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Violenti da stadio, la Lega A adesso chiederà i danni

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 02-06-2014 - Ore 22:38

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Violenti da stadio, la Lega A adesso chiederà i danni

“Bisogna sanzionare i singoli responsabili”: questo il pensiero del presidente-manager della Lega di serie A, Maurizio Beretta. Si riferisce ai cori di discriminazione territoriale (contro il Napoli), ma anche agli incidenti negli stadi e dintorni.Posizione più che condivisibile: la prossima stagione, speriamo, sarà quella della svolta. Quella appena conclusa è stata pessima: comportamenti inaccettabili. Prevaricazioni, violenze, becerismo, fischi all’Inno di Mameli, gli incidenti un mese fa in occasione della finale della Coppa Italia (indagini ancora in corso, non facili fra scarse testimonianze e troppa omertà).

 

Spiega Beretta: “E’ stato sottovalutato il fenomeno delle curve, il mondo ultrà ha avuto spazio ad un eccessivo protagonismo: va assolutamente cambiato il sistema sanzionatorio della norma sulla discriminazione territoriale. Lo faremo dopo i Mondiali brasiliani”. Ha sbagliato, due volte, lo scorso anno il consiglio federale della Figc: non diamo la colpa (solo) a Giancarlo Abete, c’erano anche gli altri (compreso Beretta) a decidere sul da farsi. Le norme hanno creato confusione e problemi enormi di applicazione al giudice sportivo, Gianpaolo Tosel che da ex magistrato di grande esperienza (e buon senso) già si era conto l’estate scorsa che qualcosa non funzionava.

 

Ora, si cambia: i club dovranno impegnarsi con serietà in un piano di contrasto al razzismo e alle discriminazioni (la Juve l’ha appena fatto, con l’Unesco). Le nuove norme prevederanno, così come le altre, un sistema sanzionatorio che prevede anche le attenuanti (e le esimenti): ma in caso di recidiva ci saranno ancora le curve chiuse. Non si picchierà più nel gruppo, cercando, come ricorda lo stesso Beretta, di individuare le responsabilità personali. Come? Segmentando le curve più a rischio: niente nuove barriere ( l’Uefa non vuole), ma settori più piccoli, colorati.

E sistemi, come suggerisce Giovanni Malagò, di identificazione più moderni. Non sarà comunque una cosa facile con i cori, più semplice per chi espone striscioni. Speriamo che i tifosi lo capiscano. Speriamo che i tifosi (perbene) prendano le distanze dagli idioti: è successo allo Juventus Stadium, in occasione della festa scudetto. Fischi contro chi aveva messo uno striscione di insulti a Enrico Varriale e quella scritta “Speziale libero” che comunque, al di là di eventuali risvolti penali, è sicuramente un’offesa alla memoria di un poliziotto, l’ispettore Raciti, morto a Catania in occasione di una partita di calcio. Il giudice sportivo non aveva punito la Juve, proprio perché i tifosi avevano subito preso le distanze: ma adesso la stessa Lega di A è pronta a costituirsi parte civile quando l’inchiesta sarà chiusa e gli idioti di turno saranno individuati (per ora ne sono stati scoperti già due, altri due presto faranno la stessa fine) .

A loro saranno chiesti i danni. Ce lo ha anticipato lo stesso Beretta. “Negli stadi-spiega il n.1 della Lega- la situazione è molto migliorata, ci sono meno incidenti. Ma fuori dagli stadi ci sono ancora grossi problemi, si è visto anche in occasione della finale di Coppa Italia. Ora vedremo le conclusioni anche dell’inchiesta di Roma, poi la Lega prenderà posizione”. Probabile quindi che vengano chiesti i danni anche a “Genny a’ carogna” e c., insomma a tutti quelli che saranno eventualmente rinviati a giudizio o sottoposti a Daspo. “I sistemi per individuare i colpevoli ci sono-ricorda Beretta-Ricordo ad esempio l’arresto in flagranza differita”. Da parte del mondo del calcio si chiede un impegno sempre maggiore da parte delle forze dell’ordine, un aiuto per isolare i violenti. Alcune società, per la verità, erano rimaste un po’ deluse dalle promesse del capo della polizia, Alessandro Pansa, in occasione dell’incontro di Milano. Ma lo sforzo deve essere comune: anche il mondo del calcio può fare molto.

Perché, ad esempio, non escludere dagli stadi a vita i violenti, soprattutto i recidivi? Il Daspo a vita, suggerito da Alfano, probabilmente non passerebbe al vaglio della Corte Costituzionale: ma i club, che organizzano le partite, nel loro regolamento d’uso, possono prevedere norme anche pesanti (come all’estero, Inghilterra e Spagna ad esempio). E non è necessario essere proprietari dell’impianto. La Lega è pronta a dare “un segnale”, come ci ha garantito lo stesso Beretta. Mai più una stagione come quella appena conclusa: speriamo in bene. Senza picchiare nel gruppo, ma isolando una minoranza che, purtroppo, non è per niente silenziosa (e in qualche caso nemmeno tanto minoranza…). Prima delle norme, devono cambiare i comportamenti. Una battaglia lunga, difficile: ma c’è la volontà di iniziarla.

Fonte: repubblica.it - Bianchi

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