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BALDISSONI: "Con le cessioni non abbiamo rinunciato alla competitività. La legge sugli stadi? Dobbiamo procedere a prescindere dalla sua approvazione"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 12-10-2013 - Ore 19:40

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BALDISSONI:

Il direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni interviene al canale tematico Roma Channel. Al dg, oltre alle domande del direttore Alessandro Spartà, saranno lette alcune email che gli abbonati hanno inviato in vista della sua intervista. Ecco le sue parole:

"Tutti allo stadio" è il motto di Roma-Napoli
Io ci sarò e l'attendo con grande interesse. Così la Roma potrà dimostrare se è in grado di continuare il percorso che ha intrapreso.

Nel luglio scorso è stato nominato dg. Da tifoso come l'ha vissuta?
Ho accettato una richiesta della proprietà. E' una responsabilità grande quella di occuparmi a tempo pieno di un qualcosa che è importantissimo di tante persone. In realtà però questa responsabilità la sentivo già da prima, quando pur non avendo incarichi direttivi, mi sentivo partecipe di ciò che accadeva. Io lo considero un privilegio perché mi occupo di qualcosa che ha una ricaduta immediata nella vita di tanta gente. Le emozioni che si vivono con una squadra di calcio rimangono per sempre nella testa.

C'è stata poca pazienza nei confronti di questa società?
I risultati sono una cartina di tornasole. Danno la possibilità di misurare in modo semplice quello che si sta facendo. Ma il lavoro che abbiamo svolto fin dal primo giorno è un lavoro di profondità: stiamo cercando di costruire un futuro a questa squadra. Abbiamo sempre lavorato e non è cambiato molto. I risultati ci aiutano solo a capire e a valutare meglio che ciò che stiamo facendo è positivo. Il campo è l'esito del lavoro settimanale, ma il lavoro che svolgiamo è molto più ampio. Quando parlo di futuro parlo di continuità. Ci deve essere un'organizzazione solida. Stiamo lavorando sul settore giovanile, che è di eccellenza soprattutto per il lavoro delle persone che se ne occupano. Stiamo cercando di dare a queste persone maggiori risorse, non soltanto economiche. Stiamo lavorando anche per costruire uno stadio. I risultati del campo sono la vetrina più scintillante del buon lavoro svolto.

Quali altre iniziative per i tifosi intraprenderete?
Sono fiero di tante iniziative giò svolte. Essendo partecipe nel progetto di questa nuova proprietà, sono un rappresentante di romanità e di tifo della Roma. Ho avuto la possibilità di suggerire tante cose. C'era un tema sicurezza, che allontanava le famiglie dallo stadio. La composizione del settore dedicato alle famiglie ci ha dato la possibilità di riavvicinarle.

Importante anche la custodia della tradizione...
Il campo A lo abbiamo intitolato ad Agostino Di Bartolomei. Il B e il C potranno essere intitolati ad altri eroi della storia romanista. La storia è quello che siamo e il ricordo di ogni tifoso legato a un'esperienza è riferibile a momenti di calcio e a protagonisti che hanno lavorato per la Roma. Ricordare gli eroi delle nostre esperienze vuol dire intensificare l'aspetto emozionale legato a quel ricordo. Continueremo a omaggiare la nostra storia.

Anche la Hall of Fame è stato un successo...
Quest'anno la Roma ha deciso di dedicare un palco del proprio stadio agli ex calciatori, che possono venire quando vogliono. Questo vuol dire che, al di là della Hall of Fame, tutti quelli che hanno lavorato per la Roma sono la storia della Roma. Mi ha fatto piacere ricevere le lettere e le email di giocatori che non giocano da molto tempo per la Roma e che mi hanno trasmesso la loro felicità per il fatto di essere stati ricordati.

Quando si potranno applaudire i nuovi famers? Montella sarà all'Olimpico?
Montella è un nostro "problema". Dobbiamo far coincidere la celebrazione col calendario della Fiorentina perché vogliamo averlo in campo. Abbiamo già provato due volte ma per impegni di Serie A e di Europa League non ci siamo riusciti. Ma stiamo lavorando. Il bello della Hall of Fame comunque è anche il contorno. Nella prima manifestazione che abbiamo fatto lo scorso 7 ottobre, è stato bello vedere la partecipazione anche di tutti gli altri. E' stato bello vedere anche rincontrarsi tanta gente che non si vedeva da molto tempo. A Roma-Bologna per esempio c'erano Rosati e Leonardi: due giocatori di epoche diverse che si sono ritrovati.

