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Roma, ritorno al passato

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 05-07-2013 - Ore 12:45

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Roma, ritorno al passato

di Marzio Gestra - Passano le mode e i tempi cambiano, ma la Roma rimane sempre la Roma. Questo è il pensiero di tutti i tifosi giallorossi. Non sembrerebbe però la filosofia della dirigenza della squadra capitolina.  Pallotta, Zanzi e Sabatini parlano in coro della squadra del futuro, del nuovo stadio e di un merchandising mondiale. Invece all’ombra del Colosseo si fanno i conti. Conti che non tornano e ci si ritrova nel passato più che nel futuro.  Già una dimensione tecnica molto ridimensionata rispetto all’immediato trascorso romanista che rievoca però quelle grigie stagioni degli anni novanta, dove si provava a rincorrere una qualificazione per la coppa Uefa, classico obiettivo stagionale di una squadra che al massimo poteva puntare a vincere la Coppa Italia. Tutto ciò ricorda da vicino le ultime due stagioni giallorosse culminate proprio con quella finale della coppa di lega, persa contro i cugini e che magari quella Roma degli anni novanta avrebbe pure vinto, mentre la Roma di oggi non è riuscita nemmeno in questa effimera impresa.

In quegli anni, dove si riusciva anche a centrare una finale di coppa Uefa (persa malamente contro l’Inter), la chiamavano la “rometta”, una buona squadra di mezza classifica che vivacchiava nella speranza di partecipare a qualche manifestazione continentale di secondo ordine e la parola scudetto sembrava uscita dal dizionario romanista. Per venir fuori da quell’anonimato è stato necessario investire in maniera massiccia e comunque l’ascesa nel decennio successivo è coincisa con le stagioni migliori di Francesco Totti che però è stato contornato per anni da campioni dal calibro indiscutibile. Prima del decennio degli anni duemila tutto era ridotto a dimensione e somiglianza della situazione romanista compreso il mercato. I nomi che arrivavano a Trigoria dicevano che la società era orientata all’acquisto di giocatori sul viale del tramonto, buoni rincalzi e pochi giovani dalle belle speranze che venivano spediti “a farsi le ossa” chi sa dove. Nulla di più i vari Piacentini, Bonacina o Luigi Garzya. Non si poteva chiedere di più. Con tutto ciò in quegli anni si cercava comunque di tesserare almeno una stella nel mercato estivo per regalare qualche sogno a quei tifosi che comunque non facevano mai mancare il proprio affetto alla squadra.

Leggendo i giornali di oggi, riaffiorano alla mente quelle torride estati romane dove la speranza lasciava il posto alla malinconia. Si leggeva di campioni che sbarcavano a Torino o a Milano, il Napoli di Maradona impazzava in tutta Europa e sulle sponde del Tevere approdavano giocatori semi sconosciuti o già troppo conosciuti e quasi stantii. La storia si ripete, anche se in tanti si augurano il contrario, ma leggere quei giornali oggi sembra di rivederci gli stessi articoli di venticinque anni fa. 

Abbandonata o quantomeno percorsa sempre meno la strada della linea verde che il D.S giallorosso Sabatini aveva intrapreso in queste sue prime due stagioni a Trigoria, ora si punta su ragazzotti già formati nell’età e nel fisico, ma i nomi che circolano non sono certo quelli che ti fanno girare la testa. Mentre in altri lidi ormeggiano le vele appena ammainate dei vari Tevez e Balotelli sul Tevere non è stata avvistata nemmeno una zattera. Più che futuro è un ritorno al passato. Ma comunque la Roma rimane sempre la Roma .Almeno per i suoi tifosi.

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