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VULPIS: "La Roma si libera dal debito grazie ad una nuova società. Il business di Pallotta è nello stadio"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-11-2014 - Ore 17:19

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VULPIS:

Il direttore di Sporteconomy Marcel Vulpis ha parlato a Radio Radio della situazione finanziaria della Roma, in particolare dell'imminente factoring:

“Il tema è quello della ristrutturazione del debito che va ridotto partendo da una sua ristrutturazione. Da un punto di vista tecnico l’operazione che vuole fare la Roma è quella di isolare il montante dei debiti 130,8 milioni di euro in una “special corporis veicol”, una società di scopo, queste “scv” vengono inseriti al un lato i debiti (138,8 milioni di euro) e dall’altra parte ci devono essere i ricavi che vengono a controbilanciare l’intera operazione. Questo deve avvenire portando dentro tutte le cose buone della Roma, sia presenti ma anche future.


I vantaggi sono che è un’opportunità che hanno a disposizioni le aziende, sono iniziative lecite ma anche delle scommesse per la Roma ma anche per le banche che andranno a ristrutturare il debito. Queste iniziative partono con i migliori auspici ma sta al club velocizzare questa operazione, un conto è farlo in pochi mesi, un conto è farlo in anni. I risultati finali li vedremo tra un po’. A me non stupisce perché Pallotta viene dagli hedge fund, i fondi più speculativi che ci sono sul mercato. Lui è un uomo di finanza, c’è arrivato perché non c’è più un socio bancario importante come Unicredit. Un conto è avere accanto una banca un conto è non averla.
I risparmiatori che avevano le azioni di Unicredit erano anche fin troppoa buoni perché era un’anomalia affiancare un club di calcio. Ora Pallotta deve ristrutturare il debito per il Fair Play che è alle porte.
Viene creata una nuova società, una Special Football Veicole. La Roma si libera di tutto il debito, che a quel punto va alla nuova società creata, la quale lo vende a una banca.  Se ci sono 130,8 milioni di debiti poi ci dovranno essere 130,8 milioni di ricavi futuri, più gli interessi.
Questo debito finisce in questa società ma il debito rimane della Roma. Se questa ristrutturazione non dovesse procedere come previsto si potrebbero attuare strumenti finanziari alternativi, prestiti obligazionari, ma sono solo ipotesi. Se i ricavi invece fossero elevati magari piano piano riesce a pagare il montante dei debiti più interessi. La Prada ad esempio ha tre volte ceduto a tre banche differenti il proprio debito, che continua comunque a fatture e a pagare il proprio debito.
Solo Baldissoni sa il costo degli interessi da dare alla banca che si prende il debito giallorosso.
Anche l’Inter ha ristrutturato a suo tempo, anzi, di loro si è parlato anche di una bad company, società dove vengono buttati i debiti. Oggi entrare nel mercato del calcio italiano è una rimessa, chi ci entra sa perfettamente dove va entrando, evidentemente il business è da un’altra parte,cioè nello stadio. Da lì ricaveranno quello che volevano dapprincipio. Fare lo stadio a Roma è molto difficile, soprattutto se abbiamo un sindaco che non sappiamo se mangerà il panettone.
Può essere visto come un debito importante, ma per gli americani la Roma è come fosse una start up, e per una società così un passivo è prevedibile.”

 

 
 

Fonte: Radio Radio

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