Il ponte con la storia della Roma si attua anche coi giovani...
Ci sono persone che stanno lavorando su questo: raccogliere le testimonianze della Roma del passato. Tutto quello che troveremo lo renderemo disponibili sul sito e sta per uscire anche un libro. Il tempo cambia e cambia il modo di vivere la propria squadra, ma è importante che i giovani conoscano la propria squadra. Io stesso ho vissuto la Roma del secondo scudetto solo per radio o a Novantesimo Minuto. Oggi la fruizione è più immediata e più veloce, quindi resta sempre di meno nei ricordi la storia di ogni partita.

Il presidente Pallotta spesso ha detto di voler fare grande la Roma. Anche lo scorso anno, quando le cose non andavano bene, c'erano dirigenti che lo dicevano. Perché Roma, che ha una storia millenaria, non riesce a sfruttare il brand e Manchester sì?
Se non considerassimo il fatto di dover rendere questa squadra la migliore al mondo, non faremmo bene il nostro lavoro. Le nostre ambizioni devono essere illimitate. Diverso sarebbe dire che oggi la Roma è la regina d'Europa perché non sarebbe vero, ma abbiamo l'ambizione di farla diventare tale.

Il calciomercato ha dimenticato la categoria degli "incedibili"...
Nessuno vuole rinunciare alle ambizioni, ma bisogna anche tener conto della gestione dei calciatori. Quando uscì la notizia della cessone di Lamela, precisai che anche una cessione è fatta nell'interesse della società. Vendere dei calciatori non vuol dire dismettere il patrimonio. Dobbiamo muoversi in un mondo in cui c'è chi ha più risorse di noi. Non ci può essere un proprietario che risana per colmare il gap con Real e Barcellona. Questo gap si colma con una corretta gestione del patrimonio tecnico, senza rinunciare alla competività.

Come si spiega questo aumento vertiginoso del valore in borsa della Roma?
Mi astengo da qualsiasi commento perché la Roma è quotata in borsa. Mi limito a valutare l'ovvio: una squadra che dimostra di poter raggiungere degli obiettivi è maggiormente appetibile dal punto di vista economico.

Stanno aumentando anche i ricavi...
Molto abbiamo fatto e molto vogliamo fare. Dobbiamo posizionare la Roma in modo che sia un elemeno di attenzione delle aziende che vogliono promuovere i propri brand. Dobbiamo invogliare gli sponsor a investire su di noi.

Quanto inciderebbe l'approdo in Europa sul mercato?
Parlare di mercato ora non è giusto. La squadra si sta esprimendo bene ma non ancora al massimo. Ci occuperemo del mercato quando sarà il momento.

Andremo in Indonesia. Quanto è importante valorizzare il brand?
Non pensiamo di poter crescere come tifosi in Italia perché nel nostro paese la cultura campanilistica è molto forte. Abbiamo invece un potenziale infinito all'estero, dove il calcio non fa parte della cultura sportiva ma sta crescendo. America e Asia sono potenziali bacini dai quali attrarre nuovi tifosi.
Il nostro lavoro si basa sulle emozioni e vogliamo esprimere quelle che sono ricollegate agli eroi della Roma.

Vi espanderete anche nel mercato sudamericano?
Il mercato del calcio è globale. Vorremmo essere presenti in ogni angolo del pianeta. Il sudamerica ha una tradizione calcistica molto forte ed è difficile aggiungere tifosi laddove ci sono già squadre con grande seguito. L'accordo con Nike però ci aiuterà.

La più grande emozione da dirigente e da tifoso?
Da tifoso ne ho vissute tante, da dirigente son ancora molto "giovane". Normalmente mi piace ricordare le emozioni che mi hanno esaltato come tifoso. Sarebbe facile parlare del secondo scudetto. Ricordo però anche momenti in cui la Roma non ha vinto. Ricordo una finale di Coppa Italia persa contro il Torino. Quel rigore nella semifinale ci costò tanti espulsi per proteste e giocammo le due finali senza tanti titolari. Non riuscimmo a vincere per differenza reti. Alla fine della partita però nessuno lasciò lo stadio perché eravamo tutti lì a ringraziare i calciatori per l'impegno. L'emozione che porto di quel momento mi disse quanto il pubblico può essere partecipe di una gara.

