Trecento.

Oggi. 

XX settembre 2015. 

Il Capitano ha fatto trecento. Come gli Spartani. 

Ultimamente, lo so, circola un po' di amarezza, una sensazione tra la rassegnazione e una nostalgia prematura per "quando non ci sarà più" (E se leggesse, un bel gesto scaramantico non glielo leverebbe nessuno..). Gioca di meno, è vero. Rudi Garcia lo loda, ma deve far girare la ricca rosa, deve pur far andare avanti una squadra che si deve assestare, tra tanti nuovi volti e nuovi piedi. 

Ed è anche giusto. Anche così. Anche se fa un po' male vederlo in panchina, vedere in panchina quello sguardo lì, quei piedi lì. 

Ed oggi c'era. Quasi come una promessa mantenuta. Se lo sentiva, lui, quel goal. S'è girato, il pallone incollato allo scarpino e ha segnato. Ancora. Per la trecentesima volta. Per la trecentesima volta la curva s'è alzata, lo Stadio l'ha acclamato. Per la trecentesima soddisfazione. Ci ha salutati e ha fatto "tre" con la mano. 

Un Campione. Che segna ancora, che non si è mai arreso e che si è fatto un bel regalo alle porte del suo compleanno. Che da un lato ci spaventa. Ma lui dice: "Tranquilli regà, che io ci sono".