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PRANDELLI: "Per il Mondiale, nessuno ha il posto fisso"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 12-03-2014 - Ore 16:39

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PRANDELLI:

Le porte della nazionale per Antonio Cassano non sono mai «state chiuse, ma non sono neanche troppo aperte». Lo dice Cesare Prandelli, al termine dei tre giorni di stage per 30 giovani azzurri. Il ct, in un'intervista esclusiva a RaiSport1, che andrà in onda stasera su 'zona 11 post meridiem', ha anche lanciato un messaggio a Balotelli, dopo la brutta prova di Madrid. «Io dei 23 per il Mondiale non ho ancora deciso nulla, l'unico titolare è Buffon. Tutti gli altri sono sotto osservazione, Balotelli compreso». Prandelli in sostanza non ha voluto fornire a Balotelli l'alibi della prestazione generale. «La squadra non c'entra…e comunque non c'è preoccupazione, ma c'è l'esigenza di stimolare ancora di più questi giocatori». Ampliando l'orizzonte, il ct azzurro ha ribadito che «purtroppo alcuni nostri giovani si sono persi», ma su Cassano è stato chiaro: «Non c'è mai stata chiusura,ma non c'è nemmeno una grande apertura. Per me Buffon è l'unico titolare per tutto il resto devo valutare la condizione fisica e lo stato mentale. Sappiamo - ha aggiunto - che Antonio è un grande talento che fa giocare bene le squadre, ma sappiamo anche che è un giocatore che devi mettere in un contesto organizzato, non devi dare solo a lui la responsabilità. Discorso che riguarda anche Balotelli... Balotelli deve rimanere in un contesto di squadra, in un'idea di gioco e poi loro possono farti fare il salto di qualità». Soddisfazione per lo stage di Roma. «Un bilancio molto positivo, i ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo, attorno a loro un buon clima. Tutti dobbiamo pensare che questi saranno i giocatori della nazionale del futuro. Non vedo lo stage come un contentino - ha concluso Prandelli - sappiamo che i calendari sono fitti e che i club hanno tanti impegni. Dovremmo dare una continuità a questo stage per farli crescere, sia da un punto di vista tecnico che mentale,per capire anche se riescono a sopportare il grande stress».

Il ct ha poi aggiunto: «La federazione deve diventare un club forte, importante. Dico sempre che quando c'è la nazionale tutti si sentono in diritto di dire qualsiasi cosa, in un club non è così: la nazionale va rispettata. Quando ho detto che o trovo l'accordo per il rinnovo o sto fermo - ha proseguito Prandelli - significa che ho fatto una riflessione personalissima condivisa dal mio staff: noi non riusciamo a giocare su due tavoli. In questo momento ho in testa il mondiale e voglio prepararlo nel migliore dei modi. Mentalmente non ce la faccio a programmare un futuro con un club, quindi ho detto se troverò l'accordo con la nazionale bene,altrimenti sto fermo. La nazionale merita rispetto, le persone che gestiscono la nazionale sono persone perbene e che forse per la prima volta hanno superato l'ostacolo del vincolo del risultato cioè stanno proponendo al ct un ulteriore prolungamento a prescindere dal mondiale. È gratificante e mi riempie di orgoglio». Ma Prandelli ha ribadito: il progetto tecnico va «condiviso da tutti, perchè non sarò commissario unico. Disponibilità al cento per cento a lavorare alla crescita tecnica, ma non ho mai fatto niente da solo in vita mia». Alla domanda se, dopo le polemiche con Conte, intende chiedere maggior tutela alla Figc, Prandelli ha replicato: «La federazione deve diventare un club importante. Questa unione è necessaria per essere più credibili. La nazionale è sempre stata oggetto di critiche: se uno critica per due giorni un club al terzo giorno c'è qualcuno che mette qualche paletto,in nazionale non è così. Noi siamo aperti, siamo democratici: ognuno può dire quello che vuole giustamente sì,ma non bisogna esagerare». Infine le parole di Andrea Agnelli, che ha parlato di serie A a 18 club e di squadre B. «È la strada giusta: se loro sono convinti, noi lo siamo da tempo. Devono essere loro a decidere. Ma al nostro calcio servono idee, altrimenti diventa un prodotto invendibile». Conseguente il plauso a Mariella Scirea, per le parole sui cori della curva dello Juve Stadium. «Ha ragione,ha dimostrato di essere una persona di buonsenso e soprattutto vuole far rivivere l'immagine di Gaetano come deve essere vissuta: era l'esempio del rispetto,dell'altruismo,della correttezza. Quei cori sono deprimenti».

Fonte: Ansa

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