Lo stadio inciderà sulla campagna acquisti?
Non ha un impatto diretto. Pensiamo però che lo stadio sia un moltiplicatore di ricavi, che ci permetterà indirettamente di avere più risorse. La Roma, riguardo il progetto, lavora da un anno e mezzo ed è partita da zero. Abbiamo scandagliato tutte le possibile alternative, che l'advisor ci ha consigliato. Abbiamo ricevuto più di 100 proposte e ne abbiamo analizzate 80. Abbiamo poi individuato l'area e definito un lavoro di progettazione. Abbiamo fatto un lavoro concreto che ci consentirà di essere avvantaggiati quando si tratterà di avere le autorizzazioni.

In Italia siamo un po' indietro rispetto agli stadi...
Siamo indietro anche riguardo ad altro. Non dobbiamo però fare di ciò un alibi. Non è giusto chiedere così tenacemente la legge sugli stadi: se la faranno sono i benvenuti, ma noi siamo imprenditori e dobbiamo riuscire a portare avanti queste iniziative a prescindere da ciò.

Questa società si occupa anche di coinvolgere i bambini...
Abbiamo sempre intrapreso iniziative che potessero agevolare le famiglie nel vivere l'esperienza della partita. Tutte queste iniziative hanno come comun denominatore quello di trasmettere ai nostri tifosi, soprattutto i più giovani, dei valori che sono il rispetto di tutti e dell'avversario. Noi siamo contrarissimi a qualsiasi discriminazione razziale e lo abbiamo detto prendendo posizione in maniera indiscutibili. Proporremo altre iniziative e vorremmo farle insieme alla Lega e alle altre società perché dobbiamo agire come campionato di calcio in generale. E' evidente che la discriminazione razziale non è da noi gradita né tollerata.

Sulla discriminazione territoriale?
E' disdicevole quanto la discriminazione razziale. La norma però è generale e astrarra e dobbiamo cercare di renderla attuale e aderente a quello che poi accade.

Pallotta porta sempre il sorriso quando viene a Roma...
Lui ha voluto essere sempre più coinvolto. Conosce e ha investito nello sport. Il suo contributo è benvenuto e positivo. Per quanto riguarda il derby, era talmente teso ed emozionato che non riusciva a stare seduto. Non si può pensare di acquistare una società di calcio e non esserne il primo tifoso.

Qualche indicazione su sponsor e prezzi dei biglietti...
Riguardo lo sponsor tecnico, siamo in un momento di transizione che ci porterà all'operatività dell'accordo con Nike. Un accordo che ci consentirà di espandere il nostro bacino d'utenza nel mondo. Le trattative con un main sponsor sono diverse se effettuate oggi o da luglio, perché da lì avremo una marcia in più.
Riguardo i prezzi, la Roma vuole avere un rapporto privilegiato con gli abbonati: comprare singole partite ha un costo più altro rispetto all'essere allo stadio tutte le domeniche. Mi rendo conto che comprare l'abbonamento in un'unica soluzione sia difficile, ma per questo abbiamo messo a disposizione degli strumenti per dilazionare il pagamento. Quindi riteniamo che abbonarsi debba essere più conveniente. Riguardo ai prezzi del singolo biglietti, non credo che costi meno rispetto a un concerto.

Come è stato il calciomercato con Sabatini?
Non mi aiuta viverlo con lui che non va in vacanza da vent'anni. E' un momento critico perché bisogna chiudere trattative in tempi brevissimi e coincidenti per non rinunciare alla competitività della squadra. Però per ora la squadra ci dà soddisfacenti.

Che investimenti pensate per Roma Channel?
Roma Channel è un mezzo con cui la Roma comunica all'esterno e per questo è importantissimo. Fin dall'inizio mi sono occupato di problematiche che stavano mettendo a rischio la continuità del canale. Vorremmo potenziale il canale e le capacità comunicative. Gli americani sono espertissimi di comunicazione e hanno interesse che ciò intervenga il primo possibile. Prima o poi riusciremo a dare una solidità maggiore al canale per dare un sostegno maggiore.

Fonte: Roma Channel

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