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Una Roma imperfetta e gli errori di Walter Sabatini

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 07-01-2016 - Ore 11:42

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Una Roma imperfetta e gli errori di Walter Sabatini

GABRIELE NOBILE - La Roma ricomincia il campionato e l’anno nuovo sulla stessa scia di come aveva finito il 2015, giocando non benissimo e facendosi recuperare dal Chievo prima uno 0 a 2 e poi il 3 a 2. La squadra che ieri il trainer giallorosso ha schierato a Verona era ampiamente rimaneggiata, vista l’assenza di diversi titolari e primi ricambi (dei quali 6 su 7 a centrocampo), il tecnico di Nemours ha schierato il giovane Sadiq da titolare e l’inedita coppia Florenzi e Vainqueur a centrocampo; benino per un tempo, malissimo nella ripresa quando i clivensi hanno guadagnato terreno arrivando al pareggio sul finire del tempo. Questa è la storia del match di ieri.

Ma quanto successo ieri, in linea con la Roma versione 2015, è un po’ la sintesi della confusione che regna a Trigoria da molti mesi oramai, con un allenatore sospeso e delegittimato da almeno 8 mesi, con un management che non riesce a trovare la via d’uscita ad una crisi tecnica che dura da troppi mesi; da sottolineare anche l’atteggiamento del massimo esponente della società, ovvero il presidente James Pallotta, assente da Roma da quasi un mese, ma completamente distante anche solo da un punto di vista formale: l’atteggiamento del presidente sembra come se da Boston avessero “mollato”, non arrivano scosse ne impulsi ai manager, alla squadra ed all’allenatore. Troppe sono le cose che non vanno e nessuno sta cercando di sistemarle; e ciò è grave.

La classifica ad oggi, ad una sola giornata dalla fine del girone d’andata, ci dice che la Roma è a 33 punti a 6 punti dalla capolista Inter a 5 da Fiorentina e Napoli ed a 3 dalla Juventus, ma paradossalmente anche a + 5 dal peggior Milan della storia recente e dal Sassuolo che dovrà recuperare un match.

L’Inter, il Napoli e la Fiorentina, dovrebbero essere l’esempio positivo per rendersi conto di quanto sia fallimentare la stagione della Roma; costruita (almeno sulla carta) per vincere o per provare a vincere.

La squadra di Thohir è la dimostrazione oggettiva di come chi è partito con una progettualità ritardata di due anni da quello della Roma, abbia superato di molto quanto fatto dai giallorossi dal 2011 ad oggi. Il magnate indonesiano ha saputo stravolgere il proprio management dopo una prima fase di studio, affidandosi a persone competenti e puntando su un allenatore che ha saputo in pochi mesi accentrare su se stesso tutte le decisioni cruciali, creando un team fatto da giocatori validi consolidando un gruppo che crede ciecamente nelle direttive del trainer di Jesi. Discorso valido anche per il Napoli di De Laurentiis e per la Viola dei Della Valle, club che sono riusciti,con investimenti molto più leggeri di quelli fatti da Trigoria in questi 4 anni, a consolidarsi in questo campionato. Non parliamo della Juventus che viaggia su livelli superiori a tutte le squadre citate.

Questo campionato ha dimostrato più di una volta che, tra un’amarezza ed una delusione, poteva essere riaperto, viste le occasioni sciupate dalla Roma e dalle altre inseguitrici; almeno per non avere rimpianti e consideralo come il campionato delle occasioni perse; bisognava correggere le imperfezioni strutturali e tecniche della rosa giallorossa da subito, per poi aspettare giugno per attuare quella che dovrà essere una decisiva rivoluzione.

Il calciomercato è iniziato da qualche giorno ma nessun cenno è arrivato da parte del DS romanista Walter Sabatini, solo voci e trattative, né confermate ne attuate. Sabatini, direttore sportivo anomalo, visto che vive il calciomercato per 360 giorni l’anno, doveva presentarsi, all’apertura della sessione invernale, portando in dote al tecnico, almeno 2 giocatori, probabilmente un difensore ed un centrocampista; lavorando sul timing nella stessa maniera con il quale ha ceduto al Bournemouth il poco incisivo Manuel Iturbe: infatti se il discorso vale per le cessioni, ovvero di averci lavorato nei mesi precedenti all’apertura della data ufficiale del calciomercato, il DS avrebbe dovuto fare la stessa cosa anche per le operazioni in entrata, visto che ha avuto 6 mesi per intrecciare rapporti e selezionare quelli che potevano essere i profili giusti per “aggiustare” la rosa giallorossa.

Lo schema di Sabatini invece ripercorre le stesse strategie degli scorsi anni, quando nella sessione invernale di calciomercato 2015, in piena crisi tecnica della squadra, si presentò con lo spompato Doumbia e con gli impresentabili Ibarbo e Spolli. Se fossero confermate le voci che vedono il Ds umbro della Roma in trattativa avanzata per Perotti del Genoa e di Stephan El Shaarawy sarebbe molto difficile che con questi giocatori la Roma potrà risollevarsi in campionato.  Certamente ne la stampa, ne la critica specializzata hanno le competenze di un DS esperto come Sabatini che viene profumatamente pagato per scegliere giocatori e per provare a creare un team di giocatori validi da mettere a disposizione del head coach giallorosso; questo è vero almeno in parte, visto che, almeno nel recente passato, proprio la critica e gli addetti ai lavori (in questo caso quelli che si occupano giornalmente della Roma) lucidamente avevano sottolineato di come il lavoro svolto dal DS fosse, in qualche modo, completamente errato. Certamente è da sottolineare di come la stessa critica fu illusa dal calciomercato estivo posto in essere da Sabatini quando, all’unisono, tutti i media, locali e nazionali, scrissero di come, anche per la sessione 2015 chiusa a fine agosto, la Roma fosse stata quotata come la regina del calciomercato stesso.

Non esiste una verità assoluta ma resta il fatto che solo Walter Sabatini potrà e dovrà risistemare in fretta la squadra: l’obbiettivo dovrà essere quello di rimodulare la squadra per ridargli un’anima per non perdere terreno con le squadre che sono davanti in classifica, per provare e cercare di inserirsi nella lotta per il 2° o 3° posto utile per l’accesso in Champions League, vero target per non perdere i budget utili da mettere a disposizione di chi dovrà attuare la rivoluzione di giugno.

 

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