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Road to Nyon | Scopriamo il City di Manuel Pellegrini

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 14-12-2015 - Ore 09:20

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Road to Nyon | Scopriamo il City di Manuel Pellegrini

Sarà il Manchester City l’avversario dei giallorossi negli ottavi di finale di Champions League. La squadra di Manuel Pellegrini non ha il fascino della storia dei cugini dello United ma da quando sono arrivati gli sceicchi capitanati da Mansour bin Zayed al-Nahyan, i Citizens hanno cominciato a scalare posizioni in classifica sia in Premier (vincendone 2 negli 5 anni) sia nell’Europa che conta. Molti importanti giocatori sono passati da queste parti, il primo acquisto che ha fatto scalpore è stato Robinho, ex calciatore del Real Madrid, che scelse il City invece del Chelsea. Più recentemente, Carlitos Tevez, che passò da una parte all’altra di Manchester e venne accolto con entusiasmo dai tifosi dell’Etihad Stadium con i manifesti con scritto: “Welcome to Manchester”, per sottolineare che finalmente era giunto nella squadra che rappresentava la città. Ovviamente, anche Edin Dzeko è passato da queste parti ed in 4 anni ha vinto 2 campionati, una coppa di Lega, una coppa d’Inghilterra ed una Community Shield prima di trasferirsi in giallorosso. Come il PSG del cugino Tamim bin Hamad al-Thani, anche Mansour è noto per i suoi acquisti folli anche di non top-player. Gli esempi più eclatanti sono Mangala ed Otamendi in difesa, pagati sui 40 milioni di euro e non certo tra i 10 centrali difensivi migliori al mondo, o Sterling e De Bruyne, che per quanto possano esser bravi, non valgono certamente 70 milioni. Il tecnico che ha portato una mentalità vincente e reso il Manchester City una squadra importante in Inghilterra è Roberto Mancini, che ha portato un sistema di gioco vincente regalando spettacolo e concretezza ai suoi giocatori. I tifosi del City non dimenticheranno mai il titolo vinto nella stagione 2011-12. I Citizens dovevano battere il Queens Park Rangers nell’ultima gara di campionato per laurearsi campioni o comunque fare lo stesso risultato dei cugini del Manchester United. I Red Devils di sir Alex Ferguson vinsero per 1-0 in trasferta la loro sfida contro il Sunderland e quindi anche gli uomini di Mancini dovevano vincere per aggiudicarsi il terzo campionato dopo più di 40 anni. Il primo tempo si conclude 1-0 per i Citizens grazie al gol di Zabaleta al 39’. Sembra fatta, gli ospiti hanno un atteggiamento remissivo e non hanno grande voglia di far male. Ad inizio ripresa, però, qualcosa va storto: Lescott sbaglia un intervento difensivo e l’ex laziale Cissè trova la rete del pareggio, gelando i tifosi del City. Quando Barton, ex della gara, si fa espellere per un brutto fallo su Tevez, i Citizens prendono coraggio ma vengono nuovamente beffati al 66’, sugli sviluppi di un contropiede e Mackie di testa porta in vantaggio il QPR. Tutti i presenti all’Etihad Stadium pensano che anche stavolta il sogno di tornare a vincere la Premier svanisca e proprio sul più bello, in casa contro una squadra in lotta per retrocedere ma quella non è la storia del Manchester City.. Yaya Tourè ha dovuto lasciare il terreno di gioco per infortunio ma Silva e compagni non si arrendono, neanche quando l’arbitro decreta che saranno 4 i minuti di recupero. Pochi istanti prima, il corner del fantasista spagnolo era finito sulla testa di Balotelli, che si era fatto respingere il pallone dal portiere ospite. Stessa bandierina, stesso calcio d’angolo, minuto 91: ancora cross di Silva ma stavolta il pallone finisce sulla testa di Edin Dzeko, che lo schiaccia perfettamente e trova il pari. Si rianimano i Citizens ma mancano solo una