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Senza titolo.

condividi su facebook condividi su twitter Di: Chiara Barberis 20-04-2016 - Ore 10:30

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Senza titolo.

Io sono un guerriero e troverò le forze. E amore mio grande, amore che mi credi, vinceremo contro tutti e resteremo in piedi.

 

Penso che sono in difficoltà a scrivere. Stavolta. 

Penso, però, di averne il dovere

Penso che c'è sempre tempo per stare in silenzio e penso che non è mai troppo tardi per prendere una penna e iniziare a scrivere scrivere scrivere. 

Dicono che per gli articoli si debba scegliere un titolo accattivante, che attiri. Ma come si fa a trovare un titolo adatto.. Come si fa ? 

Io voglio credere che noi giovani siamo vincenti a prescindere. Voglio credere che siamo il futuro del mondo. Ma lo siamo davvero. Voglio credere. Voglio credere che l'aridità del mondo non possa più uccidere dentro un'esistenza fino a logorarla e distruggerla, annientarla. Come è successo ieri. Ieri alla facoltà di Ingegeria di Romatre, in via della vasca navale, un ragazzo di 26 anni si è puntato una pistola alla tempia. E ha premuto il grilletto. Guardando il suo migliore amico. "Addio, Francesco". Click. E poi il buio. E poi il nulla. E poi è volato via. Lui, lui come altri tantissimi giovani. Che se ne vanno così. Come una nuvola nel vento. E di lui non resta più nulla. 

Maurilio era uno studente fuori sede, di Potenza, al secondo anno della triennale. Era lì per vedere i risultati di un esonero. Andato male. L'ennesimo. Ma non è questo il punto. Il punto è che lui dentro stava male da tanto. Davanti alla cecità della gente. Davanti al minimizzare imperante. A questo non prendere sul serio le parole, perché oggi le parole sono sulla bocca di tutti e tanto, troppo facilmente.La sua depressione era latente ed emergeva giorno dopo giorno da tempo. Il punto è la tragicità senza scampo esplosa nell'estremo gesto di un'esistenza disperata. 

Io dall'università ne sono appena uscita. E le ho viste le difficoltà e le ho viste le facce schifate e sufficienti, severe e ingiuste di tanta gente. Non è un percorso facile. Non è una scelta facile. 

E ci sono i momenti in cui pensi di mollare, pensi di non farcela, pensi di finirla. Ci sono quelle volte in cui vuoi chiuderti a casa per non uscire più. Ci sono quelle volte che persino la luce del sole diventa insopportabile e crolli. E' troppo più facile sparare sentenze dal podio del vincitore, quando la lotta l'hai superata. E non si considerano tanti punti. E' troppo più facile dire "ha fatto male" o "ha fatto bene". E penso alla famiglia lontana, a chi lo conosceva e lo ha visto fino a pochi minuti prima. Penso al dramma dell'amico che ha incrociato il suo sguardo un attimo prima. E non lo cancellerà mai. 

Stamattina leggo articoli sterili e aridi di cronaca sui giornali. Si sono pronunciati. Tutti hanno giudicato. 

Guardate che per noi giovani non è mica facile. Guardate che non è mica detto. Non è mica scontato. Siamo carichi di ansia da prestazione, di fare bene e tutto e subito. C'è la pressione di (non) essere all'altezza, di invecchiare, di perdere tempo, di fallire, di essere superati, di non valere nulla.  

Ecco. Non valere nulla. E la frustrazione del restare indietro non si può davvero né capire né, tantomeno, giudicare. 

E queste poche righe che non significano granché, non hanno la pretesa di insinuare nulla su niente. Sugli "adulti", sul mondo del lavoro, sulla gente, sull'università. 

Queste poche righe sono le mie, che scelgo di condividere. Semplici e dirette, per salutare un ragazzo uguale a me, uguale a tanti altri. E proprio per questo, personalmente, mi ha fatto riflettere e mi sono posta delle domande. 

Perché si parla tanto di tutto, spesso sproloquiando, ma della Vita, sotto sotto, quanto se ne parla sul serio? Dopodiché, non resta molto altro da dire. Fermiamoci un momento, poi andiamo ancora avanti.

 

Volevo dirvelo. 

Ciao, Maurilio. 

 

Ma che splendore che sei nella tua fragilità e ti ricordo che non siamo soli a combattere questa realtà. Prendi la mano e rialzati. Tu puoi fidarti di me. Io sono uno qualunque, uno dei tanti, uguale a te. 

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