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Quello che (alcune) donne non dicono

condividi su facebook condividi su twitter Di: Chiara Barberis 25-11-2014 - Ore 09:41

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Quello che (alcune) donne non dicono

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Molte le riflessioni scaturite, alcune obiezioni. Aver sentito l'esigenza di istituire una giornata per una colpa tanto tremenda è sintomaticoE' grave il fatto che si organizzino corsi e campagne che insegnino alle donne a proteggersi, e non che sensibilizzino ed educhino piuttosto gli uomini su come trattare le donne

Siamo nel mondo della nevrosiNevrosi ovunque. Nevrosi sul lavoro, in famiglia, in amore. Ed è proprio tale nevrosi che acceca alcuni "uomini", che si sentono in dovere e in diritto, forti dell 'alibi "Ma io la amo", di violare vite femminili o a spezzarle, a picchiaremalmenareviolentare anche psicologicamente, oltreché fisicamente e obbligarle al silenzioUn silenzio che divora ogni cosa, un silenzio assordante. 

Bambine, figlie, nipoti, mamme, adulte, ragazze, grandi e piccole. Che vengono "punite" così. Che non parlano, per paura che accada di nuovo. Che non parlano, per ritorsionePerché "Sennò è peggio"Perché "tanto non mi credono". Donne che vivono ogni giorno ogni istante ogni secondo della loro vita in un incubo perpetuoprigioniere di mostri, vittime di chi, un tempo, aveva giurato per loro davanti a Dio amore, rispetto e fedeltà eterni.  

Oggi, la violenza sulle donne è una realtà troppo diffusa, troppo frequente e troppo cruda. Troppo vera. Non si può vivere con il terrore di parlare, con il terrore di uscire, senza ritrovarsi due occhi vitrei e un colpo di pistola in fronte, al primo angolo buio girato, alla prima strada più isolata. 

Non è possibile non potersi esprimere, senza che una minaccia oppure uno schiaffo, quando non sono un paio di mazzate, piovano su di noi o sui nostri figli. 

La giornata mondiale contro la violenza sulle donne dovrebbe essere ogni giorno dell'anno. Non sarebbe, anzi, proprio dovuta essere. Se se n'è sentito il bisogno, è perché, purtroppo, il fenomeno è dilagante, è caratteristica sociale. Quasi quotidianamente sentiamo in televisione, leggiamo sui giornali, episodi del genere. 

Vorrei sapere cosa si innesca nella mente (malata) di chi alza le mani su una donna, "pensando" di fare del bene. CosaSi è sentito ferito nel suo orgoglio maschile? Nella sua virilità? Pensiamo a quanto debba essere valido come uomo, se il suo senso di virilità si misura in base a, per esempio, una storia finita male, o ad un divorzio. Forse, si sente in dovere di riportare l'ordine, forse sfigurare il volto di una donna con l'acido lo fa sentire più "uomo", più forte. Forse stalkerare la propria ex gli alleggerisce quell'opprimente sensazione di fallimento che, altrimenti, lo devasta. O forse per non sentire la sua piccolezza e la sua fragilità dando la morte e togliendo quanto di più prezioso abbiamo, la vita, ad una donna, lo fa sentire finalmente grande, gli fa vivere quell'attimo di gloria. Di eroicità. 

Campagne per le donne, per andare in giro con lo spray al peperoncino, per imparare le arti marziali e potersi difendere, per sapere che dietro ogni angolo, che dietro chiunque può nascondersi il pericolo e su come riconoscerlo. Io vorrei vederne, invece, di più per ragazzi e uomini, perché possano capire che la violenza non è una soluzione ai problemi né di coppia né di vita. Che violentare una ragazza, non fa che rendere più nera la loro anima e rovinare la vita altrui. Che le frustrazioni, le difficoltà, le cadute sono nella vita di tutti noi all'ordine del giorno, e pensare di sfogare le proprie repressioni e la propria infelicità nei confronti dell'esistenza su una donna, non farà che renderli ancora più infelici e ancora più repressi. Esistono il dialogo, esiste la pazienza, esiste il rimboccarsi le maniche, perché quando si è toccato il fondo si può solo risalire.

 Ma chi violenta, oppure uccide, resta un violentatore o un assassino.

E se veramente uomini e donne sono alla pari, è vero anche che ciò che fa di un uomo, un vero uomo, è anche il modo in cui tratta le donne, che sia sua moglie, la sua fidanzata, sua figlia. E la superiorità fisica che, per forza di cose, l'uomo ha per natura, non è anche superiorità in senso assoluto e non va usata per dimostrare a se stessi che si vale qualcosa, perché, casomai, si dimostra esclusivamente quanto si è piccoli. 

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