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Ma Garcia non molla “Mancano ancora venti gare alla fine”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 06-01-2014 - Ore 09:28

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Ma Garcia non molla “Mancano ancora venti gare alla fine”

Qualcosa è cambiato, ma non abbastanza. La sconfitta numero 30 della Roma della gestione americana – la prima stagionale – arriva in modo nuovo e contemporaneamente antico. Nuovo perché, a dispetto del risultato, per 60 minuti la squadra di Garcia ha intimorito la Juve; antico perché certi isterismi visti nel finale (che si pagheranno in squalifiche) hanno portato poi alla solita grandinata da Juventus Stadium (14 reti subite in 4 partite) e ha avuto un sapore di già visto che deve far alzare il livello di attenzione per la seconda parte della stagione, visto che nelle ultime 8 partite sono arrivate solo 2 vittorie.

NIENTE RESA Ma l’allenatore giallorosso non si arrende. «Per lo scudetto rimangono 20 partite da giocare e 60 punti a disposizione, quindi il campionato non è chiuso. Il nostro obiettivo non è il titolo, ma tornare in Europa, però vogliamo fare il massimo. E poi li aspettiamo a Roma alla fine del campionato. Certo, non so se sia stato il peggior modo possibile per perdere l’imbattibilità. Finire in 9 non è stato bello. Sul 2-0 avevamo ancora la possibilità di pareggiare: bisogna avere gli occhi di tigre, ma senza perdere la testa. Abbiamo avuto la sfortuna di prendere due gol in altrettanti momenti brutti, quando non ce lo aspettavamo, però spero che non lasci segni. Giovedì abbiamo una partita importante in Coppa Italia e poi in casa col Genoa, avendo tanti squalificati. Dobbiamo andare avanti per tornare a vincere prima possibile. I bianconeri sono stati bravi sui calci piazzati, dobbiamo lavorare su questo fronte. In fondo, noi non abbiamo avuto tante occasioni, ma tutto sommato neppure loro. Però così il calcio. Sappiamo che loro hanno un squadra efficace. Dobbiamo essere ancora più forti per poter vincere queste partite. Rifarei la stessa tattica e la stessa formazione. Il vincitore però ha sempre ragione, stavolta bisogna avere un profilo basso. La partita è cambiato con l’infortunio di Pjanic (per lui trauma contusivo al ginocchio destro da valutare oggi, ndr) e il suo rientro in campo. Se avessimo segnato prima come avremmo meritato, la partita sarebbe stata diversa. Non penso che avremo un contraccolpo psicologico, ma vedremo. Dobbiamo andare avanti. La rabbia la dobbiamo mettere in campo giovedì e domenica. L’arbitro? Non ho visto niente. Non so se l’espulsione di De Rossi sia severa perché non ha preso né la palla né l’avversario, ma preferisco non dire niente. A quel punto poi eravamo già 2-0 per la Juve e la partita è diventata un incubo. Ho detto al quarto uomo di non fare recupero perché si era sul 3-0, ma non volevo fare polemiche. Ci sono altre cose da dire. Della Roma non mi è piaciuto che abbiamo finito in 9. Possiamo perdere, però dobbiamo giocare in undici». Una considerazione meno banale di come si pensi. Soprattutto se si vuole continuare a pensare in grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport – Cecchini

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