Ronaldo: "Voglio fare altri 6-7 anni di alto livello. Ancelotti? Straordinario come tecnico e persona"
"Il mio punto forte è di natura psicologica, ho sempre l'ambizione di essere il migliore". Questo il commento di Cristiano Ronaldo dopo aver ricevuto il terzo pallone d'oro, secondo consecutivo. A 29 anni, l'attaccante portoghese del Real Madrid stabilisce quanto ancora giocherà: "Voglio sempre migliorarmi, penso a fare altri 5-6-7 anni ad alto livello, ne ho 29 ma mi sento un 25enne e ogni stagione è una nuova sfida. Si deve lasciare il passato alle spalle, non dimenticarlo ma pensare al futuro». "Non è importante se questa è stata l'ottava volta che partecipo alla cerimonia del Pallone d'oro, quando senti chiamare il tuo nome è sempre un'emozione», aggiunge CR7 che per il 2015 dice voler approcciare "con le stesse ambizioni di sempre" ben consapevole di "mantenersi ad alti livelli è la cosa più difficile" e per arrivare a questo c'è bisogno di "lavoro, sacrificio e sudore". Ronaldo è soddisfatto di esser entrato a far parte dell'elitè del calcio mondiale: "Sapere di far parte della storia di questo sport, sia come singolo giocatore che come componente di una squadra, mi rende molto felice. Il momento più emozionante, l'apice a livello emozionale, è stato alzare la Champions a Lisbona dopo aver sofferto tanto con il gol del pari all'ultimo istante». Merito per il premio ritirato a Zurigo va anche al suo allenatore Carlo Ancelotti: "È il top per quanto riguarda gli allenatori, ha sempre ottenuto riconoscimenti importanti, è straordinario come tecnico e anche come persona. Il fatto che sia stato un giocatore è un fattore importante. Il suo arrivo è stato qualcosa di decisivo per il Real, con lui abbiamo ottenuto i titoli più importanti". A influire sulla crescita Ronaldo indica la nascita di suo figlio Cristiano: "Mi ha regalato più tranquillità e allegria, averlo con me in questi momenti mi riempie di orgoglio -conclude il portoghese, che poi parla del Mondiale in Brasile-. Il fatto che fossi reduce da un infortunio non è una scusa, non ero al 100%. Se oggi sono dove sono lo devo al mio lavoro e al mio sudore, Dio non dorme e se sono qui è perché sono stato uno dei migliori calciatori nel corso dell'anno".
Fonte: Adnkronos