

Come mai Ibrahimovic periodicamente viene assalito dal mal di pancia?
«Ha un carattere particolare, dopo un po’ ha bisogno di nuove sfide. Qualcuno pensa che sia in fase calante. In realtà si sente più forte che mai, è un professionista esemplare e può dare ancora moltissimo a un club di livello come la Roma. Di sicuro non è il tipo che va in un posto per accontentarsi».

Parigi non lo soddisfa?
«Parigi è una città fantastica. Ma è anche un po’ fredda per uno come Zlatan».

Roma invece è molto passionale. E l’aveva quasi agganciato nel 2003, quando giocava nell’Ajax.
«Esatto. E lui è dispiaciuto di non aver mai giocato a Roma. Zlatan sapeva che Capello lo avrebbe voluto. Poi infatti si sono ritrovati alla Juventus».

Le risultano contatti con la Roma?
«Di questo non so nulla».

Ma Ibrahimovic si troverebbe a suo agio con il calcio di Rudi Garcia? Al Barcellona, con un sistema di gioco simile, ha resistito un anno.
«Calma. Uno come Ibrahimovic può giocare con qualsiasi modulo, il resto non conta niente. La verità del suo addio al Barcellona è una soltanto: Guardiola puntava su Messi e considerava Zlatan il numero due. Zlatan non si sente il secondo di nessuno e se ne è andato. Stop».

Con Totti che rapporto ha?
«Immagino che tra i due ci sia grande rispetto. Zlatan ha frequentato tanti compagni di qualità e personalità, non avrebbe problemi a legare anche con Totti».

Fonte: corriere dello sport

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