Calcio Internazionale

L'era Trump e le preoccupazioni del calcio USA

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 20-01-2017 - Ore 10:25

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L'era Trump e le preoccupazioni del calcio USA

PAOLO VALENTI - Giornata importante oggi per gli Stati Uniti: Barack Obama consegnerà il mandato nelle mani del nuovo presidente Donald Trump in una liturgia laica che comincerà alle 9,30 eastern time (in Italia saranno le 15,30) nella Sala Blu della Casa Bianca. Un caffè di benvenuto prima di lasciare un incarico ricoperto con dedizione per otto anni nelle mani di un personaggio che, dopo una campagna elettorale controversa, è atteso da tutto il mondo alla prova di realtà: il confronto effettivo con la Presidenza degli Stati Uniti e le decisioni che il ruolo comporta. Sin dal giorno dell’elezione molte sono state le voci contrarie che si sono levate, tra perplessità e preoccupazione, nei confronti del presidente eletto. Ultima, in ordine di tempo, quella di Omar Gonzalez, difensore centrale presente ai mondiali del 2014 e nel giro della nazionale americana già dal 2010, attualmente in forza al Pachuca (campionato messicano) dopo una militanza di sei anni nei LA Galaxy e una brevissima parentesi nel 2012 nel Norimberga. Gonzalez, nato a Dallas ma in possesso di doppia cittadinanza americana e messicana, non ha fatto mistero delle sue preoccupazioni legate all’incarico di Trump:”Spero che non continuerà a parlare come ha fatto durante la campagna elettorale e tratterà le persone come dovrebbero essere trattate” le sue recenti dichiarazioni riguardo alle posizioni espresse dal magnate in merito ai temi connessi all’immigrazione. Preoccupazioni legate anche agli uomini che il nuovo presidente ha scelto di inserire nel suo staff:”Molte persone ricche – ha proseguito Gonzalez – con un sacco di soldi che non hanno la minima idea della vita e dei valori della povera gente. Ci sono molti timori riguardo a lui qui in Messico ma anche negli Stati Uniti”. 

Gonzalez è solo l’ultimo di una lunga fila di personaggi pubblici che hanno dato voce al forte malcontento di quella grossa parte della popolazione americana che non ha votato per Donald Trump alle scorse elezioni. Il loro auspicio è quello accennato dal giocatore nelle sue dichiarazioni: che l’incontro con la responsabilità che comporta il ruolo di presidente spinga The Donald a decisioni e comportamenti conseguenti, nettati dalla necessità di guadagnare consensi a tutti i costi. Da oggi Trump dovrà gettare la maschera. Sempre che, finora, ne abbia indossata una.

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