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Poker giallorosso, la Roma batte l'Inter e resta a -3 dalla Juve

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 01-12-2014 - Ore 12:37

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Poker giallorosso, la Roma batte l'Inter e resta a -3 dalla Juve

Gervinho, Holebas ed una doppietta di Pjanic stendono un’Inter che non si dà per vinta. Gli uomini di Garcia erano reduci dal pareggio subito a 15 secondi dal termine della gara di Champions League contro il Cska Mosca e pochi minuti prima del loro ingresso in campo, la Juventus aveva vinto il derby nell’ultima azione del match. Questi 2 episodi avrebbero potuto abbattere anche un elefante ma non la Roma che è scesa in campo contro i nerazzurri. In casa, i giallorossi sono una vera macchina da guerra ed anche contro la squadra di Mancini le cose non sembrano esser diverse. Dopo un quarto d’ora di studio, il rientrante Maicon serve un pallone delizioso a Ljajic, che lo mette in mezzo per Gervinho, che porta in vantaggio la Roma col più comodo dei tap-in. Partita in discesa e giallorossi largamente avanti nel giro di pochi minuti? Assolutamente no. Mancini è ben conscio del valore dei suoi rivali e cerca di non chiudersi in difesa ma di contrastare colpo su colpo anche se le conclusioni a rete degli ospiti latitano. Osvaldo e Palacio compongono il duo offensivo, con l’ex giallorosso che ha il dente avvelenato ma nella prima frazione di gioco non è quasi mai pericoloso. L’Inter ha diversi giocatori indisponibili: Nagatomo, Hernanes, Vidic, con D’Ambrosio e Kovacic in condizioni precarie più Icardi, relegato in panchina per scelta tecnica. A centrocampo ci sono molti incontristi come Medel, Kuzmanovic e M’Vila ed il solo Guarin in grado di dare un po’ di fantasia alla mediana nerazzurra. Il reparto arretrato è composto da Campagnaro, spostato sulla fascia destra, Dodò a sinistra e Ranocchia-Juan Jesus coppia centrale. Il tasso tecnico dell’Inter è decisamente inferiore a quello romanista e così si tenta di spezzare la manovra dei padroni di casa. Garcia ha impostato la squadra col solo Nainggolan a fare da interditore nella zona nevralgica del campo, mentre Keita e Pjanic si scambiavano il ruolo di regista per non dare punti di riferimento ai dirimpettai interisti. La Roma, però, dopo un mese e mezzo poteva contare su un’arma in più: Maicon. Il brasiliano è l’asso nella manica della Roma e la sua sola presenza mette in apprensione tutta la retroguardia nerazzurra. Le sue condizioni fisiche non sono certamente al top ma bastano 2 progressioni offensive e qualche finta per mandare in tilt Dodò. Dall’altra parte, Holebas era meno intraprendente ma col passare dei minuti sempre più sicuro. Sicuramente, il greco di origine tedesca è parso migliore dello spento Cole visto nella Capitale. Al centro della difesa, Astori e Manolas hanno fornito una prova di assoluto valore. Il trio offensivo di partenza era lo stesso di Mosca ma stavolta anche Gervinho è riuscito a dare una grossa mano, non solo per il gol ma anche per i suoi continui “strappi” che hanno fatto venire il mal di testa a tutti i difensori dell’Inter. Adem Ljajic sta finalmente trovando un buon minutaggio ed i risultati sono soddisfacenti: suo l’assist per la rete dell’ivoriano ma sue pure diverse iniziative che creano grattacapi alla retroguardia interista. La punta centrale era Francesco Totti e poco c’è da dire su un’altra prestazione straordinaria di un giovanotto di 38 anni che non finisce mai di sbalordire. Bravo e nuovamente determinante Morgan De Sanctis: prima del pareggio di Ranocchia ha compiuto un autentico miracolo su Osvaldo che da pochi passi aveva calciato a rete in scivolata, trovando l’angolo alla sinistra dell’ex portiere del Napoli ma quest’ultimo era riuscito a deviare in corner. A 5’ dalla fine del primo tempo, Manolas devia un pallone in calcio d’angolo: cross di Kuzmanovic al centro dell’area e Ranocchia svetta indisturbato, mettendo la sfera alla sinistra dell’estremo difensore romanista. Il punteggio di 1-1 appare decisamente bugiardo, poiché l’Inter ha costruito 2 sole occasioni da gol in 45’, mentre i giallorossi almeno 5 molto nitide. La ripresa comincia coi fuochi d’artificio: Holebas realizza il secondo vantaggio romanista grazie ad una progressione degna del miglior Roberto Carlos: aggira un difensore nerazzurro e lascia partire un tiro potentissimo all’incrocio dei pali alla sinistra di Handanovic. L’Inter, però, non demorde e 6 minuti dopo trova il pareggio. Dodò si inserisce sulla fascia sinistra al limite dell'area romanista, mette in mezzo un cross basso, che Osvaldo gira rapidamente in porta e segna grazie alla deviazione di Astori che spiazza De Sanctis. Questa doppia rimonta avrebbe potuto mettere ko la Roma, che invece riprende da dove aveva lasciato. Macina gioco e crea occasioni da gol con Gervinho sempre più protagonista e con Totti che continua ad illuminare l’incontro. L’ivoriano salta costantemente Dodò ed in una di queste galoppate offensive, trova il guizzo giusto per servire il capitano giallorosso, che prima tenta un tiro in scivolata da pochi passi ma gli viene respinto e poi da terra serve l’accorrente Pjanic, che appoggiano sul palo lontano e riporta la Roma avanti per la terza volta. Gli uomini di Mancini, stavolta, sembrano aver accusato il colpo ma l’ex tecnico del Manchester City non vuole mollare sino al fischio finale ed inserisce prima Kovacic e poi Icardi al posto Dodò e M’Vila. Inter a trazione anteriore per cercare il 3-3 ma la Roma in questo match non arretra il suo baricentro nonostante l’ingresso di De Rossi ma anzi vuole chiuderla senza rischiare. Ci prova prima Gervinho con un colpo di genio alla Zidane più scatto fulminante dei suoi, perdendosi poi al momento del tiro ed infine segna Pjanic grazie ad una punizione magistrale procurata da Florenzi, entrato ad aiutare Maicon in copertura ma giocatore universale e moto perpetuo. La Roma aveva un solo risultato per continuare la sua marcia: vincere. Garcia ha trovato qualcosa in più e che mancava da qualche settimana e cioè il gioco. Questi presupposti fanno ben sperare e nonostante i 3 punti di distacco, con il rientro di qualche calciatore fondamentale ed a pieno regime, tutto è ancora possibile.

Fonte: Massimo De Caridi

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