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Da Berta a Branca e Pradè: identikit del possibile erede di Sabatini

condividi su facebook condividi su twitter Di: Eduardo Barone 07-04-2015 - Ore 20:50

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Da Berta a Branca e Pradè: identikit del possibile erede di Sabatini

Sia chiaro: la stagione è ancora nel vivo, mancano nove giornate e la battaglia per la zona Champions è più che aperta. Nelle ultime settimane però si è parlato di un cambio del quadro dirigenziale in casa Roma a fine stagione e di un possibile addio di Walter Sabatini. Nonostante molte voci si siano rincorse ultimamente, al momento sono solamente indiscrezioni e non c'è nulla di concreto. La redazione di InsideRoma ha voluto però tracciare i profili dei direttori sportivi accostati recentemente alla Roma, con tutte le operazioni di mercato di rilievo, positive e negative, da loro svolte durante la carriera.

Marco Branca (ex ds Inter): responsabile dell'area tecnica nerazzurra dal 2003 al 2014. Branca è stato il dirigente dell'Inter "morattiana" del dopo-Calciopoli, quella che ha vinto scudetti, supercoppe, coppe Italia e come ciliegina la Champions League nel 2010. Il suo operato fondamentalmente si divide in due parti: prima e dopo il 2010. Nella prima gli affari da lui azzeccati sono molti. Tra tutti per esempio ci sono: Maicon prelevato dal Monaco per 6 milioni, Julio Cesar preso in Brasile da sconosciuto, Lucio dal Bayern Monaco per 5 milioni, 15 milioni per il fantasista olandese Sneijder. Tutti giocatori diventati pilastri della squadra di Mourinho che vinse il Triplete. Da segnalare però anche molti flop, che hanno poi provocato l'addio all'Inter: il caso Forlan, acquistato da Branca senza sapere che non poteva disputare la Champions, Quaresma preso dal porto per 25 milioni, Mancini e Suazo comprati 14 milioni a testa.

Daniele Pradè (ds Fiorentina): ricopre il ruolo di direttore sportivo alla Fiorentina dal 2012. La Roma lo conosce già molto bene, essendo stato ds giallorosso per lungo tempo (2004-2011). Se Il suo operato nella Capitale divide molti (nell'ultimo periodo ha avuto però l'attenuante delle pessime condizioni finanziarie in cui versava la società), sicuramente positivo è stato quello in Viola. Da Borja Valero per soli 7 milioni a David Pizarro, passando per Matias Fernandez, Gonzalo Rodriguez (muro della Viola comprato per 1,5 milioni) e da ultimo l'ottimo affare relativo alla cessione di Cuadrado, venduto a 32 milioni più il prestito di Salah, rivelatosi poi un giocatore di alto livello, o per esempio la buona cessione di Jovetic (ceduto a quasi 28 milioni).

Carlo Osti (ds Sampdoria): dirigente dei blucerchiati dal 2012. Osti ha fatto la gavetta per anni, passando di società in società frequentemente e mettendo in atto spesso dei colpi da registrare. Come Fabrizio Miccoli ai tempi della Ternana, Stefano Mauri nella Lazio, ma soprattutto Muriel e Cuadrado nel Lecce, entrambi presi in prestito nell'estate del 2011.  Più recente invece è il suo operato alla Samp, dove il club sta accompagnando una proficua gestione ad ottimi risultati sportivi. Un affare su tutti è quello di Gabbiadini, prima acquistato in  comproprietà per 5,5 milioni, poi, dopo aver rinnovato la partecipazione con la Juventus, ceduto a titolo definitivo al Napoli, che lo ha pagato 12,5 milioni.

Sean Sogliano (ds Hellas Verona): dal 2012 è direttore sportivo degli scaligeri, con cui alla prima stagione ha ottenuto la promozione in Serie A dopo 11 anni. L'operato di Sogliano è apprezzato da molti, tanto che anche il Milan più volte ha pensato a lui per reggere la pesante eredità di un eventuale addio di Galliani. Tra i colpi del ds veronese il più importante è sicuramente quello di Iturbe, preso in prestito, poi riscattato dal Porto per 15 milioni e infine venduto alla Roma per circa 22 più bonus (una plusvalenza che si aggira sui 7 milioni). Ottimi affari sono anche quelli di Romulo, reduce da una grande stagione a Verona ma colpito dagli infortuni con la Juventus, Jorginho, preso a zero e ceduto a 5 milioni e la scommessa vinta di Toni, 35 gol in due stagioni e nessun euro speso. Qualche pecca però è da segnalare, come per esempio il flop di Javier Saviola di quest'anno (anche se è arrivato gratis).

Andrea Berta (dt Atletico Madrid): direttore dell'area tecnica della squadra del Cholo Simeone dal 2013, ma assurge anche alle mansioni da direttore sportivo. Berta è uno dei dirigenti italiani più stimati dagli addetti ai lavori. Ex Parma, costretto ad emigrare in Spagna per aderire ad un progetto che lo soddisfaceva a pieno, Berta fa parte della dirigenza che l'anno scorso, insieme ovviamente al lavoro svolto in panchina da Simeone, ha creato una squadra arrivata a vincere la Liga e a sfiorare la vittoria della Champions League. Un mercato oculato, nessun eccesso in entrata, ma acquisti mirati in base a precise direttive coadiuvate dalla sintonia tra dirigenza e allenatore: questo il lavoro di Berta in questi anni a Madrid. Da ricordare le cessioni roboanti  di Falcao per 60 milioni, Felipe Luis per 20 e Diego Costa per 40 (con la clausola rescissoria), le rinascite azzeccate degli ex Juve Diego e Tiago, di David Villa e per ultimo di Torres dal Milan, lo sfruttamento del proprio settore giovanile, da cui sono usciti giocatori come Koke e Saul; con l'unica pecca dell'acquisto di Cerci per 16 milioni, rivelatosi poi un autentico flop

Insomma, quasi certamente Sabatini rimarrà ben saldo al suo posto a Trigoria, ma se così non sarà è molto probabile che l'erede del "re delle plusvalenze" si trovi tra questi nomi.

 

Fonte: Eduardo Barone - grafiche insideroma.com

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