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Iturbe si racconta per i signori del calcio: “Maradona, Messi, il Napoli e Balotelli…”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 16-03-2014 - Ore 12:27

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Iturbe si racconta per i signori del calcio: “Maradona, Messi, il Napoli e Balotelli…”

A tu per tu, con Juan Manuel Iturbe. Sinistro letale, uno che… “Se gioca così, non lo prendi mai”. Il piccolo attaccante paraguaiano naturalizzato argentino si racconta ai microfoni di SkySport per “I signori del calcio”: “Ho venti anni, ad Oporto ho imparato un po’ il calcio europeo ed ora in Serie A sto imparando molte cose nuove. I miei genitori sono paraguaiani e lavorano ancora li, però io mi sento argentino. Vivevo in un barrio simile a quello di Tevez. E giocavo sempre a pallone, spesso anche con gente più grande di me. Succedeva che i più grandi mi facessero anche brutte entrate perchè ero rapido. Ma io non mi fermavo, appena mio padre andava a dormire io scendevo in strada e giocavo. Ho un padre che lavora molto per noi, fa sempre di tutto perchè non mi manchi nulla. Non mi è mai mancato il pane in casa”. Iturbe, con la palla tra i piedi, il ragazzo più felice del mondo: “Giocando al calcio mi sento molto felice. Il futbol è l’unica cosa che m’interessa. Da giovane andavo a scuola solo perchè dovevo, non mi piaceva molto studiare. Ora, per imparare un po’ la lingua, ci sto andando abbastanza”. Il Cerro Porteno la sua prima grande esperienza. “Un giorno chiesi a mio padre di potermi allenare li. Ma per allenarsi bisognava pagare e mio padre non aveva i soldi necessari. A nove anni però ho iniziato a frequentare la scuola calcio. Dalle giovanili sono riuscito a debuttare a 16 anni in prima squadra”. Dal Sudamerica all’Europa, l’occasione del Porto: “A 16 anni la gente mi ha iniziato un po’ a manipolare e avevo alcuni problemi con la società del Cerro. Cosi mi sono trasferito a Buenos Aires. In seguito c’è stato il Porto, una sorpresa. Li non ho avuto molte occasioni di giocare ma ora al Verona le cose sono differenti. Qui mi sento molto tranquillo”. Ora al Verona, ma l’Italia sembrava già nel suo destino, da tempo: “Il Napoli parlava col Porto ma dato che ero molto piccolo era una soluzione difficile, abbiamo solo parlato. Un giorno il figlio di Maradona mi ha scritto in Twitter, mi ha invitato a Napoli e noi siamo andati. E’ stato molto bello. Poi però è arrivato il Porto che mi comprò”. Il trampolino si chiama Verona, una storia d’amore nata all’improvviso: ”Ero ad un passo dall’Espanyol poi il Verona è apparso all’ultimo momento… Sono in una squadra molto buona, organizzata. All’inizio pensavo di essere in una squadra piccola ma non è così. E’ una squadra che sta bene, stabile, con una grande tifoseria. Può competere in Serie A. Il calcio europeo è molto difficile, qui  ho imparato a segnare ed aiutare il terzino che sta dietro le mie spalle. Grazie a Dio mi sta andando tutto bene”. Il gol più bello? Il primo, non si scorda mai: “Contro il Livorno il gol più bello forse, fatto nel miglior modo possibile con una bella punizione”. In campo, Toni la sua chioccia: “Con Toni imparo moltissime cose, mi parla sempre. Ho un gran campione al mio fianco. Mi dice sempre che devo portarmi la squadra sulle spalle, mi da responsabilità. Il lavoro che fa lui ci da gran respiro alla manovra, è un grande attaccante. Ma la verità è che sono stato accolto da tutti nel miglior modo possibile”. Il futuro è in grande, le voci non mancano: “E’ sempre bello sentire che grandi squadre ti vogliano”. In Italia, tante tentazioni, molte grandi squadre: “La Juve, la Roma, il Napoli, l’Inter e il Milan hanno tutti grandi giocatori. Anche Kakà, Montolivo, Tevez Pirlo: una volta li vedevo alla Tv e ora ci gioco contro. Che emozioni. Ho le loro magliette…”. Una collezione speciale in cui non c’è quella di Mario Balotelli, data al padre: “L’ho chiesta anche a Balotelli ma l’ho data a mio padre perchè Balotelli è l’idolo di mio padre. Prima di dover giocare contro il Milan, mio padre mi ha chiesto esplicitamente la maglia di Mario. Io non lo conoscevo, non sapevo bene come fare ma poco prima che iniziasse la partita mi sono fatto avanti e gliel’ho chiesta. Lui ha accettato, e alla fine sono riuscito ad averla. La prima cosa che ho fatto è stato darla a mio padre”. E la Nazionale? La Seleccion nel sangue. Con un sogno Mondiale: “Il mio sogno è giocare in un Mondiale, se un giorno riuscirò a completare il sogno ne approfitterò e sfrutterò l’occasione”. Indimenticabile  l’occasione di fare da sparring partner con la sua Nazionale Under 20 alla seleccion di Maradona in ritiro, poco prima del Mondiale Sudafricano: “C’era Maradona, Messi e Higuain. Noi convivevamo con loro. Ancora oggi mi ricordo di quei momenti. Vedevo Leo allenarsi, una cosa incredibile per me. Mio padre mi ha parlato molto di Maradona, tutto il mondo parla di lui dentro del campo, qualcosa di unico per questo mondo”. Una gioia vedere anche “Dinho al Barcellona, non lo fermavano in nessun modo. E oggi giocatori come Cristiano, Messi e Tevez, tutti giocatori molto importanti”. Iturbe, c’è chi lo paragona a Messi: “Come Messi non esisterà nessuno nei prossimi mille anni. Vince una partita da solo, è l’unico che può fare davvero la differenza. Compararmi con lui è già molto grande”. Saranno” i signori del calcio”, Iturbe accelera. E brucia le tappe. Verso la consacrazione.

L’album di famiglia, di casa Iturbe. Oggi Manuel, argentino di cuore, dribla e segna. Incanta, col suo mancino tagliente. Da piccolo, si divertiva tra i pali. Un portiere a tutti gli effetti (in foto), con un fiuto del gol nascosto. I primi passi al Cerro Porteno, dal 2007 al 2011. Nelle giovanili (in foto) grazie agli sforzi economici di suo padre perchè “bisognava pagare per giocarci, all’inizio non avevamo i soldi necessari poi un giorno…”, Iturbe ha debuttato in prima squadra già a 17 anni. Poi l’Europa, il Porto ed il Verona. Ma l’emozione più grande con la Seleccion, in Sudafrica 2010. L’Under 20 è stata chiamata come sparring partner della Nazionale allenata da Maradona e Iturbe convive alcuni giorni con i suoi idoli di sempre. Maradona, Messi e Tevez (in foto). Un sogno, diventato realtà. Da vicinissimo. “C’era Maradona, Messi e Higuain. Noi convivevamo con loro. Ancora oggi mi ricordo di quei momenti. Vedevo Leo allenarsi, una cosa incredibile per me”. Una foto ricordo anche col fenomeno, quello brasiliano: Ronaldo. Sensazioni incredibili. Iturbe sfoglia il suo passato, insieme a noi…

Fonte: http://gianlucadimarzio.com/

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