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ROMA, TOP E FLOP DEL 2013: dagli zemaniani in fuga all'avvento di Rudi e dei suoi discepoli

condividi su facebook condividi su twitter Di: Eduardo Barone 30-12-2013 - Ore 19:30

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ROMA, TOP E FLOP DEL 2013: dagli zemaniani in fuga all'avvento di Rudi e dei suoi discepoli

Per la società giallorossa questo è stato un anno ambivalente. Tra delusione e gioia all'ombra del Cupolone si sono visti 3 allenatori, un gran via vai di giocatori, nuovi accordi e cambi dirigenziali. Il bilancio si chiude in positivo, vista la finalmente ritrovata stabilità che era vacante da diverso tempo. Resta il fatto che per raggiungere questo traguardo non sono mancate le delusioni e amarezze.

Esaminiamo i protagonisti, nel bene e nel male, di questo anno solare giallorosso: 

TOP- 

GARCIA- Impossibile non cominciare la lista con il principale artefice di questo cambio di passo. Al suo arrivo fa subito 10 vittorie consecutive, mette il lucchetto alla difesa, riempie di fiducia giocatori che avevano perso lo smalto di un tempo, e infine riposiziona la chiesa al centro del villaggio. La sua Roma è seconda in classifica contro ogni pronostico. I tempi di altalenanza e confusione sono ormai vecchio ricordo. 

TOTTI- Qualcuno sospetta che abbia preso un elisir d'eternità, ma più semplicemente è rimasto lo stesso. Giocatore di qualità sopraffine e imprescindibile per questa Roma. Con una bomba da fuori area batte la Juve e porta una delle poche gioie dell'era andreazzoliana. Una bandiera sempre presente, anche quando deve raccogliere i cocci della sconfitta del 26 maggio. Con Garcia poi si scatena e contribuisce con gol e assist alle vittorie del team giallorosso. Non possiamo che augurargli un altro anno a questi livelli. 

DE ROSSI/PJANIC - Il romano è finalmente tornato quello di una volta, anche se soltanto da agosto, con quel gol che lo ha fatto urlare di gioia dopo i mesi afoni del post-derby. Un altro rigenerato dalla cura di dottor Garcia è il bosniaco. Miralem è diventato un pilastro dell'undici romanista. E' l'uomo dall'inventiva e creazione sublime. Un Totti surrogato a centrocampo, anche se il prossimo anno ci piacerebbe vederlo con più continuità e qualche giallo in meno.

BENATIA- Il Marocco non è terra di grandi campioni calcistici, ma con lui è stata fatta un'eccezione. L'ex Udinese ha preso il comando del blindato difensivo giallorosso e non solo: protagonista anche in fase realizzativa con 4 reti. Grazie a lui anche Castan, suo compagno di reparto, è salito a livelli ottimi e ora la difesa romanista è la meno battuta d'Europa. 

DE SANCTIS- Arrivato tra le smorfie di qualche tifoso, il portiere abbruzzese non ha nulla a che vedere con i suoi predecessori. Tenace, affidabile, comunicatore: questi e non solo gli aggettivi da affibbiargli, l'ex Napoli ha anche salvato più volte la porta con delle parate d'autore. 

SABATINI- I suoi colpi di mercato quest'anno sono tutti azzeccati. Ottima la cessione, seppur a malincuore, dei due gioielli Lamela e Marquinhos e ancora di più i nuovi acquisti. Da Strootman a Maicon, passando per Benatia e De Sanctis. Solo due interrogativi da sciogliere per il prossimo anno: Dodò è una scommessa vinta? Jedvaj è il nuovo Marquinhos? 

FLOP-

ZEMAN- L'anno incomincia con due mesi neri. Gennaio e febbraio fanno affondare la nave giallorossa guidata dal timoniere boemo. Molti dei gol fatti e incassati, poche le gioie. Le brucianti sconfitte della guida zemaniana si concludono con quella di Cagliari, corollario di tutti i difetti della squadra giallorossa. Zeman viene esonerato ma si scoprirà ben presto che il problema non era solo lui. Dire però che Pjanic e De Rossi non possono giocare insieme (cosa smentita poi dal gioco di Garcia) non fa onore ad un allenatore apprezzato da molti amanti del calcio. 

GOICOECHEA/STEKELENBURG- Bocciata la porta giallorossa della prima parte dell'anno. Il primo, pupillo del maestro boemo, viene sovvraccaricato di così tante responsabilità che implode su stesso, dimostrando di non essere all'altezza di fare il primo portiere (e probabilmente neanche il secondo). Lo sbarbato uruguaiano ha fatto bene a cambiare aria, così come Stekelenburg. L'altezzoso portiere olandese era considerato uno dei migliori in Europa, ma con la maglia giallorossa, anche nei suoi ultimi sei mesi prima di essere ceduto al Fulham, si è dimostrato un flop. "Con lui la nostra porta sarà sistemata per 10 anni" disse Sabatini al suo arrivo. Ebbene non è stato così. 

TATCHSIDIS- La colpa non è sua ma di chi l'ha scelto. E ciò porta di nuovo al tecnico boemo, che lo ha quasi sempre preferito a De Rossi. Il greco comunque non è sembrato un giocatore da Roma. Lento e macchinoso, il giovane regista ne dovrà fare molta di strada per migliorare. Lontano da Roma però. 

BALDINI- L'ex braccio destro di Capello nel suo ritorno a Roma ha sbagliato quasi tutte le scelte che poteva sbagliare. Dall'allenatore, toppato per due anni consecutivi, a molte altre operazioni sicuramente criticabili. La sua gestione è parsa confusionaria. Il suo addio alla Roma poi non lo ha liberato dalle critiche, che lo hanno seguito anche a Londra. 

ANDREAZZOLI-  Il traghettatore del dopo Zeman si è barcamenato saltellando da qualche vittoria ad altrettante sconfitte. Pesa anche la sconfitta in finale di Coppa Italia. E' stato colpevole di aver fatto galleggiare la Roma in uno stato apatico, privata di qualsiasi impulso emozionale. Inoltre non è si è dimostrato neanche un gran comunicatore. Dire che se lui fosse un calciatore non vorrebbe mai venire alla Roma non è molto stimolante per l'ambiente. 

 

 

 

Fonte: Insideroma.com

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