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Spalletti e quelle prime critiche immeritate della piazza

condividi su facebook condividi su twitter Di: Lorenzo Caruso 29-08-2016 - Ore 20:06

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Spalletti e quelle prime critiche immeritate della piazza

Chissà cosa avrà pensato Luciano Spalletti, tecnico della Roma, quando la sua squadra, in quel di Cagliari si trovava avanti 2-0? Bel modo di mettersi alle spalle la débacle contro il Porto, indubbiamente, ma si sa, la Roma storicamente prima di abbandonare del tutto i suoi demoni, ci balla per un po’, ci costruisce un rapporto quasi intimo che barcolla su quel filo che divide l’amore dall’odio, poi, come se nulla fosse, dopo aver fatto a cazzotti con queste presenze, un bel giorno torna quella che tutti conosciamo. La nostra Roma, capace di farci brillare gli occhi per una giocata o un gol.

E non c’è dubbio sul fatto che Luciano Spalletti questi demoni li conosca bene, li ha già visti, sin da quando si è seduto per la prima volta sulla panchina giallorossa nel lontano 2005. Il caso, se poi di caso si tratta, vuole che il pareggio rocambolesco con il Cagliari arrivi giusto prima della famosa sosta per le nazionali che, all’inizio di ogni campionato, fa rimanere i tifosi più accaniti a bocca storta, per quel desiderio di Roma non del tutto appagato, dopo sole due giornate di campionato. E come non capirli del resto.

E dunque, la squadra del tecnico di Certaldo non ha di certo scelto il miglior modo per salutare questo miniscorcio di campionato prima della ripresa prevista l’11 Settembre quando, all’Olimpico, la squadra giallorossa affronterà la Sampdoria, attualmente a punteggio pieno. La vera problematica sta nel fatto che 2 settimane a Roma, sembrano un’eternità, ancor di più se consideriamo che il 2-2 contro il Cagliari è stato (giustamente) letto dalla quasi totalità della piazza, come una sconfitta visto il doppio vantaggio iniziale.

Luciano Spalletti è un tecnico che non ha bisogno di difese da parte di nessuno, se non forse del suo presidente; nella sua carriera ha dimostrato e probabilmente continuerà a farlo, a Roma o altrove, è dunque inutile stare qui a riportare dati riguardanti il numero degli assenti di inizio stagione o la presenza di calciatori acquistati nelle ultime 2 settimane che, normalmente, non entrano ancora alla perfezione nei dettami proposti dall’allenatore. In ogni caso, oggi la critica comune che viene mossa al tecnico toscano è legata al fatto che questa squadra avrebbe dei limiti al livello mentale e che lui non sia riuscito in questo tempo a colmare tali lacune. Appurato che questo sia vero e probabilmente lo è, perché è lo stesso Spalletti ad averlo ammesso, quello che sembra quantomeno discutibile è cominciare a produrre quel brusio di sottofondo ora, verso un allenatore che, da quando ha fatto il suo ritorno sulla panchina della Roma, ha risolto molti dei problemi di una squadra che ormai sembrava alla deriva.

La critica è giusta se sensata nei contenuti e ancora di più se sollevata con la giusta tempistica. E davvero pensiamo che questo sia il caso? Criticare un allenatore dopo 2 sole giornate nelle quali, se non fosse stato per un errore dell’instancabile Florenzi, la Roma avrebbe 6 punti. O ancora, dopo il preliminare di Champions andato come tutti sappiamo? E che non si dica che serve un allenatore a spiegare ad un calciatore che determinati interventi in partite del genere non vanno fatti.

In chiusura, è appena cominciato il periodo che ci divide dal ritorno in campo della Roma l’11 Settembre, e con esso è cominciata anche quella che ha tutta l’aria di essere una sentenza nei confronti di Spalletti. Forse, e dico forse, sarebbe semplicemente il caso di capire che se proprio il tecnico deve essere criticato, si può aspettare ancora un po’ prima di farlo. Perché come detto i demoni la Roma sa scacciarli, ma se questi sono già in casa, farlo è più difficile.

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