manciata di secondi al termine. A centrocampo, prende palla De Jong, che lo consegna sulla trequarti ad Aguero, che scambia con Balotelli, il quale decide di rendersi protagonista di un assist vincente per la punta argentina, che in area di rigore supera il diretto avversario e scarica un tiro sul primo palo con tutta la forza di uno stadio che lo sospinge e regala il trionfo meritato ma a quel punto insperato ai Mancini-boys. Storia recente è invece il doppio confronto con la Roma: lo scorso anno, i giallorossi capitano nel girone con Bayern Monaco, CSKA Mosca e proprio gli uomini di Pellegrini. In Inghilterra, la partita finisce 1-1 grazie al rigore di Aguero ad inizio match ma poi pareggia Totti in contropiede su assist di Nainggolan. Quella, forse, è stata la miglior gara europea dell’era Garcia. Al ritorno, i giallorossi sono molto cambiati, la debacle casalinga contro i tedeschi ha reso la squadra molto fragile e nonostante le contemporanee assenze dei leader carismatici Kompany, Yaya Tourè e Aguero, il City vince 2-0 all’Olimpico in maniera netta quanto meritata con i gol di Nasri e Zabaleta e vengono eliminati proprio dagli inglesi. Quest’anno il City non ha più la continuità di rendimento casalingo che aveva in campionato negli anni precedenti, nonostante sia ancora ai vertici della classifica ed a pochi punti dalla vetta, la sua fragilità difensiva si è acuita e davanti non segna con la stessa continuità del passato. Joe Hart è un buon portiere ma alterna prestazioni di grande livello ad errori molto evidenti. La linea difensiva risente dei continui infortuni di Kompany e Zabaleta ed i sostituti Otamendi e Sagna non sono all’altezza dei titolari né per qualità né per carisma. A centrocampo, la formazione di Manuel Pellegrini è molto muscolare e manca un po’ di fantasia e si deve affidare al solito folletto David Silva o a Yaya Tourè, in calo rispetto ad un paio di stagioni fa, quando realizzò 20 reti solo in Premier League. Davanti sono arrivati gli acquisti più costosi: Sterling e De Bruyne sono stati strapagati ma se il talento inglese è un classe ’94 con ampi margini di miglioramento e gioca con grande continuità, altrettanto non si può dire per il belga, sempre alla ricerca di un posto in squadra e non ancora entrato perfettamente nei meccanismi del tecnico argentino e del calcio inglese in generale. L’ex allenatore del Real Madrid e del Malaga si affida molto al Kun Aguero per risolvergli i maggiori problemi ma quando l’attaccante ex cognato di Maradona non c’è, Wilfred Bony lo fa rimpiangere. Pure in questo caso, il City ha speso 35 milioni di euro nel gennaio 2015 per un giocatore sopravvalutato e forse più adatto all’Eredivisie, dove ha segnato 31 gol in 30 partite con la maglia del Vitesse, o al massimo nel Swansea, club gallese ma che in Premier non viaggia sicuramente nelle parti alte. I punti di forza di questa squadra risiedono dal centrocampo in su: Fernando e Fernandinho fanno una buona cerniera, Yaya Tourè è un leader ed un calciatore di primissimo livello, la batteria degli esterni è molto ricca e piena di talento ed è formata da Jesus Navas, Nasri, Sterling, De Bruyne e lo stesso Silva che può adattarsi a giocare ovunque e lo fa sempre alla grande. Attenzione alle punizioni ed ai cross di Kolarov, sempre molto pericoloso. Punti deboli: la coppia difensiva in assenza di Kompany, sia con Demichelis che con Otamendi o Mangala; tutti e 3 sono forti fisicamente ma se presi in velocità o pressati alti sono impacciati e possono regalare occasioni da gol in ogni momento della gara. La Roma dovrà sfruttare le sponde di Dzeko ma soprattutto le doti di Salah e Gervinho, impedendo a Silva e Tourè di impostare il gioco con facilità.

 

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