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Serie B, chiusa inchiesta sul Cesena: frode fiscale da 11 milioni. Sotto esame anche la cessione di Nagatomo all'Inter

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 08-01-2016 - Ore 10:07

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Serie B, chiusa inchiesta sul Cesena: frode fiscale da 11 milioni. Sotto esame anche la cessione di Nagatomo all'Inter

Avrebbero svuotato le casse del Cesena calcio creando con quei soldi fondi neri che poi finivano sui propri conti correnti: la Guardia di Finanza chiude l'indagine sulla società sportiva romagnola, ipotizzando una frode fiscale da oltre 11 milioni. Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore di Forlì-Cesena Sergio Sottani, sono indagati ex ed attuali vertici della società, imprenditori e commercialisti, uno dei quali aveva un ruolo nella stessa società. Sia l'ex presidente del Cesena, Igor Campedelli, sia l'attuale, Giorgio Lugaresi, sono indagati dalla procura di Forlì-Cesena nell'indagine della Gdf sulla società sportiva. Oltre ai due risultano indagati anche l'ex direttore generale Luca Mancini, il professionista Luca Leoni, gli imprenditori Potito Trovato e Coclite Mastrorazio. Le accuse ipotizzate sono, a vario titolo, riciclaggio, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, simulazione di reato e falso in bilancio. Le accuse nei confronti dei sette indagati sono scaturite dall'analisi delle carte sequestrate nella sede del Cesena calcio nell'aprile del 2014, un migliaio di faldoni contenenti documenti relativi agli apparati contabili di 25 società, e dagli accertamenti svolti su un centinaio di conti correnti bancari, anche di San Marino. Le verifiche, dicono gli investigatori e gli inquirenti, hanno consentito di accertare come le casse della società siano state svuotate attraverso la realizzazione di falsi contratti per fornitura di servizi, realizzazioni di lavori e consulenze, giustificati con fatture false per un totale di 7 milioni. In sostanza l'ex presidente, gli imprenditori e i commercialisti, sostengono ancora gli investigatori della Guardia di Finanza, avrebbero costituito una vera e propria associazione e, approfittando dei loro ruoli, avrebbero messo in atto una serie di raggiri contabili e amministrativi attraverso la creazione di documenti falsi, con l'obiettivo di realizzare indebiti risparmi d'imposta e creare fondi neri. Grazie alle rogatorie con San Marino, i finanzieri sono riusciti a seguire i soldi che, una volta usciti dalle casse del Cesena e transitati sui conti riconducibili ad un imprenditore edile e alberghiero che li riciclava, finivano nei conti correnti personali di Campedelli o nelle casse delle società immobiliari a lui riconducibili. Il commercialista ed ex direttore generale Luca Mancini aveva invece un altro ruolo: dopo aver procurato finanziamenti alla società per milioni di euro, sostiene la Gdf, con la complicità di Campedelli ha raggirato i soci facendosi pagare per prestazioni professionali mai eseguite e intascando circa un milione. L'indagine consentirà ora alla Gdf di avviare una serie di controlli fiscali per verificare i danni provocati all'erario, sotto forma di omesso pagamento delle imposte dirette o indirette. 

SOTTO INCHIESTA ANCHE LA CESSIONE DI NAGATOMO ALL'INTER - Ci sarebbe anche la cessione di Yoto Nagatomo all'Inter nel gennaio del 2011 tra le vicende finite al centro dell'indagine della Gdf sulla gestione del Cesena Calcio. L'accusa di falso in bilancio è infatti ipotizzata in relazione alle plusvalenze realizzate dal Cesena con la compravendita di diversi calciatori, tra cui appunto il giapponese Nagatomo. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza dunque, in alcuni casi il valore dei giocatori sarebbe stato sopravvalutato, con l'obiettivo di ridurre sensibilmente le perdite d'esercizio. Una circostanza che, in base al dlgs 231 del 2001 - quello sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti - potrebbe costare al Cesena una sanzione pecuniaria molto elevata. Gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno, infine, ipotizzato anche il reato di falso in bilancio correlato a plusvalenze generate dalla compravendita di noti calciatori di serie A, il più famoso dei quali, di origine nipponiche, comprato dal Cesena Calcio e dopo poco ceduto ad una delle più importanti squadre calcistiche italiane. In particolare, il valore dei giocatori, in alcuni casi, veniva artificiosamente sopravvalutato al fine di ridurre sensibilmente le perdite di esercizio, circostanza che, ai sensi del D. Lgs. 231/2001 potrebbe causare non pochi problemi alla società calcistica, nei cui confronti, secondo i principi della responsabilità amministrativa degli enti, potrebbe essere comminata la sanzione da duecento a trecento quote, per non aver attuato alcun modello organizzativo che riducesse il rischio di tali alterazioni al bilancio. L'indagine svolta, ed i conseguenti dati bancari e contabili analizzati, aprirà ora la strada alle Fiamme Gialle ad una serie di controlli fiscali finalizzati all'accertamento dei danni provocati all'erario, sotto forma di omesso pagamento delle imposte dirette ed indirette, reso possibile grazie ai numerosi artifici contabili realizzati e dall'incredibile volume di fatture per operazioni inesistenti emesse ed utilizzate dalle varie società coinvolte nella vicenda penale, per un totale di oltre 11 milioni di euro. 

Fonte: Ansa

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